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Dipende? Da voi

L'EDITORIALE

Dipende? Da voi

© PowerUp/shutterstock.com

"Quello che vorremmo capire è se non c’è un progetto di rete che vi convince oppure se non vi siete proprio posti il problema di aderire a una rete. O ancora se aderite a due o tre, quindi a nessuna... La professione va rifondata: servizi, procedure standard, formazione di altissimo livello, reti, poche e forti”. L’editoriale del numero di aprile di iFarma

31 marzo 2022

di Laura Benfenati

Ci ha molto colpito la lettera di Aldo Cacco, titolare in provincia di Treviso, che ci ha comunicato tutto il suo scetticismo nei confronti di iniziative di formazione e informazione passate e future. In realtà lui è un collega molto attento, legge le riviste di categoria, partecipa, scrive, ha idee chiare sul presente e sul futuro della farmacia. Non vuole quindi più sentire i docenti di corsi vari rispondere: “Dipende” alle legittime domande dei titolari, vuole webinar brevi e intensi, suggerimenti pratici, risposte chiare: non c’è più tempo. Nel primo Dompé Talks abbiamo provato a dargliele, queste risposte, entrando nei dettagli di tutti quegli aspetti pratici, economici, fiscali, che si devono affrontare nell’ambito di una trattativa di vendita della farmacia. Proveremo a farlo anche nella seconda puntata, dedicata all’assortimento e all’esposizione della farmacia, e in tutte le altre, parlando di questioni legali inerenti i servizi, di società di farmacie, di gestione, di reti, di telemedicina. Non rispondiamo “Dipende” ai quesiti dei farmacisti perché siamo profondamente convinti che il futuro della farmacia dipenda da loro. Conosciamo bene la situazione attuale, abbiamo già parlato della sindrome da accerchiamento dei titolari, dei competitors che spaventano sempre di più – da Amazon alla Sifo che propone l’home delivery per la diretta – della burocrazia che si mangia il tempo che vorreste dedicare alla professione invece che alle scartoffie. Sì, lo sappiamo, le nuove tecnologie sono faticose, i collaboratori bravi sono introvabili, in certe zone d’Italia non ci sono proprio, ma allora una cosa proprio non ci è chiara: perché l’argomento reti appassiona così poco la categoria? Ne parliamo da quasi due decenni, abbiamo dedicato all’aggregazione un convegno di recente a Milano eppure non c’è entusiasmo da parte della “base”, lo dicono i numeri. Francesco Cavone di Iqvia ci ha raccontato che soltanto il 14 per cento dei titolari si può considerare in catena (vera, di proprietà, ma anche virtuale forte): un po’ poco, non credete?
Quello che vorremmo capire è se non c’è un progetto di rete che vi convince oppure se non vi siete proprio posti il problema di aderire a una rete. O ancora se aderite a due o tre, quindi a nessuna. Perché un network forte, sempre più forte, non solo vi consentirebbe di competere con i soggetti di cui sopra e con gli altri che verranno, ma anche di trovare con facilità i collaboratori, di affrontare quel digitale che tanto vi spaventa, di trovare un supporto nella gestione e nel quotidiano impatto con nuove norme e faticose incombenze. E un network forte potrebbe affiancarvi anche nella formazione e nell’informazione e darvi quelle risposte pratiche che sollecita Aldo Cacco, lui che un percorso concreto sulle reti lo chiede a gran voce, consapevole del valore dell’aggregazione.
Il mondo intorno è cambiato, la farmacia anche, l’innato individualismo del titolare non può fermare ancora a lungo il cambiamento. «Chi si ferma arretra», ci hanno detto Marcello Tarabusi e Giovanni Trombetta al Dompé Talks. Basta lamentarsi, è cambiato il mestiere di tutti, la stanchezza non ha colpito solo i farmacisti e voi avete un patrimonio di credibilità ed empatia che non va sprecato. Leggete il bell’articolo di Cristiano Colalto su questo numero: va rifondata la professione ma bisogna crederci. Servizi, procedure standard, formazione di altissimo livello, reti, poche e forti. Il futuro della farmacia dipende da voi. Da nessun altro.

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