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Maggio 2018

EDITORIALE

Maggio 2018

La strada tracciata

Eugenio Aringhieri, ceo di Dompé, scomparso a 58 anni a fine aprile, oltre a essere un grande manager, era anche sempre a fianco delle farmacie. Ed era un uomo leale, una bella persona. Quando sono andata a L’Aquila, un anno e mezzo fa, per intervistarlo, mi aveva colpito la sua voglia di aiutare i titolari di farmacia a “riconfigurarsi”. Diceva proprio così: «O ti riconfiguri o sarai riconfigurato ma in quest’ultimo caso non sarai tu a governare il processo, altri lo faranno al posto tuo». 

E siccome era uomo di parola e di azione, l’anno successivo aveva commissionato a Doxa una bella indagine sul valore dell’innovazione e il bisogno di wellness, dalla quale erano emersi spunti interessantissimi e sette ritratti della farmacia del futuro. Quest’anno ha invece voluto la ricerca con Laura Iacovone dell’università di Milano sulla digitalizzazione del mondo farmacia, che è stata presentata a Cosmofarma. Era solo l’inizio: con il presidente di Federfarma Marco Cossolo si erano sentiti subito dopo la manifestazione e stavano nascendo nuovi progetti. 

Un tragico destino ha tolto alla sua bella famiglia e alla Dompé, che tanto gli deve, una persona straordinaria. Vogliamo ricordarlo con le parole di una delle sue ultime interviste, a Bologna: «La digitalizzazione è una strada tracciata, la domanda vera è in che modo utilizzarla come mezzo e non come fine, dobbiamo lavorare per capire che ruolo giocare in questo nuovo mondo. Lo dobbiamo fare insieme, è un cambiamento di sistema, non è la sfida soltanto di una categoria ma di tutti, per un modello sempre più integrato e digitale della farmacia dei servizi, con il paziente al centro». 

Eugenio Aringhieri aveva la grande dote di tracciare la strada, lo aveva fatto con risultati straordinari nell’azienda di cui era amministratore delegato, continuava a farlo anche nel nostro mondo

Aringhieri ha sottolineato che l’azienda farmaceutica è storicamente al fianco del farmacista e, in una logica di partnership trasparente, può contribuire a favorire lo sviluppo di una cultura sempre più digitale: «Sono convinto che la contaminazione tecnologica porterà a una farmacia sempre più connessa che sicuramente automatizzerà certi processi per dare spazio ad altri, più nuovi e più in linea con i bisogni del cittadino/paziente». Eugenio Aringhieri aveva la grande dote di tracciare la strada, lo aveva fatto con risultati straordinari nell’azienda di cui era amministratore delegato, continuava a farlo anche nel nostro mondo, sottolineando l’importanza di network, contaminazione e connessione. Gli piaceva molto coinvolgere nei progetti autori, relatori stimolanti, che contribuissero a dare una lettura del settore farmacia da un’altra prospettiva e potessero aiutare i farmacisti ad ampliare gli orizzonti. Ci aveva suggerito, lo scorso anno, di intervistare Gabriele Grecchi di Silk Biomaterials, per esempio, aveva coinvolto nel convegno di Cosmofarma Luca Minotti di EY e Cesare Furlanello della Fondazione Bruno Kessler.

«Come amministratore delegato di un’azienda farmaceutica», scriveva tempo fa, «mi sento parte integrante del processo evolutivo delle farmacie e responsabile di portare un valore aggiunto a tutti i nostri interlocutori di riferimento».

Eugenio Aringhieri era stato nominato l’anno scorso Best performing Ceo in ambito Biotech ma era anche un farmacista, amico dei farmacisti. Ci mancherà moltissimo.

LAURA BENFENATI

Direttore Responsabile, farmacista e giornalista professionista, da anni direttore delle più note riviste del settore

1 Maggio 2018