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Teleconsulto in farmacia?

L'INNOVAZIONE

Teleconsulto in farmacia?

Un modo per rafforzare il proprio ruolo di touch-point territoriale della sanità: nella farmacia potenziata si può prevedere un box appartato per le consulenze di telemedicina?

10 settembre 2020

di Carlo Buonamico

In vari casi ha permesso il contatto tra medico e paziente anche quando l’emergenza sanitaria era al suo apice, quando il Mmg o lo specialista non potevano effettuare visite a domicilio. Ora consentirà al paziente di raggiungere lo specialista anche senza recarsi in ospedale. Grazie alla farmacia.
A fare questa “magia” è la telemedicina. «Si badi bene», dice Marco Manzoni, endocrinologo e responsabile Medico della Piattaforma di Telemedicina Welmed, «non si tratta di semplici videochiamate, come quelle a cui il lockdown ci ha abituati. È molto di più. La telemedicina deve permettere lo scambio di esami e di referti medici e l’emissione di referti e ricette, anche a distanza; deve essere come se il paziente fosse in un ambulatorio medico».
Una vera rivoluzione per l’accesso alla sanità da parte dei cittadini, che vedono quindi l’ospedale che si avvicina al proprio domicilio e che definisce quello che oggi alcuni chiamano “ospedale diffuso”.
Cambiando prospettiva e analizzando questo fenomeno una volta che la telemedicina entra in farmacia, si può parlare di “farmacia potenziata”. Perché questo imprescindibile luogo della salute, che più volte ha dimostrato di essere il vero punto di riferimento sul territorio per la salute dei cittadini, incrementa i servizi resi disponibili per la comunità.

Telemedicina in farmacia: spazi e costi ridotti all’osso

«Le farmacie interessate ad attivare Welmed nella propria farmacia possono farlo in modo piuttosto semplice. E, soprattutto, quasi senza costo. La farmacia deve soltanto ricavare un piccolo angolo appartato e separato dal resto del punto vendita dove i pazienti, compresi quelli con disabilità, possano accedere e collegarsi in modo riservato con il medico», spiega Manzoni, che a breve sperimenterà l’avvio di questo servizio che metterà in contatto una decina di farmacie con circa 400 medici e 50 specialisti dell’ospedale San Raffaele di Milano.
I costi ridotti sono dovuti al fatto che per il teleconsulto è sufficiente che la farmacia metta a disposizione un computer con una videocamera e, naturalmente, una buona connessione internet. «Al limite si potrebbe fare anche con un semplice tablet», aggiunge l’esperto.

Analisi, referti e prescrizioni come in ambulatorio

Tutto funziona in modo molto semplice, ma efficace come se ci si trovasse nell’ambulatorio del proprio medico. «Il paziente si reca in farmacia ed entra nel box dedicato alla telemedicina; se necessario, potrebbe essere coadiuvato dal farmacista nel momento del collegamento con il medico scelto» e inizia la sua visita. Il medico può chiedere al paziente di caricare sulla piattaforma di telemedicina tutti i documenti (analisi, dischetti radiologici, immagini o altro) necessari a completare il quadro clinico. «Uno degli aspetti più interessanti è il fatto che il medico può chiedere al paziente di effettuare anche esami in tempo reale, se essi rientrano tra i servizi erogati dalla farmacia. Per esempio, la misurazione della glicemia o della pressione», illustra Manzoni. E non è tutto. «Alla fine della televisita, il medico può emettere un referto firmato digitalmente e, se necessario, anche la prescrizione di ulteriori visite o medicinali  – per ora solo su ricetta bianca, ma in futuro anche su ricetta dematerializzata – che il paziente può utilizzare anche nella stessa farmacia in cui si è recato».

Repository e privacy

Un vantaggio offerto da Welmed è rappresentato dal fatto che, se il paziente lo volesse, potrebbe archiviare in un suo spazio protetto e criptato la documentazione della propria salute e i consulti effettuati con i medici. Un po’ come un fascicolo sanitario elettronico che rimane accessibile nel tempo al paziente indipendentemente dalla farmacia tramite la quale il paziente accede al servizio.
Ci chiediamo: e la privacy dei dati sanitari? «L’accesso alla piattaforma è attivabile solo dal paziente, attraverso credenziali personali. Inoltre, tutte le televisite sono criptate e tutti i dati, compresi quelli dei referti e delle analisi, sono trattati nel rispetto del Gdpr», sottolinea il responsabile medico della piattaforma. Che aggiunge: «Ritengo che, a fronte di costi quasi nulli, l’attivazione di una piattaforma di telemedicina rappresenti una buona opportunità per la farmacia, che può avere una leva in più per rafforzare il proprio ruolo di touch-point territoriale della sanità. Soprattutto nelle zone più remote del Paese, dove i cittadini possono incontrare numerose difficoltà a recarsi fisicamente presso ospedali o centri medici lontani dal proprio domicilio».

Si può fare oppure no?

Un’attività del genere si può organizzare in questo momento in farmacia oppure no?
L’art. 45 del Regio decreto n. 1706/1938 dispone che: «Gli ambulatori medico-chirurgici annessi alle farmacie devono sempre avere l’ingresso diverso da quello delle farmacie, alle quali sono annessi e non debbono avere alcuna comunicazione interna con le stesse», ma la più recente sentenza n. 3.357/17 del 7.07.2017.del Consiglio di Stato conferma la legittimità dei consulti specialistici anche fuori dal tradizionale studio medico.
I tempi stanno cambiando e, se il futuro della farmacia è quello dei servizi con la “S” maiuscola, forse anche la normativa si dovrà adeguare. E il Legislatore potrebbe avere il suo bel da fare.

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