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I colleghi rurali non sono soli

L'INTERVISTA

I colleghi rurali non sono soli

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Il dialogo continuo con il territorio, per tradurre esigenze specifiche in istanze alla parte pubblica, è una delle priorità del neo presidente del sindacato dei farmacisti rurali. Pubblichiamo una sintesi dell’ampia intervista che troverete pubblicata su iFarma di settembre

Clicca play per guardare la video intervista (durata: 13 minuti)

15 luglio 2020

di Laura Benfenati

Incontriamo su Zoom Gianni Petrosillo, il neopresidente di Sunifar: le nuove tecnologie avranno un grande impatto anche sulle farmacie fiore all’occhiello della rete e contribuiranno a un loro dialogo più costante con il sindacato. Obiettivi principali del Sunifar? Innanzitutto “mappare” la ruralità e poi mettere tutti in condizioni di erogare servizi cognitivi in modo sostenibile.

Innanzitutto facciamo chiarezza sui numeri: ufficialmente le farmacie rurali sono 6.000 – in base al numero di abitanti – ma i fatturati spesso non sono coerenti con la ruralità. Quante sono le rurali vere? Abbiamo una ripartizione delle 6.000 farmacie in base ai fatturati?

Per definizione le farmacie rurali sono quelle sotto ai 5.000 abitanti e ne abbiamo ben 6.700, poi ce ne sono 4.200 sussidiate, in località con massimo 3.000 abitanti. Le farmacie sotto ai 1.500 abitanti sono 2.000 e queste hanno caratteristiche ed esigenze molto particolari. Proprio di recente il Consiglio del Sunifar ha deliberato un’indagine, una vera e propria mappatura delle farmacie in base al fatturato, anche per mettere in relazione questi dati con l’indennità di residenza erogata dalle Regioni.

La ruralità però è un concetto ampio che va oltre i numeri e oggi è più attuale che mai perché c’è un generale ritorno alla prossimità. Le istituzioni locali ne percepiscono di sicuro il valore: perché le rurali non vengono dunque adeguatamente finanziate e supportate?

C’è una diversa valutazione della farmacia rurale sul territorio proprio perché per rurale si intende tutta questa ampia gamma di tipologie di cui abbiamo parlato. C’è anche un approccio diverso nelle varie Regioni alla farmacia per questioni di carattere ideologico. L’emergenza Covid-19 ha dimostrato a tutti quanto sia preziosa la farmacia sul territorio, quanto sappia fare rete ed essere responsiva. Noi stiamo lavorando per capire come vengono erogate le indennità a livello regionale: vorremmo che a parità di condizioni ci fosse un rapporto chiaro tra indennità erogata – che è di competenza delle singole Regioni – e tipologia di farmacia. Questo può essere uno stimolo anche per i diversi presidenti delle Federfarma regionali per poter eventualmente ridiscutere l’indennità.

Oltre alla ridefinizione dell’indennità di residenza, quali sono le priorità del Sunifar per la sostenibilità delle farmacie rurali?

Sicuramente alcune sono priorità per tutte le farmacie, non soltanto per le rurali. La nuova remunerazione è una di queste ed è fondamentale per dar loro stabilità, sganciandole dal prezzo dei farmaci. Altri temi importanti sono Convenzione e farmacia dei servizi. In Convenzione stiamo cercando di tutelare tutte le farmacie in modo che possano erogare i servizi e abbiano gli spazi e le condizioni per farlo. La farmacia dei servizi è importante perché consente di acquisire credito nei confronti del cittadino e dell’Ssn e di differenziare le risorse che arrivano alle farmacie. Per quel che riguarda i temi specifici per i rurali, abbiamo bisogno di gestire nel modo migliore il fondo di solidarietà di Federfarma e di tutelare particolarmente le farmacie delle aree interne, che sono il fiore all’occhiello della rete. 

C’è preoccupazione però tra i rurali per la realizzazione della “farmacia dei servizi” che, tra l’altro, nelle aree interne è più utile che mai. Come sarà possibile realizzarla? Sarà ineluttabile la rete per poter erogare servizi come nelle altre farmacie? 

L’aggregazione è nell’interesse di tutti: della categoria, del cittadino e del Ssn. Stare in rete vuol dire ottimizzare tutte le possibilità che hanno gli operatori e potenziare la collaborazione tra i vari stakeholder grazie ai nuovi strumenti digitali. Noi stiamo pensando a una Convenzione in cui non ci siano farmacie di serie A e di serie B e tutte possano erogare i servizi cognitivi che, se ben organizzati, portano reddito. In tutte le farmacie ci sarà il fascicolo sanitario elettronico, il controllo dell’aderenza alla terapia, gli screening e anche la telemedicina.

Che messaggio vuole dare il presidente del Sunifar ai suoi associati all’inizio del suo mandato? 

Innanzitutto di non sentirsi soli, vorrei dare un messaggio di vicinanza, coesione e solidarietà. Nel nostro programma abbiamo dato molta importanza alla comunicazione bidirezionale: noi dobbiamo dialogare di più con il territorio e capire meglio cosa succede e quali problemi particolari hanno i colleghi. Una delle nostre priorità è raccogliere esperienze ed esigenze dal territorio che possano essere poi sfruttate centralmente per fare istanze ai politici e ai decisori.

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