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L’emergenza Covid-19 non fermi le donazioni

LA SOLIDARIETÀ

L’emergenza Covid-19 non fermi le donazioni

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Molise, Valle d’Aosta, Basilicata e Trentino Alto-Adige sono le Regioni più propense a donare in farmacia, secondo una ricerca della Fondazione Francesca Rava. Ma il 60 per cento della raccolta si fa in Lombardia. L’alea Covid-19 sul 20 novembre 2020, la data di “In farmacia per i bambini”

15 luglio 2020

di Carlo Buonamico

Come incrementare le donazioni di farmaci per i soggetti più bisognosi? Su quali leve agire? Sono le domande principali di una ricerca promossa dalla Fondazione Francesca Rava e realizzata da Esade Business School.
I ricercatori hanno raccolto i dati delle donazioni di farmaci delle oltre 2.000 farmacie aderenti al progetto della Fondazione Rava per capire quali siano i fattori che influenzano più favorevolmente i risultati della raccolta di medicinali presso le farmacie territoriali. Obiettivo: evidenziare quali siano gli aspetti su cui puntare per migliorare le performance delle prossime campagne di raccolta che si celebrano il 20 novembre di ogni anno, in occasione della Giornata dei diritti dell’infanzia istituita dalle Nazioni Unite.

Nord-Ovest il più generoso. Ma spicca il Molise

Tra gli aspetti presi in esame, è stata cercata la correlazione esistente tra il valore dei farmaci raccolti e il territorio di riferimento, in termini di città e Regione ma anche di densità di popolazione.
Si è così scoperto che le farmacie che partecipano da più di quattro anni alla raccolta promossa dalla Fondazione sono in larga parte concentrate all’interno o in prossimità delle grandi città del Nord Italia, tra cui Milano, Torino, Venezia e Bologna e che il 68 per cento delle farmacie aderenti sono localizzate in Lombardia e nelle Regioni adiacenti. Questo fenomeno rende ragione del fatto che il 60 per cento circa di tutte le donazioni proviene proprio dalla Regione della Rosa Camuna.
Torino, Roma e Brescia guidano l’ideale classifica delle città più generose nella donazione di farmaci, mentre Trieste, Como e Gorizia risultano le meno propense.
Una particolarità, invece, emerge dall’analisi del numero di prodotti raccolti nelle singole farmacie. A fronte di una forchetta compresa tra 65 e 95, spicca il Molise che registra una media di 137,5 prodotti raccolti da ogni farmacia.

Si dona di più dove ci sono meno farmacie aderenti

Ma i ricercatori non si sono limitati a registrare i dati; li hanno anche messi in relazione tra loro. Correlando la propensione a donare con il numero di farmacie aderenti al progetto in ogni singola Regione è emerso che le Regioni con maggiore propensione alla donazione di medicinali – Molise, Valle d’Aosta, Basilicata e Trentino Alto-Adige –  sono quelle in cui la penetrazione del progetto è minore. In altri termini, se si favorisse l’adesione di un maggior numero di farmacie proprio in queste Regioni, si potrebbe incrementare significativamente il numero e il valore dei prodotti farmaceutici raccolti a favore dei bambini più bisognosi.
Sarà quindi fondamentale sviluppare una campagna di comunicazione capace di ingaggiare fortemente proprio le farmacie di queste Regioni. Anche se l’alea del Coronavirus grava sui risultati attesi per il prossimo 20 novembre e rischia di creare una situazione paradossale. L’epidemia potrebbe portare meno persone in farmacia e anche le poche che vi andranno potrebbero essere meno propense a donare a causa della congiuntura economica sfavorevole. Congiuntura che a sua volta, però, sta determinando un sensibile aumento proprio delle situazioni di povertà sanitaria.

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