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Un esperto indipendente per le farmacie in difficoltà

L’ATTUALITÀ

Un esperto indipendente per le farmacie in difficoltà

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La composizione negoziata della crisi è uno strumento innovativo che permette ai titolari di prevenire il completo dissesto dell’attività con l’aiuto di un professionista della ristrutturazione

13 gennaio 2022

di Giovanni Trombetta e Marcello Tarabusi, Studio Guandalini

Ci sono ancora farmacie in crisi? Se sì, quante sono? Certamente i tempi sono cambiati da quando Federfarma lanciò l’allarme nella conferenza stampa del 4 dicembre 2013, in cui si annunciavano 3.000 farmacie in grave difficoltà e 600 sull’orlo del fallimento. Molte di quelle farmacie in difficoltà sono state risanate o cedute, alcune sono fallite, altre hanno tentato (con alterni successi) la via del concordato.
Qualcuno paventa che la pandemia possa nuovamente mettere in sofferenza farmacie e distributori.
Si prepara una nuova stagione di crisi e insolvenze? È una possibilità, e anche il riassetto del mercato potrebbe marginalizzare le piccole farmacie se aumenterà la pressione concorrenziale delle catene.

Qualcosa è cambiato

Oggi, in effetti, esiste un nuovo strumento che può consentire al titolare di prevenire e rimettere in sicurezza la farmacia prima che il dissesto divenga irreversibile. Al farmacista che si trovi in una condizione di squilibrio patrimoniale economico o finanziario che ne rende probabile la crisi o l’insolvenza, la composizione negoziata della crisi (introdotta dal D.L.118/2021) consente infatti di richiedere alla Camera di commercio la nomina di un professionista esperto nella ristrutturazione, che lo affianchi nelle trattative con i creditori e nella rinegoziazione dei contratti, individuando idonee soluzioni per superare la situazione di difficoltà.

Come funziona il nuovo strumento

Nella composizione negoziata il debitore conserva la piena gestione della farmacia. La procedura ha natura riservata e stragiudiziale finché il debitore non intenda beneficiare di misure protettive del patrimonio o compiere altre operazioni, come la concessione di finanziamenti prededucibili o la cessione d’azienda, per i quali è necessaria l’autorizzazione del Tribunale.
Se con le trattative assistite dall’esperto non si riesce a trovare un accordo con i creditori per risanare la farmacia, si può fare ricorso (se vi sono le condizioni) a uno degli strumenti per la ristrutturazione o per la liquidazione previsti dalla legge fallimentare (fallimento, concordato, accordi di ristrutturazione), ma anche accedere a una nuova forma di concordato semplificato.
Con il concordato semplificato è possibile anche trasferire la farmacia, con significative semplificazioni procedurali rispetto al concordato ordinario, tra le quali le principali sono che non è previsto né il voto dei creditori né la soddisfazione minima del 20 per cento per i chirografari. Quindi l’operazione può andare a buon fine anche senza il consenso dei principali creditori, che invece con il loro voto contrario potrebbero determinare il naufragio di un concordato ordinario. La condizione è che prima si siano svolte secondo buona fede e correttezza le trattative con l’assistenza dell’esperto.
Si tratta di strumenti innovativi, che potrebbero risultare molto interessanti per chi si trovasse in difficoltà: ma vanno “maneggiati con cura”, e solo con l’assistenza di professionisti che abbiano competenza ed esperienza di crisi di impresa.

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