Settembre 2018
EDITORIALE
Settembre 2018
Una riforma condivisa
Un titolare di farmacia rurale sussidiato, Alberto Fumagalli, ha spedito in luglio una bella lettera ad Aldo Cazzullo del Corriere della Sera, in cui raccontava i disagi e le grandi difficoltà delle farmacie più piccole. Qualche giorno dopo una titolare di parafarmacia, Elena, ha scritto al ministro Grillo e lei ne ha poi parlato in un video su Facebook in cui la rassicurava: «Bisognerebbe fare una riforma complessiva del sistema farmacia perché finora si è intervenuti solo “rattoppando”». Nel giro di qualche ora i presidenti di Federfarma e Sunifar hanno inviato un comunicato stampa in cui Marco Cossolo sottolineava: «Sono certo che il Ministro voglia lavorare a una soluzione che non preveda scorciatoie che premino i soliti furbetti». E Silvia Pagliacci ha aggiunto: «È necessario arrivare a una soluzione strutturale, che tenga conto di tutti i soggetti e non penalizzi i colleghi più fragili, a partire dai titolari di farmacie rurali e di farmacie rurali sussidiate che sopravvivono con un numero molto ristretto di utenti». A seguire, il ministro ha annunciato l’insediamento di un tavolo tecnico di lavoro sui farmaci e sui dispositivi medici a cui, oltre ai rappresentanti di Aifa, Regioni e ministeri, faranno parte quattro autorevoli esperti, in primis il farmacologo Silvio Garattini. La riforma complessiva del sistema farmacia di cui parla il ministro non è il male assoluto se sarà condivisa con tutti coloro che di quel sistema fanno parte e non partirà da presupposti ideologici e da preconcetti. Il punto essenziale è che ruolo avrà in futuro il servizio farmaceutico territoriale nell’ambito del Servizio sanitario. Fatta chiarezza su questo concetto fondamentale, si avranno tutte le risposte a una serie di quesiti che da anni, non da giorni, si stanno ponendo i titolari di farmacia: si farà la riforma della remunerazione e torneranno i farmaci più innovativi nella distribuzione convenzionata?
Si riuscirà ad arginare la Distribuzione diretta? A remunerare i servizi? A ribadire il concetto che i farmaci su prescrizione devono essere dispensati soltanto nelle farmacie? Ad avviare finalmente la presa in carico del paziente, come con risultati più che soddisfacenti si sta facendo in Veneto, e a remunerare le farmacie per tale attività? Cosa sarà la farmacia del domani? Il presidio dove, come accade sempre più spesso, si salvano pazienti dopo aver effettuato un holter pressorio o un negozio in cui vergognosamente si vendono pure infiorescenze di canapa per uso voluttuario? Dal decreto Bersani alle leggi Monti i vari interventi sul settore sono sembrati più che altro manovre insensate, “rattoppi” come li ha chiamati il ministro, e hanno prodotto danni ingenti. A partire al 2001, con la Legge 405, per arrivare allo scorso anno con l’entrata del capitale nella proprietà, la farmacia si è impoverita e indebolita. Gestirne una è sempre più difficile, soprattutto nell’ambito Ssn. Si continua a dire ai farmacisti che il mondo è cambiato, come se non se ne fossero accorti. I costi fissi sono in aumento, si cerca di preservare il lavoro dei collaboratori ma deve crescere il fatturato per addetto e in tutto quello che non è farmaco la concorrenza è spietata, l’e-commerce è in agguato, le politiche aggressive di sconti minano sempre di più la redditività. Per risolvere la situazione di Elena e dei suoi colleghi non si rischi il collasso del sistema farmacia. Sanatorie insensate o fascia C fuori canale rappresenterebbero per le farmacie il colpo di grazia. Finora il ministro ha preferito comunicare via social e non presentarsi alle assemblee importanti del comparto. Nel momento in cui andiamo in stampa non ci risulta alcuna convocazione di Federfarma al ministero e al tavolo tecnico la filiera è stata esclusa. Il timore che l’autunno sarà più caldo dell’estate purtroppo c’è.
LAURA BENFENATI
Direttore Responsabile, farmacista e giornalista professionista, da anni direttore delle più note riviste del settore