Il patto (quasi) impossibile: Grillo e Renzi firmano per la scienza
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Il patto (quasi) impossibile: Grillo e Renzi firmano per la scienza
Con la regia di Roberto Burioni, 5 Stelle e Pd alleati a sostegno del valore universale della scienza. Ma la scelta pro-vax non piace ai grillini
14 gennaio 2019
di Carlo Buonamico
La notizia è una di quelle che fanno restare per qualche secondo a bocca aperta. Un patto tra Beppe Grillo e Matteo Renzi.
Si tratta del “Patto trasversale per la scienza” sottoscritto in primis dai due leader politici e poi da altri numerosi personaggi del mondo della politica e di quello scientifico, nell’ottica del “riconoscimento che il progresso della scienza è un valore universale dell’umanità, che non può essere negato o distorto per fini politici o elettorali”. Così si legge sul blog medicalfacts.it del ricercatore simbolo dell’importanza delle vaccinazioni per la tutela della salute pubblica Roberto Burioni, regista di questa storica pagina di impegno politico bipartisan – speriamo sia mantenuto – a favore di un progresso scientifico e medico scevro da pregiudizi e manipolazioni populiste.
Un evento di notevole portata, soprattutto considerando che oltre che pro scienza tout court, di fatto il Patto indica la presa di posizione pro vax del leader del Movimento 5 stelle. Come dire, dal bianco al nero, dopo gli anni di sostegno del movimento alle fronte no vax, contrarie a ogni obbligo vaccinale e sostenitrici del fatto che l’affaire vaccini fosse solo una bieca operazione di mercato a favore di big pharma.
Ma tant’è. Venuto a più miti consigli il leader pentastellato ha cambiato idea grazie alle spiegazioni del ricercatore Guido Silvestri, che lo ha convinto non tanto sui vaccini, quanto sul fatto che “la politica non possa dividersi su argomenti scientifici” si legge dalle colonne del Corriere della Sera.
E mentre l’elenco de firmatari del Patto si allunga – chiunque può aderire inserendo il proprio nome sul sito www.medicalfacts.it – si è scatenata la bufera all’interno del movimento. A partire dall’apice, con il vicepremier Luig Di Maio che con un <<va bene la scienza, ma Burioni no>> prende le distanze da vaccini & co, fino alla base che in rete si è letteralmente rivoltata postando messaggi in forte contrasto con questa decisione. Tra grillini c’è chi usa il famoso “vaffa” contro Grillo e chi arriva perfino a minacciare di cambiare schieramento politico come reazione di stizza e di non più condivisione con le mosse del leader 5 stelle.
Insomma una vera e propria bagarre che potrebbe costare caro a livello elettorale ai 5 stelle.
Dopo il malcontento derivante dalla mossa da voltagabbana del governo pentastellato per il caso Tap – molti aderenti al movimento stracciarono la tessera elettorale – potrebbero verificarsi nuove fuoriuscite dal movimento soprattutto appartenenti alla parte più “dura e pura”.
I primi esiti di questa generale poca coerenza, potrebbero già manifestarsi alle prossime elezioni europee. Lo vedremo tra poco. Maggio è vicino.