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Spesa farmaceutica ospedaliera: il decalogo di Kpmg per risparmiare fino a 11 miliardi di euro in Ue

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Spesa farmaceutica ospedaliera: il decalogo di Kpmg per risparmiare fino a 11 miliardi di euro in Ue

Spesa farmaceutica ospedaliera

Dieci regole per favorire l’utilizzo dei medicinali equivalenti in abito ospedaliero e consentire un risparmio tra i 6 e gli 11 miliardi di euro in 8 Paesi europei. Le analisi e le indicazioni di Kpmg tra fattori facilitatori e fattori barriera

23 ottobre 2018

di Redazione

Si potrebbero risparmiare fino a 11 miliardi di euro in termini di spesa farmaceutica ospedaliera considerando 8 Paesi europei. La leva su cui agire è quella dei medicinali equivalenti e dei biosimilari, che potrebbero trovare più ampi utilizzo tra le mura dei nosocomi dell’Ue. Per farlo sarebbe sufficiente seguire un semplice decalogo per favorirne la diffusione e la prescrizione.

A dirlo sono i dati preliminari della ricerca “Improving healthcare delivery in hospitals by optimized utilization of medicines”, commissionato Kpmg dall’associazione europea delle aziende produttrici di farmaci generici Medicines for Europe, che ha analizzato le principali dinamiche che guidano l’utilizzo dei farmaci a brevetto scaduto negli ospedali di Belgio, Francia, Germania, Italia, Polonia, Portogallo, Spagna e Regno Unito.

Mettendo a fuoco modelli di finanziamento, livelli di performance e meccanismi per l’approvvigionamento dei medicinali in ambito ospedaliero, sulla base di una serie di assunzioni che non contemplano tutte le specificità nazionali sui prezzi di acquisto in gara sono stati valutati outcome e accessibilità delle cure ospedaliere nei diversi Paesi.

Tra questi, il Belgio risulta in testa in termini di qualità delle prestazioni ospedaliere, mentre in termini di costi la prima classificata è la Francia, paese in cui la spesa ospedaliera incide per il 4,5 per cento del Pil (dati 2015).

L’Italia si posizione invece al quarto posto nella classifica dell’outcome ospedaliero, e al terzo considerando la spesa che nel nostro Paese incide per il 4% del prodotto interno lordo.

Gli esperti però avvertono che “la qualità dell’ospedale è solo parzialmente misurabile con gli indicatori disponibili” e che quindi “i risultati dell’analisi comparativa dovrebbero essere considerati come un’indicazione delle prestazioni ospedaliere relative, piuttosto che una misura esatta delle prestazioni degli otto sistemi ospedalieri”.

Più precisi invece sono i dati relativi all’analisi dei fattori che facilitano e di quelli che ostacolano un ottimale ricorso ai farmaci equivalenti in ambito ospedaliero.

In Italia, ad esempio, nonostante ci siano mercati regionali diversi tra loro, la situazione ospedaliera è abbastanza omogenea. Tuttavia sono ancora forti le barriere rappresentate dalle gare di acquisto, troppo burocratiche e dall’esito incerto. A cui si aggiunge il fatto che l’attenzione dei payer è quasi unicamente rivolta all’aggiudicazione del prezzo più basso, che ha determinato una sempre minore partecipazione alle gare da parte delle aziende. Infine, gioca a sfavore dell’impiego dei generici in ospedale, anche il meccanismo del pay back a cui devono sottostare dal 2012 anche le aziende produttrici di generici e biosimilari.

Facendo tesoro delle diverse situazioni riscontrate nei Paesi analizzati, Kpmg ha stilato le seguenti indicazioni che possono servire per rendere il mercato farmaceutico ospedaliero dei farmaci generici e dei biosimilari più dinamico e sostenibile:

1. Passare dall’aggiudicazione al prezzo minimo al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, che tiene conto di altri elementi qualitativi

2. Definire una quantità minima e una quantità massima per lotto.

3. Favorire le gare multi-aggiudicatari.

4.  Riaprire immediatamente la gara dopo l’ingresso del primo farmaco multisource.
5. Snellire delle procedure.
6. Diffondere informazioni scientifiche indipendenti sull’efficacia, la qualità e la sicurezza indirizzate ai medici e ai farmacisti ospedalieri.
7. Attuare accordi per obiettivi.

8. Elaborare linee guida nazionali chiare sull’utilizzo dei biosimilari e sullo switch per migliorare l’accesso e l’erogazione di questa risorsa terapeutica.
9. Implementare metodi di condivisione dei benefici finanziari derivanti dal maggiore utilizzo di generici e biosimilari.

In particolare per l’Italia gli esperti evidenziano la necessità di privilegiare il meccanismo dell’offerta economicamente più vantaggiosa per stimolare la concorrenza, definire una quantità minima e massima per lotto, superare il meccanismo del pay backsnellire le procedure di gara, prevedere la riapertura immediata della gara al primo ingresso sul mercato del generico o biosimilare e ottimizzare il prezzo base d’asta.

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