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Aprile 2021

EDITORIALE

Aprile 2021

Una svolta epocale

Un riconoscimento importante, finalmente, è arrivato con il decreto Sostegni: i farmacisti potranno vaccinare in farmacia come accade in tante altre nazioni europee.

La novità è stata accolta in due modi contrapposti dalla categoria, alcuni colleghi hanno dichiarato il loro entusiasmo e sono lusingati da questa evoluzione della professione e altri hanno manifestato sui social perplessità e paura. Timori inerenti soprattutto i risvolti legali – di tipo penale e civile, quest’ultimi che riguardano anche l’attività dei collaboratori – per un’attività che finora è sempre stata svolta con la supervisione del medico. In realtà, ci ha spiegato l’avvocato Quintino Lombardo, su Cronache rurali, «Formazione e studio da parte dei farmacisti, adeguata organizzazione della farmacia e rispetto rigoroso dei protocolli sono la chiave per lavorare bene e quindi anche per gestire con assoluta correttezza le rare reazioni avverse al vaccino. In tutte le farmacie immagino che saranno predisposti appositi questionari validati dal ministero, con un’assunzione di responsabilità da parte del cittadino, e soltanto con risposte che dimostrino che si ha di fronte un soggetto non problematico, il farmacista potrà procedere con la vaccinazione».

Hanno contribuito a buttare benzina sul fuoco alcune associazioni di medici come la Fnomceo, il cui presidente Filippo Anelli, oltre a sottolineare che la supervisione, l’anamnesi e la raccolta del consenso informato del paziente e un’assistenza urgente in caso di eventi avversi sono di esclusiva competenza medica, ha proposto di estendere le vaccinazioni anche alle parafarmacie nei centri commerciali. Una boutade, evidentemente.

Molti i commenti entusiastici nella filiera – da Assoram a Federfarma Servizi – più cauto quello di FarmacieUnite, che in un comunicato stampa ha sottolineato: «Ci riserviamo ogni necessario approfondimento in merito alla sostenibilità economica del farmacista vaccinatore (visto che si parla di invarianza di spesa) e sulla effettiva concretezza della prevista remunerazione “aggiuntiva” che, da una prima lettura, presenta alti profili di astrattezza che non consentono di valutarne l’impatto sulle farmacie». Approfondiremo, numeri alla mano, questi aspetti perché i riconoscimenti sono importanti ma anche la sostenibilità dell’azienda farmacia. Nel frattempo, però, crediamo che per una volta si potrebbero mettere da parte le polemiche – già esplose in questo periodo con la vicenda Federfarma e il fondo di investimento – e tutta la categoria possa accogliere in modo positivo questa svolta epocale.

Un protocollo operativo adeguato che dia linee guida precise sarà poi garanzia di sicurezza e pure un chiarimento sugli spazi in cui vaccinare (anche fuori dalla farmacia?) e sugli aspetti assicurativi. Nulla di impossibile, nulla che colleghi di altre nazioni non abbiano già fatto da tempo.

LAURA BENFENATI

Direttore Responsabile, farmacista e giornalista professionista, da anni direttore delle più note riviste del settore

iFarma-Aprile-21
1 Aprile 2021