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Giugno 2018

EDITORIALE

Giugno 2018

Non si scherza più

Nei giorni in cui questo numero di iFarma va in stampa, dovrebbe essere presentato il nuovo Governo del Paese. I commenti dei più autorevoli editorialisti e la situazione nelle città governate dai Pentastellati non consentono di essere ottimisti ma ci lascia soprattutto perplessi la lettura del “contratto” di Governo. La parte che più ci riguarda da vicino, quella sulla sanità, sembra un’accozzaglia di “copia e incolla”, di affermazioni esageratamente generiche e di luoghi comuni. Leggendola, non si percepisce grande competenza in materia. Del nuovo ministro della Salute poco si sa, al momento in cui scriviamo, ma inquietano molto le affermazioni sui vaccini che arrivano da entrambe le forze di Governo. Demagogia pura. Il dono di approfondire, ascoltare e documentarsi non è così scontato tra i politici. Di fronte a questo scenario, preoccupante per il Paese, e temiamo in particolare per il ceto medio e i professionisti, due condizioni sono essenziali: che il sindacato cominci a fare il sindacato sul serio e che la base sia compatta più che mai. Entrambe le questioni sono complesse. A livello sindacale abbiamo letto nelle recenti interviste ai presidenti molti buoni propositi ed elenchi di cose fatte (riportate sullo scorso numero). La maggior parte di esse è, a detta di parecchi titolari, solo maquillage, non sostanza. Certo ci vuole tempo per portare a casa risultati significativi per tutelare davvero la categoria ma ora, con la temuta accelerazione sulle questioni critiche, probabile con il nuovo Governo, bisogna essere vigili e pronti. La questione rete passa inevitabilmente in secondo piano, le priorità oggi sono evitare la perdita dal canale della fascia C – concretissima con i Cinque Stelle che spesso hanno sostenuto le parafarmacie – e l’incremento della Distribuzione diretta, stile Emilia Romagna.

Il percorso, lentissimo, che la farmacia sta facendo per ritagliarsi un posto essenziale nella gestione della cronicità del paziente va accelerato. Come leggete nell’articolo a pagina 5, altre categorie sono molto più attive dei farmacisti territoriali, lavorano già da tempo su formazione e modelli. Federfarma si è concentrata nell’ultimo anno su altre questioni – la comunicazione interna ed esterna alla categoria, per esempio, neanche tanto efficace – e si teme si stia arrivando impreparati al momento dell’emergenza. Certo un modello complessivo di “Farmacia futuro” c’è ed è stato illustrato a Cosmofarma ma sono stati già fatti passi concreti per realizzarlo? Ora, intensificando il dialogo con le nuove forze politiche per spiegare cosa è il servizio farmaceutico nel nostro Paese – la sensazione che si ha è che non lo sappiano bene – bisogna procedere in tempi rapidi. D’altra parte a qualsiasi eventuale azione insensata contro le farmacie vanno opposte misure dure in modo compatto. La base non può, come spesso è accaduto in passato, non dimostrare coesione e obiettivi comuni. Ci rassicura che sia Cossolo sia Pagliacci abbiano ribadito più volte che vogliono essere giudicati sui risultati. La base, unita, li sostenga e li aiuti a raggiungerli. Non vorremmo certo vedere Federfarma messa alla prova in tempi così rapidi e con questi interlocutori. «Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie», ha scritto un titolare sul seguito gruppo chiuso di Facebook “Pillole di informazione per titolari di farmacia”. Visione un po’ apocalittica forse ma che ci fa ben capire che non ci sono scuse: su fascia C, distribuzione diretta, gestione della cronicità si valuterà cosa significa essere sindacato sul serio. Qui è a rischio tutto il sistema farmacia, non si scherza più.

LAURA BENFENATI

Direttore Responsabile, farmacista e giornalista professionista, da anni direttore delle più note riviste del settore

Cover_iFarma_n.13_giugno_2018

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