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Economia circolare in farmacia

L'EVENTO

Economia circolare in farmacia

Il farmaco equivalente può innescare circoli virtuosi a vantaggio di comunità e collaboratori, a cui possono essere destinate iniziative di welfare. A Genova la prima tappa del roadshow sulla sostenibilità in farmacia, organizzato con il contributo non condizionante di Teva

29 giugno 2023

di Laura Benfenati

Di sostenibilità in farmacia si parla ancora troppo poco e Teva ci sta dando la possibilità di farlo con relatori straordinari che hanno regalato una serata ricca di stimoli ai titolari di Genova nell’ambito del progetto “La sostenibilità in farmacia. Iniziative a favore dei collaboratori e della comunità”. Il presidente della Federfarma della città, Giuseppe Castello, ha sottolineato l’importanza della formazione in questo momento di grandi cambiamenti per la categoria: la Liguria, tra l’altro, è sempre una Regione pioniera nelle innovazioni che riguardano la farmacia e sta infatti partendo la telemedicina convenzionata.
Cristiano Molteni, direttore vendite di Teva, ha raccontato quanto l’azienda abbia a cuore il tema della sostenibilità economica e sociale in farmacia e quanto il farmaco equivalente possa esserne promotore.

L’impatto sulla comunità

L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, sottoscritta da 193 Paesi delle Nazioni Unite nel 2015, promuove infatti una sostenibilità non soltanto ambientale ma anche economica e sociale, per poter garantire di soddisfare i bisogni della generazione presente senza compromettere quelli delle generazioni future. Erika Mallarini della Sda Bocconi è partita proprio dai 17 Goals dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, sottolineando che «la sostenibilità è una scelta e il contributo che la farmacia può dare è enorme. La farmacia però al momento non è consapevole dell’impatto dei suoi processi sulla comunità e pertanto non li ridisegna e non sfrutta il suo patrimonio di fiducia per sensibilizzare il cittadino. Con Teva e gli altri partner del Channel & Retail Lab stiamo avviando un percorso volto a stilare il manifesto della sostenibilità in farmacia».
Proprio in un incontro del Channel & Retail Lab di Sda Bocconi, di recente, si è sottolineato che le farmacie potrebbero fare tanto nell’ambito della sostenibilità a livello informativo e sociale, perché vi entrano quattro milioni di persone al giorno. L’importante è valutare sempre le implicazioni economiche dei progetti sostenibili che si attuano e promuovere un’economia circolare.

Il farmaco equivalente? Uno strumento di sostenibilità

Il farmaco equivalente è uno strumento per rendere concreto il concetto di sviluppo sostenibile per la comunità e per i propri collaboratori: «Sostenibilità significa pensare alle generazioni future ma la prima generazione su cui si deve focalizzare il titolare è la sua, tutelando la solidità della farmacia», ha spiegato Marcello Tarabusi dello Studio Guandalini. «Preoccuparsi della solidità economica per garantire la sopravvivenza dell’azienda non è soltanto un’opportunità ma un dovere preciso giuridico, perché il Codice della crisi impone di adottare assetti che consentano di prevenire la crisi».
«I numeri supportano il passaggio al farmaco equivalente e vale la pena di dare un’occhiata più approfondita ai dati del proprio gestionale», ha aggiunto Francesco Capri (Studio Guandalini) raccontando le percentuali ancora basse del mercato dell’equivalente, ripercorrendo dinamiche di remunerazione e facendo simulazioni invertendo il mix tra equivalente e brand. Sono state valutate anche le differenze di guadagno tra le modalità di acquisto diretto e i transfer order. Con le risorse risparmiate si può fare molto: «In questo momento è fondamentale fare piani di incentivazione per le farmacie, dando incentivi si guadagna di più», ha spiegato Nicola Posa di Shackleton Consulting. «Tutte le possibilità di creazione di valore sono un’opportunità per l’impresa, quelle più sicure nel medio periodo sono legate alla valorizzazione dei collaboratori. Suggerisco una retribuzione fissa più un’incentivazione variabile con criteri di risultato sia di gruppo sia individuale. Nell’epoca della “Grande dimissione” si possono organizzare programmi per il benessere e la salute fisica e mentale dei collaboratori, strumenti per la conciliazione tra famiglia e lavoro, oltre ai classici bonus trasporti e buoni pasto al servizio del rapporto tra azienda e collaboratore».

Il datore di lavoro delle mamme

Ne è stata un esempio illuminante “Il datore di lavoro delle farmaciste mamme”, come si definisce Alice Diena, titolare a Recco, che oltre a raccontarci le molte azioni che sta promuovendo in farmacia per il risparmio di energia e la tutela dell’ambiente, ci ha spiegato i benefit che ha previsto per le collaboratrici con figli, che fanno della sua farmacia un’azienda in cui c’è la coda per lavorare, in questo momento di ricerca difficile di collaboratori. «Ho dato massima flessibilità lavorativa: orari organizzati settimanalmente, part time, blocchi di cinque o sei ore di lavoro, il tutto per consentire ai dipendenti di gestire meglio il proprio equilibrio tra vita professionale e personale, in particolare le esigenze dei figli», ha spiegato Diena. «Ovviamente questo modello prevede una piccola ridondanza di personale, che però, come analizzato anche con il commercialista rispetto al benchmark è nella media, ma consente di far fare tutte le ferie e i permessi. Ho poi previsto iniziative di supporto psicologico e programma di salute e benessere: collaborando con specialisti quali psicologo, nutrizionista, fisioterapista, massaggiatore, per conferenze e giornate promozionali rivolte ai clienti in farmacia, ho messo gratuitamente a disposizione anche dei dipendenti queste figure, per sessioni di counseling individuale o di gruppo per affrontare lo stress, l’ansia o altre sfide personali». Alice Diena ha poi promosso programmi di incentivazione: «Dopo aver studiato per diversi anni i dati di vendita – perché ricordiamo è l’incremento di valore che è produttivo per l’azienda e consente poi di investire in bonus – ho creato rating e parametri di lavoro che, se raggiunti, portano a un importo in busta pari al 10 per cento circa dello stipendio netto, come premio, fringe benefits o buoni pasto. Il premio ha una parte individuale legata alle proprie performance e una parte legata a raggiungimento obiettivi di gruppo. In aggiunta l’azienda rimborsa ai dipendenti la quota dell’iscrizione all’Ordine e il contributo di solidarietà di Enpaf». Il roadshow sulla sostenibilità prosegue a Bologna il 12 settembre con i farmacisti di Bologna e dintorni.

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