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Friuli-Venezia Giulia: accordo quadro su Dpc e servizi

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Friuli-Venezia Giulia: accordo quadro su Dpc e servizi

(c) NickSavchenko

Con Luca Degrassi, presidente della Federfarma regionale, facciamo il punto sullo stato dell’arte delle farmacie friulane dopo l’importante risultato raggiunto. L’accesso al Fse apre la strada ai servizi in convenzione

7 luglio 2023

di Rossella Gemma

Un accordo quadro regionale sulla Distribuzione per conto dei medicinali, sulla revisione dei prezzi massimi di rimborso degli ausili e dei dispositivi di assistenza integrativa per diabetici, ma soprattutto sul finanziamento della farmacia dei servizi, che allargherà i servizi erogati dalle farmacie convenzionate pubbliche e private. Sono questi i punti dell’intesa raggiunta in Friuli-Venezia Giulia, tra l’assessorato regionale per la Salute e le associazioni sindacali Assofarm, Farmacieunite e Federfarma.
«Questo accordo andrà avanti fino al 2026 e arriva dopo tre anni e mezzo di proroghe del precedente. Con la pandemia – ci ha spiegato Luca Degrassi, presidente della Federfarma regionale – non eravamo riusciti a compiere lo step successivo rispetto a quello che le farmacie territoriali già facevano sia in tema di Dpc che di servizi. Oggi siamo riusciti a raggiungere questo risultato sia grazie alla nostra tenacia sia perché proprio l’emergenza sanitaria ha fatto sì che anche l’istituzione regionale toccasse con mano il nostro ruolo fondamentale all’interno del Ssn».

Nuove attività sperimentali entro il 2024

Nel corso della pandemia il ruolo della farmacia è stato fondamentale nel riaffermarne la rilevanza nel sistema di assistenza sanitaria, esaltando gli aspetti di prossimità e di capacità di integrazione anche con le strutture regionali. Un ruolo ribadito anche con il nuovo accordo attraverso l’implementazione della Distribuzione per conto in tema di diabete e che porta con sé anche altre questioni. «Il nostro primo obiettivo, adesso, è quello di sperimentare la Dpc dei presidi per il paziente diabetico, ma questa iniziativa è legata a un’altra attività molto importante che abbiamo concordato con la Regione, e cioè la presa in carico del paziente diabetico, con l’obiettivo di produrre non solo una diminuzione dei costi per le aziende sanitarie, e quindi per la Regione, ma anche un’ottimizzazione della logistica delle farmacie e, soprattutto, una nuova attività professionale ad alto valore aggiunto in quanto a monitoraggio e aderenza terapeutica. Queste nuove attività sperimentali partiranno da gennaio 2024 perché fino a dicembre prossimo ci occuperemo della fase della progettazione».

Verso la telemedicina in convenzione?

Ma implementare la Dpc vuol dire anche molto altro. «Tutto questo progetto – continua Degrassi – va a coincidere con un altro, l’accesso al Fascicolo sanitario elettronico: la Regione ne ha dato autorizzazione alle farmacie con il primo obiettivo di poter scaricare la ricetta dem, in modo da consentire la completa dematerializzazione del promemoria cartaceo, superando le attuali criticità di accesso attraverso sistemi emergenziali. E solo a questo punto, allora, saremo anche in grado di svolgere attività di telemedicina in convenzione».
Oggi in Friuli-Venezia Giulia oltre il 50 per cento delle farmacie presenti sul territorio è già operativa per telemedicina in regime privato. Nulla ancora è stato siglato in tema di Ssn, come per esempio già accaduto in Liguria. «Questo è il primo accordo che si fa sulla farmacia dei servizi – spiega ancora Degrassi – perché siamo in una Regione esclusa dal progetto nazionale del 2017, che la sancisce Regione autonoma senza accesso al Fondo sanitario nazionale. Questa peculiarità ci aveva tenuti esclusi fino a oggi dal percorso di sperimentazione, ed è per questo che ci siamo battuti con successo, potendo negoziare con l’istituzione anche a fronte di quello che abbiamo “dimostrato” in questi anni. Tutti i servizi che abbiamo offerto sono stati erogati con soddisfazione sia da parte della Regione sia da parte dei cittadini. In Friuli, per esempio, il ministock per la Dpc esiste da più di sei anni ed è una modalità che garantisce un altissimo livello di servizio. Infatti, con il ministock il paziente trova in farmacia anche il farmaco in Dpc senza dover tornare dopo aver fatto la prenotazione. Oltre il 55 per cento dei farmaci in Dpc viene erogato così, e tutto questo grazie a un’organizzazione e una tecnologia made in Federfarma. Questo aspetto è stato oggetto di una negoziazione forte».

In arrivo due fondi importanti

L’accordo quadro appena firmato, proprio nell’ottica di dare garanzie e concretezza alle attività programmate e riconoscimento a quelle già svolte dalle farmacie del Friuli-Venezia Giulia, anticipa non a caso, con l’assestamento di bilancio che andrà in approvazione entro la fine del corrente mese di luglio, lo stanziamento di due fondi: il “Fondo per la digitalizzazione” da un milione e mezzo di euro – che andrà a tutte le farmacie e «che riconosce il valore della rete sul territorio in modo diffuso e ragionato» – e un secondo, un finanziamento di un milione e seicentomila euro, «che sempre nell’arco del triennio – spiega il presidente Federfarma Friuli – andrà a coprire lo sviluppo delle nuove attività della farmacia dei servizi». Tutti progetti in cui l’attività del farmacista verrà remunerata. Attraverso la fase di programmazione la farmacia dei servizi entrerà nel 2024 nei Lea regionali.
«In conclusione, non voglio sottacere che abbiamo lasciato qualcosa sul campo della negoziazione dei corrispettivi della Dpc, tuttavia bisogna considerare che negli ultimi anni c’è stato un notevole aumento dei volumi (oltre il 70 pr cento) e che la remunerazione nella nostra Regione, con i suoi 6,50 euro + Iva a confezione, era tra le più alte se confrontata con le altre. Questo ci ha in qualche modo imposto anche una necessità di venire incontro ad alcune richieste, così che il corrispettivo per la dispensazione della confezione in Dpc dal 1° ottobre sarà di 5,80 euro + Iva. Abbiamo tuttavia riaffermato l’impossibilità di diminuire il corrispettivo previsto per le farmacie rurali sussidiate e quelle con fatturato più basso. Devo dare atto alla Regione per aver condiviso questa scelta nella consapevolezza di sostenere e riconoscere in maniera concreta la necessità di farsi carico della sostenibilità dell’intera rete delle farmacie», conclude Degrassi.

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