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Giornata mondiale del diabete: raddoppio dei malati entro il 2045

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Giornata mondiale del diabete: raddoppio dei malati entro il 2045

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Dati Atlas 2019 di International Diabetes Federation: da 463 milioni di diabetici di oggi a 700 milioni nei prossimi 15 anni. Importante ridurre le disparità sociali nelle aree urbane che portano a differente consapevolezza di complicanze cardiovascolari.

14 novembre 2019

di Carlo Buonamico

Un esercito di 463 milioni di persone con diabete a livello mondiale, che in soli 25 anni è destinato a raggiungere quota 700 milioni. Sono i numeri restituiti dall’Atlas 2019 di International Diabetes Federation, diffusi oggi a Milano in occasione della giornata mondiale del Diabete, insieme ai dati relativi al diabete non ancora diagnosticato: 232 milioni di cittadini a cui si aggiungono altri 374 milioni di persone in stato di pre-diabete.

Oltre all’emergenza legata alla patologia diabetica, a preoccupare operatori sanitari e istituzioni è il legame tra questa malattia e gli eventi cardiovascolari, che espone i diabetici a una maggiore probabilità di essere soggetti a questo tipo di malattie. In Italia, ad esempio, se le patologie cardiovascolari interessano 7,5 persone con più di 45 anni su 100, riferendosi alla popolazione diabetica si evidenzia un’incidenza più che doppia (17,1 per cento).

«A destare particolare preoccupazione», dice il presidente di Coresearch Antonio Nicolucci, «è il fatto che nel nostro Paese, così come nel resto del Mondo, i diabetici sono solo parzialmente consapevoli di quali siano i fattori di rischio cardiovascolare – obesità, ipertensione e ipercolesterolemia in primis. Circa il 50 per cento dei pazienti ritiene di essere esposto a un rischio basso, il 37 per cento a un rischio moderato e solo il 23 per cento elevato. Dati, che però confliggono con l’elevata incidenza degli eventi cardiovascolari proprio nei pazienti con diabete».

E all’indomani della votazione all’unanimità operata dalla Camera sulla mozione che riconosce l’obesità come malattia, chiedendo al governo un piano nazionale di cura e prevenzione ad hoc, il direttore di Cities Changing Diabetes, Federico Serra, avverte come sia necessario «sensibilizzare sia i pazienti con patologia già diagnosticata, sia il resto della popolazione circa la necessità di screening periodico della glicemia, del peso corporeo e degli altri fattori di rischio cardiovascolare modificabili, cioè controllabili direttamente attraverso lo stile di vita», anche in ragione del fatto che il 44 per cento dei casi di diabete è correlato all’obesità.

Anche per questo, la campagna “Al cuore del diabete” porterà in 50 città italiane un’unità mobile per favorire la diagnosi del rischio cardiovascolare da parte delle persone con diabete. «È importante ridurre le disparità sociali all’interno delle aree urbane che portano a un differente accesso alle campagne di screening, alle strutture sanitarie e, più in generale alla consapevolezza di quali sono i fattori di rischio relativi allo sviluppo del diabete e delle sue complicanze cardiovascolari», ha aggiunto l’assessore al Welfare del comune di Milano, Gabriele Rabaiotti.

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