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La pubblicità della discordia di Regione Toscana

L’ATTUALTÀ

La pubblicità della discordia di Regione Toscana

“Torna a casa con le medicine in tasca”: un annuncio invita i pazienti a passare dalla farmacia ospedaliera per la terapia prescritta. Per il presidente di Federfarma Pisa, Paolo Nanni, un’idea espressa con modalità ingiustamente competitive nei confronti delle farmacie territoriali

27 aprile 2023

di Rossella Gemma

Non è passata inosservata la campagna pubblicitaria realizzata dalla Regione Toscana in collaborazione con le Aziende Ospedaliere locali che invita i pazienti in dimissione a “passare dalla farmacia dell’ospedale” per tornare a casa “con le medicine in tasca”. Una sorta di raccomandazione dalle caratteristiche troppo commerciali che non è piaciuta ai farmacisti territoriali della zona.
«Se avesse avuto un’impronta più istituzionale, non avrebbe suscitato tutto questo malcontento», spiega il presidente di Federfarma Pisa Paolo Nanni, che aggiunge come «dovrebbe essere un diritto del cittadino uscire dall’ospedale già in possesso della terapia, per poi attuare il prosieguo con il Mmg e la farmacia territoriale con farmaci in Dpc o convenzionata». Nanni puntualizza che i due servizi farmaceutici, quello ospedaliero e territoriale, «non devono porsi come antagonisti, così come il cartello pubblicitario è sembrato voler sottolineare, ma devono in qualche modo compenetrarsi».

Un sistema che funziona?

La distribuzione diretta del farmaco da parte delle strutture pubbliche (ASL, ospedali) è da tempo oggetto di ampia discussione, al punto che la XII Commissione della Camera dei deputati ha ritenuto necessario avviare, a marzo 2022, un’indagine conoscitiva. L’obiettivo è quello di acquisire elementi informativi volti a fotografare l’attuazione della normativa vigente con riferimento alla distribuzione diretta e alla distribuzione per conto del farmaco, verificando l’efficacia, l’efficienza e l’economicità di questi processi e, quindi, dell’azione della pubblica amministrazione. Ulteriore finalità è anche assicurare che i modelli organizzativi impiegati sui territori garantiscano un’assistenza farmaceutica omogenea.
Secondo i dati dell’Ufficio Monitoraggio della spesa farmaceutica e rapporti con le Regioni dell’Aifa, la distribuzione dei farmaci direttamente dagli ospedali o “per conto” tramite le farmacie vale nel complesso oltre 8 miliardi, rimborsati dal Ssn, e ha diversa eterogeneità sul territorio, con punte del 90 per cento di incidenza sul totale in Emilia Romagna.
«La Regione Toscana – sostiene il presidente di Federfarma Pisa – è alla ricerca di recuperare risorse e risparmi e ha individuato anche nella dispensazione diretta dei farmaci una via per farlo, non considerando che le vere forme di risparmio sono altre. Ma soprattutto non si tiene conto dei grandi sacrifici che ogni giorno fanno i farmacisti territoriali sia in fatto di orari sia di servizi offerti ai cittadini. Quello che abbiamo cercato sempre di sottolineare come Federfarma – conclude Nanni – è che tutte le prescrizioni fatte sul territorio rimangano distribuite dal territorio».

Il disappunto dei farmacisti territoriali

A sintetizzare lo scontento dei farmacisti sull’opportunità di una pubblicità «così esplicitamente condizionante» è Antonio Coletti, titolare di farmacia in provincia di Pisa. «Al di là della scorrettezza nei nostri riguardi, invitare i pazienti in dimissione al ritiro dei medicinali in farmacia ospedaliera comporta anche una riduzione del servizio, visto che le farmacie ospedaliere hanno orari molto ridotti rispetto a quelle territoriali. È indubbio, e la pandemia lo ha dimostrato, che la farmacia sotto casa offre servizi insostituibili che ormai sollevano il Ssn, e soprattutto il cittadino, dall’affanno delle liste di attesa o, come nel caso della distribuzione per conto, dal dover percorrere distanze importanti per recarsi nelle farmacie ospedaliere».

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