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Il cambiamento, di nuovo

LA VOCE DELLA BASE

Il cambiamento, di nuovo

aldo_cacco

«Adoro il cambiamento, questo irresistibile stimolo a surfare sulle certezze verso un futuro ricco di possibilità. Con tutti questi consulenti che mi chiedono sempre consigli...». Non ci sono solo farmacisti scettici, ma anche superstar con un ego smisurato. Che però a volte vanno ascoltati

16 marzo 2023

di Aldo Cacco, farmacista

Adoro il cambiamento.
Mi telefona Sergio, un farmacista di Roma che ha letto su iFarma Digital quello che ho scritto sul cambiamento. Non ci conosciamo, ma lui vuole intervenire per criticare le mie parole.
Esordisce così: «Io adoro il cambiamento». Poi continua: «Per me il cambiamento è una speranza, il cambiamento è una promessa, il cambiamento è una strada da percorrere verso un futuro migliore».
«Sono certo che un cambiamento imponga di capire come comprenderlo, a cosa potrà portare».
«Il cambiamento stimola la mia curiosità e il mio desiderio di scoprire nuove vie».
«Non posso predire il futuro, ma quello che succederà obbliga a essere curiosi, a porsi delle domande, a immaginare degli eventi per i quali non si conosce ancora la soluzione, a ricercare dei risultati che possano soddisfare le proprie aspettative, accettando anche gli errori – io ne faccio pochissimi – come parte del percorso di miglioramento».
«Credo di sapere che non siamo in molti a possedere già le informazioni che mancano ad altri. Soprattutto mancano a te, farmacista immobile e pauroso».
«Io mi confronto spesso con Nicola, mi telefona quasi tutte le settimane, per avere i miei commenti su quello che scrive e dice».
«Ed Erika? Anche lei prima di scrivere qualche cosa mi interpella, quando viene a Roma è un continuo farmi domande per chiarirsi i pensieri».
«Ma il più assiduo nel ricercare le mie idee è Damiano… Damiano chi? Ma non conosci proprio nessuno, farmacista ignorante».
«Marcello e Giovanni? Vogliono incontrarmi tutti i mesi, desiderosi delle mie consulenze».

Dopo questa filippica ho cercato di replicare ma non c’è stato modo. È troppo bravo e intelligente per me, povero farmacista di provincia, per giunta anche anziano e con (secondo lui) qualche accenno di demenza senile.
Perciò ha continuato: «Adoro i cambiamenti che ci sono stati in questi ultimi anni, che sono stati faticosi, ma pieni di promesse e ricchi di opportunità. Con nuove mansioni, nuove competizioni, nuove responsabilità, nuove difficoltà per tanti, ma non per me».
«Le catene di farmacie le ho inventate io. Quando alcune di queste devono comperare una nuova farmacia, vengono a chiedere a me se ne valga la pena o meno. Addio, farmacista di serie Z».
E ha messo giù il telefono.

Mi scuso con le persone di cui ho parlato, che ho coinvolto senza il loro permesso, inconsapevoli attori di questa storia.
Ringrazio Sergio, protagonista con le sue fanfaronate, ma che ha detto anche cose giuste, eccetto quella sulla mia demenza senile: non più un accenno, ma conclamata.

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