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La farmacia guarda al futuro: attenzione ai nuovi servizi e alla relazione

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La farmacia guarda al futuro: attenzione ai nuovi servizi e alla relazione

Secondo una survey condotta dall’azienda biotech U-Earth, i farmacisti sono imprenditori orientati all’innovazione, che pensano la propria attività come un punto di accesso al Ssn in grado di offrire servizi e prodotti distintivi

8 febbraio 2024

a cura della Redazione

Non ci sono dubbi sul fatto che le farmacie, oggi, siano considerate il primo punto di accesso al Servizio sanitario nazionale, anche in chiave di prevenzione, e che rappresentino un vero e proprio avamposto del benessere dove, accanto ai farmaci tradizionali, i clienti-pazienti cercano prodotti e servizi innovativi. La conferma arriva da un’indagine (“La farmacia del futuro. Imprenditori orientati all’innovazione”) condotta da U-Earth, azienda biotech italiana che ha sviluppato una tecnologia per la depurazione professionale dell’aria. La ricerca è stata condotta su un campione di 30 farmacie innovative di Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana e Lazio.

Nuovi prodotti e servizi per differenziarsi

Il report evidenzia come per il 28 per cento del campione di farmacie intervistato il principale vantaggio competitivo in questo settore riguardi la disponibilità di nuovi servizi da offrire ai clienti. Servizi che si portano dietro la necessità di competenze e quindi la ricerca di nuove risorse da inserire nell’organico (16 per cento). Aggregando le voci Prodotti innovativi, Localizzazione e Servizi on line/marketing si arriva a un 33 per cento di risposte positive, confermando l’importanza del marketing (prodotto, promozione, posizione) come leva strategica di sviluppo.
In questa prospettiva di crescita, il rapporto con i fornitori diventa essenziale, trasformandosi da relazione di servizio a vera e propria partnership, le cui aspettative sono sostanzialmente legate a due elementi: prodotto e supporto. Il primo è fondamentale in tutte le sue sfaccettature (65 per cento): l’aspetto economico prima di tutto (marginalità e scontistica), ma anche l’adattabilità, la distintività (per esempio: prodotti “non disponibili in Gdo” o “convincenti”) e la flessibilità degli stock. Tra i prodotti più interessanti per i farmacisti ci sono gli integratori di alta qualità (26,2 per cento), dermocosmesi evoluta (19 per cento), prodotti dietetici (15,5 per cento). Questi ambiti rappresentano non a caso un’opportunità di espansione e diversificazione per le farmacie, rispondendo in modo concreto al nuovo approccio olistico della salute e del benessere, evidenziato dalla ricerca.
L’aspettativa di prodotti nuovi/speciali traina – fisiologicamente – la seconda richiesta: il supporto (29 per cento), fatto di presenza, assistenza, materiali per la comunicazione e il marketing. Centrale è quindi il tema del “fattore umano”, importante nella relazione farmacista-cliente quanto in quella farmacista-fornitore.

Il rapporto con l’ambiente

Se la parola chiave è dunque “prevenzione”, tendenza registrata dal 28,6 per cento dei farmacisti nell’approccio dei clienti dopo la pandemia, meno consapevolezza c’è invece sul tema del rischio ambientale. Secondo gli intervistati solo il 20 per cento degli utenti è attento a questa problematica, che invece rappresenta una priorità proprio per i farmacisti. L’87 per cento del campione intervistato ha infatti dichiarato di aver fatto investimenti per assicurare lo staff da rischi di contagio da virus e batteri e dall’inquinamento e il 30 per cento ha adottato sistemi di purificazione dell’aria.

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