informazione, partecipazione, condivisione

I farmacisti? Guerrieri dotati di armi di pace

FOCUS FARMACIA

I farmacisti? Guerrieri dotati di armi di pace

Franco Falorni per iFarma

Con il contributo di

Dompé

Cambiano i rapporti con i clienti-pazienti, dopo questo periodo di lockdown «Non basterà più la telefonata, occorrerà vedere in faccia la persona al di là del “filo” per capire, dall’espressione del suo volto, le eventuali necessità», ci dice Franco Falorni, commercialista a Pisa. «Questo nuovo modello di prossimità potrà sicuramente essere il vaccino giusto contro la pandemia internettiana che porta ad allontanare l’uomo dall’uomo».

8 maggio 2020

di Laura Benfenati 

Franco Falorni non è solo uno degli storici commercialisti del nostro settore, è anche uno straordinario relatore che ha ammaliato aule di farmacisti con i suoi nasi da clown e un autore prezioso per la nostra rivista, in cui racconta magnifiche storie di farmacia.

  • L’emergenza Covid-19 ha visto i farmacisti impegnati in prima linea. Ci sono anche stati però alcuni aspetti positivi in questa fase 1” delle farmacie in trincea, così difficile ma così preziosa per i cittadini. Quali, secondo lei?

I farmacisti sono stati e continuano a essere protagonisti attivi di questo momento unico e vigliacco. Guerrieri dotati di armi di pace e di vita come la professionalità, la prossimità e il coraggio sia nell’esporsi sia nell’accettare dotazioni e percorsi obbligati. I farmacisti, tutti i farmacisti, hanno partecipato a quel coro polifonico insieme a voci che ti spaccano il cuore come i medici, gli infermieri e tutto il personale sanitario che presta servizio nei bunker dove la vita è appesa a un respiratore, a una carezza donata e a una preghiera lontana.

Gli aspetti positivi della fase 1 sono stati quelli che hanno portato, noi, a “ritrovarci” come persone umane, come professionisti e imprenditori attenti alla dignità di coloro che vivono nei nostri habitat. La fase 1 può essere la Pasqua, la resurrezione di ognuno di noi solo se, in questo periodo, si è interrogato, approfondendo il suo vissuto andando alla radice del proprio essere fino a farsi male. È vero, questa falange coesa di professionisti dal camice bianco è stata preziosa per i cittadini ma questo fa parte di una missione richiamata dal proprio codice etico e dalla concessione che lo Stato ha dato per l’apertura della farmacia. Purtroppo, molto spesso, governo centrale e territoriale si sono dimenticati  dell’importanza del bene comune-farmacia e del valore che genera sia a livello sociale che economico.

  • Le farmacie sono rimaste aperte ma i margini sul comparto commerciale si sono quasi azzerati: come vanno i conti dopo due mesi di lockdown?

Fare i conti su questi primi due mesi è improprio, può essere fuorviante. Il prodotto lordo (sistema farmacia) è cresciuto perché oppiato dalla contingenza che ha spinto categorie di prodotti rispetto a quelli abituali. Grande fatica la stanno facendo le farmacie dei centri cittadini, delle zone turistiche e di molti paesi del sud. Queste informazioni le do a “braccio” dopo aver sentito gli umori di alcuni farmacisti sparsi per varie zone italiane che, però, non rappresentano un valido campione. La giusta analisi la farei, a palle ferme, con numeri certi. È importante, invece, simulare come si comporterà la domanda di beni e servizi nei prossimi mesi quando i “morsi” di questa crisi Covid dimostreranno di aver svuotato il portafoglio della gente comune. Con la palla di vetro in mano, e stando alle stime di riduzione del Pil nazionale di fine anno, attorno al 8-9 per cento, è probabile che il sistema farmacia italiano possa ridurre il fatturato di un 3/4 per cento. Se così fosse sarebbe un buon risultato, visto che per il 2021 le stime vedono il Pil crescere.

  • La digitalizzazione è stata protagonista di questi mesi e i clienti-pazienti della farmacia hanno acquistato molto di più on line: qual è il giusto approccio al digitale da parte dei titolari di farmacia?  

Digitalizzazione è una parola complessa che dovremmo tutti studiare bene e approfondire perché spesso la riduciamo a semplici atti o fatti come per esempio la ricetta dematerializzata, la fattura elettronica, l’e-commerce, eccetera. In realtà la digitalizzazione segna un cambiamento di passo, di mentalità, è un processo culturale irreversibile che può portare a tanti miglioramenti nell’organizzazione delle nostre attività e professioni tanto da generare anche maggior tempo libero per noi stessi. Digitalizzare significa dematerializzare i luoghi fisici per comunicare e condividere informazioni in tempo reale, in un unico ambiente connesso e collaborativo anche da remoto. Gli acquisti on line cresceranno in modo esponenziale in relazione all’ingresso, nella vita economica e lavorativa, delle generazioni e delle famiglie native di questa nuova èra. Ma … la salute … il servizio alla salute non potrà essere proposto da un volto di bambola con voce garbata costruita dall’intelligenza artificiale. È evidente che tutti noi che ruotiamo a diverso titolo attorno al sistema salute dobbiamo convincerci che dobbiamo “vendere” servizi e non prodotti.

  • Come si deve affrontare la fase 2”? Quali saranno gli strumenti di cui il titolare di farmacia non potrà più fare a meno?

Il titolare della farmacia non potrà più fare a meno dell’uso dell’Educazione nel mantenere i giusti rapporti con gli altri sia in termini di dotazioni, di distanze, di relazioni.

Il titolare non potrà fare a meno di rivoluzionare i propri percorsi organizzativi interni e di comunicazione esterna. Per quest’ultimo fatto dovrà emanciparsi nell’uso della videochiamata per poter essere presente sempre nella vita-salute dei propri clienti-pazienti. Non basterà più la telefonata, occorrerà vedere in faccia la persona al di là del “filo” per capire, dall’espressione del suo volto, le eventuali necessità. Questo nuovo modello di prossimità potrà sicuramente essere il vaccino giusto contro la pandemia internettiana che porta ad allontanare l’uomo dall’uomo.

Altro argomento su cui il farmacista deve riflettere è il cercare di migliorare il suo “tasso di imprenditorialità” che, mediamente, nel settore è basso. A tal riguardo è bene ricordare la diversa formazione tra managerialità e imprenditorialità: il manager ha bisogno di tecnica; l’imprenditore ha bisogno di cultura.

  • Che ruolo potranno avere le farmacie nella nuova società post Covid-19?

Le farmacie dovranno avere il ruolo che stanno avendo adesso, perché anche in questa occasione abbiamo constatato la loro vitale importanza per il Sistema Paese. Le farmacie, a fianco del governo centrale e territoriale, potrebbero giocare ancora meglio la funzione di Guardiano Prossimo” della salute dei cittadini, basterebbe che le istituzioni si affidassero di più ai loro “concessionari” senza creare “trabocchetti” e doppioni inutili nella Galassia Salute. Basterebbe che vi fosse continuità al bel lavoro di collaborazione che, in questo periodo difficile, si è verificato tra gli organi sindacali, professionali e il Ministero della Salute e gli altri organi tecnici chiamati a prendere decisioni per vincere l’imprevisto e vigliacco alieno.

0 Condivisioni

Altre news

8 Maggio 2020