Formazione universitaria: necessario il numero chiuso in attesa di riforma
NEWS
Formazione universitaria: necessario il numero chiuso in attesa di riforma
Premiare il merito e favorire la scelta consapevole. La formazione universitaria in ambito farmaceutico deve tenere conto anche delle richiese del mercato occupazionale, oggi saturo. D’Ambrosio Lettieri (FOFI): "Prevedere da subito per i nostri Corsi di Laurea l'introduzione temporanea del numero programmato a livello nazionale"
13 febbraio 2019
di Carlo Buonamico
Porta il nome del Presidente di FOFI, nonché deputato in quota Forza Italia, Andrea Mandelli la proposta di Legge n. 1558 presentata lo scorso 31 gennaio alla Camera. Obiettivo, modificare l’art. 1 della Legge n. 264 del 2 agosto 1999. Oggetto della proposta, la modifica delle norme che regolano l’accesso ai Corsi di Laurea in Farmacia e Chimica e Tecnologie Farmaceutiche (CTF).
In altri termini, si chiede di agire affinché non si generi un’offerta di farmacisti superiore a quella che il mercato del lavoro può assorbire. Inserendo da subito “per i nostri Corsi di Laurea – Farmacia e CTF, ndr – l’introduzione temporanea del numero programmato a livello nazionale”, ha detto il Vicepresidente di FOFI Luigi D’Ambrosio Lettieri. Almeno fino a quando la situazione si sarà normalizzata.
Perché già oggi il quadro è critico, avverte FOFI: si laurea ogni anno un numero di farmacisti dieci volte superiore a quello che potrebbe essere occupazionalmente assorbito nell’arco di due anni. I numeri rendono meglio l’idea: 4.700 nuovi farmacisti all’anno contro 448 posti lavorativi disponibili nell’arco di 48 mesi. Una richiesta di nuovi farmacisti che, peraltro, FOFI indica attualmente pressoché nulla. “Se non si interviene nell’arco di un ventennio vi saranno circa 50.000 farmacisti disoccupati che andranno ad aggiungersi ai 13.000 censiti oggi”, ha aggiunto Lettieri.
La soluzione non viene però solo dal blocco all’ingresso dei Corsi di Laurea. Secondo FOFI bisogna agire anche sull’orientamento dei maturandi affinché scelgano consapevolmente il percorso di studi universitari anche in relazione alla reale opportunità di impiego futuro. Bisogna inoltre regolare l’accesso ai Corsi di Laurea con prove di ingresso più specifiche rispetto a oggi. E, non meno importante, premiare il merito degli universitari. Che potrebbe significare consentire di proseguire il Corso di Laurea scelto solo a quanti già il primo anno abbiano collezionato un determinato numero di crediti, a seconda del superamento di un certo numero di esami e con un certo profitto. Dando la possibilità agli altri studenti di passare ad altri Corsi di Laurea tenendo validi gli esami già sostenuti.
Ma c’è di più. In seno alla Federazione si sta ipotizzando anche di eliminare la distinzione tra Farmacia e CTF, e di adeguare gli insegnamenti di un eventuale unico indirizzo di studi al mondo del lavoro che è già cambiato ed è in continuo mutamento. Oltre al fatto di spingere per l’aumento del numero dei posti di specializzazione in farmacia ospedaliera, così da adeguarla alle “effettive esigenze ad oggi non soddisfatte e di contrattualizzare i nostri specializzandi come previsto per quelli area medica”, ha precisato Lettieri.