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Il Ssn al banco di prova della società odierna

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Il Ssn al banco di prova della società odierna

Oasi 2018 - foto by Domenico Russo

Ph: Domenico R. Russo

Rapporto Oasi 2018: il servizio sanitario italiano è tra i migliori al mondo, ma deve affrontare molte criticità derivanti dal veloce mutamento del quadro sociale. I ministri della Salute dei primi 40 anni del Ssn <>

29 novembre 2018

di Carlo Buonamico

Chissà se il ministro Tina Anselmi – ex partigiana e prima donna ad aver ricoperto la carica di ministro nella storia della nostra Repubblica, ndr – avrebbe immaginato che il Servizio sanitario nazionale (Ssn), che vide la luce il 23 dicembre 1978 quando lei era alla guida del dicastero della Salute, avrebbe un giorno spento 40 candeline. E chissà se si sarebbe immaginata le profonde trasformazioni di cui è stato protagonista nell’arco di quattro decenni.

Domande a cui hanno cercato di rispondere ospiti di rango intervenuti oggi 29 novembre alla presentazione del Rapporto Oasi realizzato dal Cergas Bocconi. L’occasione è stata così importante da essere riuscita a riunire al tavolo dei relatori, alcuni in remoto, gli ex ministri della Salute De Lorenzo, Garavaglia, Bindi, Sirchia, Balduzzi e Lorenzin, in rigoroso ordine di apparizione secondo la cronologia che li ha visti ricoprire nel tempo questa carica governativa.

Ebbene, per riassumere in estrema sintesi i dati presentati e i commenti dei relatori, potremmo dire “compiere 40 anni e un po’ sentirli”.

Il Ssn italiano è infatti tra i migliori al mondo in termini di copertura sanitaria universalistica, ma deve fare i conti con un quadro socio-demografico profondamente diverso da quello che lo ha tenuto a battesimo. Non può dormire sugli allori, hanno affermato gli esperti di economia e management sanitario, ma deve continuamente rinnovarsi per trovare soluzioni a una realtà sociale ed economica fluida e in continua evoluzione.

Nel tempo ha prodotto eccellenti risultati, quali la diminuzione della mortalità infantile dl 16 al 3- per cento, e l’innalzamento dell’aspettativa di vita che è di 82,5 anni (dati 2016). Ma con profonde differenze territoriali in termini di qualità: l’aspettativa di vita senza malattia varia dai 69 anni per i cittadini di Bolzano ai 52 di quelli calabresi.

Un dato che fa riflettere soprattutto se si pensa alla connotazione data dalla Carta Costituzionale proprio alla salute: un diritto individuale, di interesse per la collettività, volto all’uguaglianza dei cittadini. <<La sfida per il presente e per il futuro è tenere sempre presente la definizione di salute prevista dalla Costituzione>> sottolineano concordi i ministri intervenuti.

Le leve su cui agire sono quelle dell’<<investimento nelle politiche di prevenzione delle cronicità>> dice Sirchia, ma anche <<potenziare l’assistenza domiciliare integrata (Adi) per i malati di cancro>> aggiunge De Lorenzo. Senza dimenticare i “grandi vecchi”, che dopo gli 85 anni sono soggetti a molteplici eventi di ospedalizzazione che vede però in molti casi la mancanza di Adi.

La sfida è tutt’altro che semplice, perché i nodi da sciogliere sono molti e di diversa natura: gestionale, di processo, economica e soprattutto umana. Per trovare le migliori soluzioni, come ha ricordato l’ex ministro Bindi, bisogna che chi siede sugli scranni di Camera e Senato ricordi sempre che <<la Sanità non è un capitolo secondario della politica, perché è un diritto fondamentale di tutti>>.

Tutti abbiamo partecipato alla presentazione del Rapporto Oasi e vi daremo conto delle principali evidenze emerse nel numero di febbraio 2019 del nostro giornale.

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