Disco verde per la farmacia dei servizi
MONDO FARMACIA
Disco verde per la farmacia dei servizi
La Conferenza Stato-Regioni approva le linee-guida sulla "farmacia dei servizi". Cossolo (Federfarma): «Si apre la strada per maggiore omogeneità dei servizi sul territorio». Mandelli (Fofi): «Sarà possibile dimostrare quanto il farmacista di comunità, possa contribuire al potenziamento dell'assistenza territoriale».
18 ottobre 2019
di Carlo Buonamico
L’approvazione delle linee di indirizzo per la sperimentazione della cosiddetta “farmacia dei servizi” è arrivata lo scorso 17 ottobre in seno alla Conferenza Stato-Regioni.
Si sono gettate così le basi per una reale attuazione di questa grande progettualità che estenderà ad altre regioni molti servizi sanitari che storicamente sono appannaggio delle strutture sanitarie.
Obiettivo, l’ottimizzazione dell’accesso alle cure e l’efficientamento dei percorsi terapeutici dei pazienti. Con la conseguente riduzione dei costi del Ssn, sia in termini di riduzione degli eventi acuti e quindi delle ospedalizzazioni, sia in termini di un migliore utilizzo della risorsa “farmaco”, anche in virtù di una maggiore aderenza terapeutica resa possibile proprio dai servizi ad hoc resi dalle farmacie territoriali.
«Si tratta di un risultato molto importante, ottenuto grazie alla collaborazione di tutte le organizzazioni di settore – tra cui Fofi, Assofarm, Utifar, Fimmg, Fonmceo e Cittadinanzattiva – che insieme a Federfarma hanno partecipato in maniera costruttiva alla stesura delle linee-guida. Si apre così la strada alla concreta attuazione della farmacia dei servizi», ha dichiarato il presidente di Federfarma, Marco Cossolo.
La soddisfazione per il risultato raggiunto è condivisa anche dal presidente della Fofi, Andrea Mandelli, che evidenzia come grazie a «questa sperimentazione sarà finalmente possibile dimostrare quanto il farmacista di comunità, collaborando con gli altri professionisti, possa contribuire al potenziamento dell’assistenza territoriale. In particolare per i pazienti cronici e quelli più fragili, in tema di accesso alle prestazioni del Ssn, presa in carico dei pazienti cronici e prevenzione».
Dal monitoraggio dell’aderenza alla terapia prescritta dal medico, all’accesso al Fascicolo sanitario elettronico, ai servizi di telemedicina e screening delle principali patologie ad alta incidenza tra i cittadini, anche altre regioni potranno erogare i servizi già offerti dalle farmacie delle prime 9 – Piemonte, Lazio e Puglia nel 2018; Lombardia, Emilia Romagna e Sicilia nel 2019; Veneto, Umbria e Campania nel 2020 – originariamente previste per questa sperimentazione, a valere su un budget di 36 milioni di euro stanziato dalla legge di Bilancio del 2018.
A patto che si trovino i fondi necessari, magari senza ricorrere alle consuete ricerche nelle pieghe del bilancio. Come esplicitamente auspicato anche dal position paper sempre della Stato-Regioni diramato lo scorso giovedì, secondo il quale è necessario “mettere a disposizione, oltre a quanto previsto dall’articolo 1, comma 406 della legge n. 205 del 2017, un’ulteriore quota capitaria a valere sulle risorse per gli obiettivi di piano per le altre Regioni a statuto ordinario che volessero avviare analoghe iniziative“.