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Emicrania: non un semplice mal di testa

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Emicrania: non un semplice mal di testa

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Troppo spesso sottovalutata e considerata un "mal di testa", l’emicrania è una vera patologia che colpisce l'11,6% della popolazione. Si chiede aiuto al medico dopo un anno dal primo attacco. Ben sette anni per la diagnosi. I dati della ricerca Censis sponsorizzata da Eli Lilly, Novartis e Teva.

01 luglio 2019

di Carlo Buonamico

L’emicrania pare un comune mal di testa, ma è una vera e propria patologia. Da non sottovalutare.
Secondo i dati della ricerca condotta dal Censis su 695 pazienti con diagnosi di emicrania di età compresa tra i 18 e i 65 anni, sponsorizzata da Eli Lilly, Novartis e Teva, troppo spesso chi è colpito da emicrania tende a pensare sia un semplice mal di testa. Ritardando, quindi, il consulto con il proprio medico persino di un anno dal primo attacco.

Anche se nei casi più lievi e iniziali – l’esordio della malattia si ha in media a 22 anni – circa la metà delle persone riesce a superare il problema assumendo farmaci da banco, la possibilità di essere soggetti a un attacco di emicrania è sempre dietro l’angolo. Ciò provoca ansia in quell’11,6 per cento di italiani, soprattutto donne, che soffrono di questa patologia, fortemente invalidante perché rende “scadente” il proprio stato di salute e condiziona l’attività quotidiana. Quando il paziente è “sotto attacco” non riesce a sopportare né rumori, né luminosità e, a seconda dell’intensità dell’attacco stesso, non riesce a svolgere quasi nessuna delle attività quotidiane domestiche o lavorative anche per cinque giorni.

Ma allora perché solo il 13,6 per cento dei pazienti si rivolge immediatamente al medico per sapere come trattare al meglio l’emicrania? Forse perché, anche se l’80 per cento dice di essere abbastanza informato sulla malattia, circa la metà dei pazienti non è soddisfatto della qualità dell’informazione che riceve, dagli operatori sanitari – neurologo in primis – o in Rete. In particolar modo risulta carente l’informazione che permetta di riconoscere presto i sintomi tipici dell’emicrania, così da non rischiare di confonderla ad esempio con mal di testa comune.

Una volta che sia stata acclarata la diagnosi i pazienti indicano di dover far fronte anche ad altri problemi. Tra questi, il costo dei farmaci, che vengono assunti dietro prescrizione medica nell’82 per cento dei casi. Questi medicinali, per lo più triptani ad azione analgesica e antiemicranica, sono però totalmente coperti dal Ssn solo in un caso su cinque. Diversamente, nel 42,7 per cento dei casi il paziente deve pagare il ticket. Elevata anche la percentuale (37,8) di coloro che acquistano questi medicinali pagandoli integralmente di tasca propria.

Per favorire la conoscenza sociale di questa patologia e per ridurre il rischio di non derubricarla a un semplice mal di testa, ma anche per aiutare chi ne è colpito sul luogo di lavoro, vogliamo segnalare l’iniziativa lanciata da Novartis in occasione della design week milanese. Si chiama “Migraine relief room”, il progetto di un locale da allestire all’interno dell’azienda con colori tenui e luci soffuse, in cui il collaboratore che avverte l’attacco di emicrania può rifugiarsi per cercare di ridurre il proprio malessere.

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