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Dicembre 2020

EDITORIALE

Dicembre 2020

Belle parole

Il ministro della Salute Roberto Speranza, intervenuto a Farmacista Più, ha rassicurato i farmacisti sul ruolo prezioso che hanno avuto sul territorio durante la pandemia e ha detto belle parole: «Avete dimostrato in questo periodo drammatico passione, intelligenza, abnegazione e senso di servizio, le qualità che servono a vincere la battaglia del Covid-19». Ha però elegantemente evitato di dare chiarimenti in modo esaustivo sulle cinque priorità per la categoria, ben illustrate dal presidente della Fofi Andrea Mandelli: i vaccini antinfluenzali che non si trovano perché se li sono accaparrati le Regioni, i vaccini Covid sulla cui distribuzione si sa poco o niente, il caos test sierologici e antigenici dove ognuno fa da sé, senza una regia nazionale, il nodo eterno della remunerazione e il rinnovo del contratto dei collaboratori. Il ministro è stato cordiale ma ha dato poche risposte, tranne forse sulla nuova remunerazione, che ha definito «necessaria per rendere la farmacia un presidio territoriale più forte», in linea con quanto sta sostenendo da tempo Federfarma.

Chissà se quest’anno difficile sarà quello in cui si arriverà finalmente a mèta, se questo è un governo davvero così sensibile alla difesa del suo servizio farmaceutico capillare oppure, come temiamo, ci sono in questo momento altre priorità. Del resto di riforma della sanità in un’ottica di deospedalizzazione e di maggiore prossimità si discute da decenni e invece sul territorio ci sono stati solo tagli. E le assurde questioni dei vaccini antinfluenzali e dei test Covid hanno ampiamente dimostrato, per chi avesse ancora dubbi, la grande debolezza della riforma del Titolo V della Costituzione, che ha reso l’accesso alle cure così difforme per i cittadini italiani. La tragica divisione del nostro Paese in fasce colorate dimostra quante disparità, inefficienze, sprechi ed errori ci siano stati nelle diverse Regioni, in alcune più e in altre meno.

E i farmacisti non hanno potuto che adeguarsi: fanno sierologici, antigenici o test rapidi a seconda del luogo d’Italia in cui esercitano la professione. Alla faccia di standard di servizio e protocolli operativi unici, che avrebbero aiutato sia la categoria sia i cittadini. «Dobbiamo investire sulla centralità del Servizio sanitario per far ripartire il Paese», ha detto il ministro. Intanto però, in questi anni, si sono consegnate le farmacie a società di tutti i tipi, Amazon Pharmacy compresa, se deciderà di arrivare in Italia.

Come può essere compatibile una visione così illuminata di potenziamento dei servizi territoriali con la legge 124/2017? Qualche opinionista sui social scrive: si sovvenzionino le rurali deboli e si lasci il mercato al più forte, cioè Amazon Pharmacy, che si occuperà brillantemente della sanità territoriale arrivando a casa del paziente. Non crediamo che il ministro Speranza avesse in mente questo, quando ha detto: «Ogni farmacista sul territorio è un’opportunità per il Servizio sanitario di essere più prossimo ai cittadini». Professionisti, non corrieri. Competenze, sguardi, attenzione, memoria, cura. E tasse pagate in Italia, non è irrilevante. Crediamo sia una battaglia di civiltà prima che di categoria, soprattutto ora che è chiaro a tutti quanto l’investimento in sanità possa salvare un Paese.

Va quindi tutelata in modo agguerrito l’attuale normativa di divieto nel nostro Paese di vendita degli etici on line e vanno regolamentate in modo più strutturato la promozione e la vendita dei farmaci nel web. Le belle parole ai farmacisti non bastano più. Se davvero si crede nel valore del modello di farmacia italiano, le istituzioni dimostrino di avere intenzione di difenderla.

LAURA BENFENATI

Direttore Responsabile, farmacista e giornalista professionista, da anni direttore delle più note riviste del settore

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2 Dicembre 2020