informazione, partecipazione, condivisione

La salute non è uguale per tutti

L'ATTUALITÀ

La salute non è uguale per tutti

atlante-disuguaglianze

Obiettivo della pubblicazione Aifa è stato valutare come, pur nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale, l’accesso al farmaco per le principali malattie croniche sia correlato a fattori socio-economici come l’istruzione, l’occupazione, la composizione del nucleo familiare, la densità e la condizione

23 settembre 2021

di Carlo Buonamico

Vivere in aree svantaggiate, dal punto di vista economico e sociale, significa consumare più farmaci. Soprattutto nel caso si sia affetti da patologie croniche. Lo rivela il primo “Atlante delle disuguaglianze sociali nell’uso dei farmaci per la cura delle principali malattie croniche”, redatto dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) nell’ambito dei rapporti dell’Osservatorio sui Medicinali (Osmed), che ha indagato chi, dove e come si consumano i medicinali per patologie degli adulti quali ipertensione, dislipidemie, ipotiroidismo, ipertiroidismo, depressione, demenza, morbo di Parkinson, osteoporosi, ipertrofia prostatica benigna, iperuricemia e gotta, diabete e broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco). E nei bambini, per quanto riguarda asma, epilessia e disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività.

Opportunità economiche e cura

Partendo dai dati di prescrizione farmaceutica territoriale a carico del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn) è emerso che il consumo di farmaci aumenta al diminuire delle opportunità economiche della zona di residenza, a loro volta collegate con lo stato di salute derivante in parte anche dall’adozione di stili di vita non corretti. Ciò è vero soprattutto per i farmaci antipertensivi, gli ipolipemizzanti e, nelle donne, per gli antiosteoporotici.
Una nota positiva arriva però relativamente all’andamento della terapia cronica. Una volta che il paziente inizia ad assumere i medicinali prescritti, generalmente lo fa seguendo correttamente quanto indicato dal medico e lo fa per un periodo di tempo lungo. Mettendo in luce quindi che la compliance non è una variabile dello stato di deprivazione socio-economica del paziente.

Un’analisi che mancava

«L’Atlante risponde a un indirizzo istituzionale a livello nazionale ed europeo che da tempo raccomanda di concentrare l’attenzione su questi temi. È il punto di partenza di un progetto ambizioso, condiviso con alcuni dei principali gruppi di ricerca italiani. Questa rete è adesso a disposizione per ulteriori analisi che possono informare le politiche nazionali o locali riguardo alla riduzione o alla mitigazione delle disuguaglianze», ha sottolineato Francesco Trotta, dirigente del Settore Hta (Health technology assessment) ed Economia del farmaco di Aifa.
Ma vediamo in dettaglio cosa è emerso per le diverse classi di farmaci considerate.

Popolazione adulta

  • Antipertensivi
    • Consumo maggiore negli uomini rispetto alle donne con differenze regionali in linea con la distribuzione geografica della prevalenza della patologia.
    • Aderenza è del 57,8% negli uomini e del 48,5% nelle donne
    • Persistenza in terapia: 54,2% negli uomini e 45,0% nelle donne, senza differenze statisticamente significative per deprivazione sia all’interno delle regioni che tra regioni.
  • Dislipidemie
    • Il consumo inferiore tra le donne rispetto agli uomini, non rispecchiando la maggiore prevalenza della patologia nelle donne.
    • Aderenza alla terapia: 51,9% negli uomini e 40,5% nelle donne
    • Persistenza: 51,8% negli uomini e del 43,4% nelle donne, in entrambi i casi con valori maggiori al Nord.
  • Ipotiroidismo
    • Consumo di preparati tiroidei: più elevato al Centro-Sud e maggiore nelle donne rispetto agli uomini coerentemente con l’epidemiologia della patologia. Per entrambi i generi il consumo è maggiore nei soggetti più svantaggiati, specialmente se donne del Lazio e delle Marche.
    • Aderenza e persistenza: molto basse, soprattutto tra le donne.
  • Ipertiroidismo
    • Consumo dei farmaci antitiroidei: complessivamente basso, con valori più elevati al Sud, coerentemente con l’andamento geografico dell’incidenza della patologia, e nelle donne. All’aumentare dell’indice di deprivazione il consumo aumenta al Nord e decresce al Centro-Sud.
    • Aderenza e persistenza: complessivamente bassa, senza influenza rilevante dal grado di deprivazione socio-economica dei soggetti.
  • Depressione
    • Consumo di farmaci antidepressivi: maggiore per le donne in linea con la differenza di genere della patologia. Il consumo è maggiore al Centro-Nord e aumenta all’aumentare del tasso di deprivazione. Aderenza: leggermente superiore nelle donne.
    • Persistenza: sostanzialmente analoga tra generi.
  • Demenze
    • Consumo: maggiore nelle donne coerentemente con la diversa prevalenza della patologia per genere. In molte Regioni si osservano consumi più bassi tra le donne nelle aree più svantaggiate.
    • Aderenza e persistenza: in generale basse, anche se nel caso della persistenza esiste un gradiente crescente Nord-Sud.
  • Morbo di Parkinson
    • Consumo: più elevato negli uomini, in linea con la differenza di genere per la malattia. Presenza di un gradiente geografico Nord-Sud, con valori più elevati nelle province del Centro-Sud e con un aumento inversamente proporzionale al livello di deprivazione.
    • Aderenza e persistenza: molto basse, più alte negli uomini e con un gradiente crescente Nord-Sud.
  • Osteoporosi
    • Consumo: più elevato nelle donne e al Sud rispetto al Nord, coerentemente con le caratteristiche epidemiologiche della patologia, e maggiore per i cittadini delle aree più deprivate.
    • Aderenza: circa il 70% in entrambi i generi
    • Persistenza: del 51,8% nelle donne e del 43,4% negli uomini.
  • Ipertrofia prostatica benigna
    • Consumo: è maggiore tra gli uomini che abitano nelle zone più deprivate. Si tratta di una relazione diretta in 9 delle 20 regioni (7 al Centro-Sud), ma si inverte in quasi tutte le regioni del Nord.
    • Aderenza: 62,0%, con differenze regionali e provinciali
    • Persistenza: 47,6%.
  • Iperuricemia e gotta
    • Consumo: più che doppio negli uomini rispetto alle donne, in linea con quanto noto sulla differenza di genere per la patologia, in aumento al crescere della deprivazione.
    • Aderenza: molto bassa, 24,6% negli uomini e 22,7% nelle donne
    • Persistenza: molto bassa, 17,5% negli uomini e 14,9% nelle donne.
  • Diabete
    • Consumo: più elevato negli uomini, con un gradiente geografico Nord-Sud e uno crescente a sfavore dei soggetti residenti nelle aree più deprivate, soprattutto se donne.
    • Aderenza alla terapia: bassa, 37,6% negli uomini e 31,6% nelle donne, più elevata tra i residenti nelle aree meno deprivate
    • Persistenza: 43,2% negli uomini e del 36,8% nelle donne.
  • Bpco
    • Consumo: maggiore negli uomini con valori più alti al Centro-Sud rispetto al Nord e maggiore nella fascia di popolazione residente nelle aree più svantaggiate.
    • Aderenza: 36,1% negli uomini e 30,5% nelle donne.
    • Persistenza: 23,7% negli uomini e 18,0% nelle donne

 

Popolazione pediatrica

  • Asma
    • Consumo: maggiore nei maschi, concordemente alla distribuzione dati epidemiologici disponibili sulla patologia, più elevato nel Centro Italia e nei soggetti residenti nelle aree più deprivate.
  • Epilessia
    • Consumo: molto basso, leggermente maggiore nei maschi, in linea con l’epidemiologia della malattia, e con un gradiente geografico crescente Nord-Sud.
  • ADHD
    • Consumo: molto basso, con valori più elevati nei maschi in linea con la prevalenza di genere del disturbo, con un gradiente crescente Nord-Sud e in aumento al diminuire dell’indice di deprivazione. Per quanto riguarda la deprivazione, i tassi di consumo seguono un andamento crescente dal terzile più deprivato a quello meno deprivato.
0 Condivisioni

Altre news

23 Settembre 2021 ,