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19.000 farmacie sono un valore

L'ATTUALITÀ

19.000 farmacie sono un valore

Roberto Speranza

Ora arriva il momento di ottenere la giusta valorizzazione del canale, anche economica. Si è già cominciato a farlo e «la strada è segnata», dicono i vertici di Federfarma. I nodi da sciogliere però sono ancora tre: remunerazione, convenzione e chiaro riconoscimento di cosa si può e non si può fare in farmacia. Con un’incognita, quella della distribuzione diretta

16 settembre 2021

di Laura Benfenati

Trecentodieci milioni (200 per la remunerazione aggiuntiva, 100 nel Pnrr e 10 per la telemedicina) non sono pochi ma sono una goccia nel mare del rinnovamento della farmacia italiana che passa innanzitutto dal cambio di ruolo. Presidio sanitario lo è sempre stata ma lo dovrà essere ancora di più e soprattutto dovranno essere riconosciute dalle istituzioni (e adeguatamente remunerate) queste sue nuove funzioni. E allora è lecito festeggiare a Cosmofarma per quanto si è ottenuto, lavorare affinché i singoli titolari possano beneficiare delle risorse stanziate – soprattutto i sussidiati che potranno usufruire del Pnrr – ma anche guardare alle prossime impegnative tappe, remunerazione e convenzione in primis. La fiera di Bologna è stata un’occasione importante per tirare le somme e per guardare avanti.

Standing ovation

Non si era mai vista la categoria dei farmacisti applaudire con tanto entusiasmo un ministro, di sinistra per giunta. Tutti in piedi a Cosmofarma per Roberto Speranza, che ha ringraziato calorosamente la categoria per quanto fatto durante tutta la pandemia: «In questo passaggio difficile del nostro Paese voi ci siete sempre stati fino in fondo. Non c’è stato un solo giorno in cui i cittadini italiani non abbiano potuto contare sui farmacisti», e ha aggiunto: «Ora servono più risorse per il nostro Ssn che è una pietra preziosa per il Paese, poi servono riforme all’insegna della parola d’ordine “prossimità”. Quindi parlo di voi e della vostra funzione: 19.000 farmacie sono un valore. Abbiamo fatto un pezzo importante di strada. Se vogliamo offrire più sanità sul territorio quei 19.000 presidi vanno utilizzati molto di più. Ed ecco i tamponi, i vaccini Covid in farmacia, ora apriamo alla vaccinazione antinfluenzale. La mia simpatia, il mio sostegno e la mia gratitudine vanno a tutte le farmacie italiane ma in particolare alle farmacie rurali che sono àncore di cittadinanza per le persone che vivono in quelle aree».
Andrea Mandelli, presidente Fofi, ha sottolineato che i farmacisti sono i professionisti che hanno partecipato più di tutti gli altri al corso dell’Istituto superiore di sanità sulle vaccinazioni e che quindi hanno continuato a formarsi pur operando nell’emergenza. Hanno già somministrato 350.000 dosi di vaccino Covid-19 ed effettuato 10 milioni di tamponi soltanto tra il 6 agosto e il 6 settembre: «Questo è il potenziale dei farmacisti nel nostro Paese, siamo il volto rassicurante e capillare del Ssn, tutto quello che è stato fatto durante la pandemia è un punto di partenza, dopo 800 anni di storia dobbiamo recitare un ruolo da protagonisti nella riorganizzazione della sanità territoriale».
Mandelli ha toccato un punto cruciale: nel ripensamento della medicina sul territorio, tra case della salute e medici di medicina generale che scalpitano, sarà davvero valorizzato il ruolo dei farmacisti?

La remunerazione aggiuntiva

«Quello che abbiamo ottenuto finora è un primo passo ma la strada è segnata», ci ha detto il segretario di Federfarma Roberto Tobia al convegno sulla remunerazione. «Le risorse ottenute per 2021 e 2022 (200 milioni, circa 7.000 euro di margine medio in più per farmacia) sono un passaggio determinante per arrivare a una nuova remunerazione che ci sleghi dal prezzo del farmaco e quindi sia coerente con la rivalutazione in atto del nostro ruolo. Una remunerazione legata all’atto professionale è l’unica che ci può dare un futuro sostenibile».
Secondo i dati presentati da Sergio Liberatore, managing director di Iqvia, nell’ultimo anno hanno aperto 3,5 farmacie al giorno, ce ne sono ormai 2.950 in catena (777 reali e 2.173 stimate con forte link a grossista), gli scontrini giornalieri sono in media 145, con un valore medio di 26,9 euro. Come è noto aumentano le vendite in Dpc, mentre dal 2012 Ssn e acquisto privato evidenziano flessione, soprattutto le vendite di etico A: «La tenuta dovuta al commerciale soffrirà la sfida dell’e-commerce in crescita a doppia cifra, ma la farmacia sarà sempre più un attore importante per la gestione del paziente sul territorio per conto del Ssn, anche con consegne a domicilio. La crescita dei servizi in farmacia, elemento chiave nei prossimi anni, comporta una ridefinizione dell’assetto organizzativo e del know how. L’Italia era l’unico Paese in Europa rimasto con remunerazione a margine, tutti gli altri hanno un sistema misto, con quota di margine variabile. Tutti ormai hanno remunerazioni fisse per i servizi resi».
«Con il riconoscimento della remunerazione aggiuntiva determinata per tipologia di farmacia e tipo di farmaco, siamo riusciti a far capire che la distribuzione nel nostro canale è un elemento di risparmio», ha spiegato il presidente di Federfarma Marco Cossolo. «Oggi abbiamo un’immagine diversa da quella che avevamo nel 2017, siamo passati da una farmacia di dispensazione a una di relazione, e ci è stato riconosciuto. Abbiamo messo le basi per la nuova farmacia ma dobbiamo mettere a sistema la nuova remunerazione dopo il 2022, dobbiamo sapere con chiarezza cosa possiamo fare (DM 71), dobbiamo rinnovare la Convenzione perché l’atto di indirizzo del 2017 era di un altro mondo. Se come presidente e come Federfarma faremo tutto questo, consegneremo alle nuove generazioni di colleghi, ma soprattutto ai cittadini, una farmacia rinnovata che sarà ancora di più una realtà preziosa per il nostro Paese».

Un’incognita

C’è però un’incognita in questa “strada segnata” e l’ha messa in evidenza l’ex senatore Enrico Morando, già presidente della Commissione Bilancio e oggi consulente di Federfarma: la spesa farmaceutica diretta, «che gode di cattiva programmazione, scarsa capacità di monitoraggio, difficile imputazione delle responsabilità, non tracciabilità e trasparenza». Si spende sempre meno dei tetti con la convenzionata, si sfondano i tetti con la diretta e la sostenibilità economica nel lungo periodo è minacciata. «L’intervento temporaneo sulla remunerazione aggiuntiva dimostra la buona volontà della politica ma oggi serve un nuovo modello che valga decenni: la farmacia del presente e del futuro non può reggersi su due nuovi pilastri – servizi e presa in carico del paziente cronico – e su un pilastro in discesa come la spesa farmaceutica convenzionata, serve una remunerazione adeguata alle esigenze», ha spiegato Morando. «Va fatta una revisione di tutta la farmaceutica pubblica, altrimenti permarranno aree di mercato trasparenti e continueranno a esserci interessi legittimi che in parte confliggono con quelli dei farmacisti. Se si pretende di rivedere solo la convenzionata non sarà possibile farlo e si prorogherà la remunerazione aggiuntiva». Morando ha spiegato che oggi la rendicontazione della diretta non supera spesso la porta del reparto ospedaliero: si sa cosa la Regione compra, dove va quel farmaco, a quale ospedale e a quale reparto, ma non si sa di quel medicinale chi lo prescrive e chi lo assume. «Passare più farmaci in Dpc è necessario perché si hanno rendicontazioni puntuali e questo deve accadere in modo strutturale e permanente. È assurdo che le informazioni che si raccolgono nelle farmacie non siano disponibili anche per la distribuzione diretta».
Da qui si deve ripartire, un passo alla volta. Molto importante è l’indagine conoscitiva che Marcello Gemmato, farmacista e parlamentare, membro della XII Commissione Affari sociali, ha avviato proprio sulla diretta: attendiamo i risultati. Le belle parole del ministro sono davvero un riconoscimento importante per la categoria dei farmacisti, ma se davvero si vuole fare ripartire il Paese bisogna anche scardinare sistemi inefficienti e costosi come la gestione dei farmaci in diretta. La strada è segnata ma per arrivare a mèta c’è ancora un po’ da tribolare, temiamo.

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