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Luglio 2020

EDITORIALE

Luglio 2020

Un nuovo inizio

In una piacevole chiacchierata con Giuliano Corti, che tiene su iFarma la rubrica Riflessioni sul presente, abbiamo discusso sugli aspetti positivi del post emergenza, perché di sicuro ce ne sono. Questa cappa di inquietudine e di incertezza che ha travolto tutti induce presbiopia, chiusura, ulteriore paura e impedisce di pensare in modo costruttivo al cambiamento, alle soluzioni, al vicino, alla prossimità che tanto ci appassiona perché le farmacie ne sono l’emblema. Non c’è momento migliore di questo, invece, per buttare il cuore oltre l’ostacolo e per cercare di chiamare a raccolta tutti coloro che possano dare un contributo per rendere concreta la farmacia del futuro di cui parliamo da anni. «Non c’è più tempo», ribadisce il presidente di Assofarm Venanzio Gizzi nell’intervista a pagina 11, sottolineando che «senza cambiamenti radicali non c’è futuro per una farmacia in cui il ruolo professionale deve prevalere su quello commerciale».

Non crediamo che in questo tempo difficile, per il Paese e non certo soltanto per il nostro settore, si possa ancora lasciare spazio all’interno della categoria alle polemiche e delle recriminazioni. Le elezioni di Federfarma si sono svolte on line e, anche se alcune associazioni hanno disertato il voto, sono state troppo poche per compromettere un risultato annunciato. Punto e a capo.

Marco Cossolo ha dichiarato, nella conferenza stampa con i giornalisti del settore, che non si ricandiderà se fra tre anni non avrà realizzato almeno il 60-70 per cento del suo programma. I cardini dell’azione di Federfarma sono stati riassunti dal presidente in sei punti, divulgati alla “base” via social: rapida attuazione dei nuovi servizi in farmacia, riprendere le trattative per la nuova remunerazione, nuova Convenzione e sostenibilità economica della farmacia, rinnovare il contratto dei collaboratori, risolvere i nodi relativi alle parafarmacie, valorizzare il ruolo della farmacia a partire dalla Dpc. Alcuni titolari hanno sottolineato che molti di questi punti erano già nel programma di tre anni fa ma «i processi legislativi sono lentissimi», ha detto Cossolo, «ci sono stati tre Governi diversi in questi tre anni ma abbiamo comunque rafforzato il ruolo delle farmacie e recuperato risorse e siamo a buon punto con i lavori sulla Convenzione, nella cui bozza ora sono inclusi Dpc e farmacia dei servizi che prima non c’erano». La lista dei farmaci in Dpc unica per tutte le Regioni rimane un grande nodo da sciogliere, così come la compattezza della filiera per riuscire ad arrivare alla nuova remunerazione.

Il passaggio da una farmacia di dispensazione a una farmacia di relazione è ineluttabile, ha ribadito Cossolo: «La capillarità non basta più, dobbiamo dare un valore professionale alla dispensazione. Nell’emergenza le farmacie hanno dato prova di rappresentare un sistema efficiente, tecnologicamente avanzato, capillarmente diffuso, accessibile, democratico e velocemente responsivo. Dobbiamo essere consapevoli che indietro non si torna e ci saranno di grande aiuto, nello sviluppo di una farmacia con un ruolo primario nelle reti dell’assistenza territoriale, le società partecipate di Federfarma: da Credifarma a Promofarma, da Promofarma Sviluppo a Sistema Farmacia Italia». Su alcune, come Sfi, permangono le nostre perplessità ma poche polemiche, è il momento dell’azione.

E anche dell’ascolto di tutte le varie anime della categoria e dei singoli titolari che sono una forza immensa di professionalità e passione. È da una maggiore connessione con loro, che forse è mancata nel mandato precedente, che la “nuova” Federfarma può ripartire. Se qualcosa ci ha insegnato l’emergenza Covid-19 è che i nodi vengono al pettine e che “chiacchiere e distintivo” non bastano più. Ne sono di certo consapevoli i titolari di farmacia ma, crediamo, anche i loro nuovi vertici. Ad maiora.

LAURA BENFENATI

Direttore Responsabile, farmacista e giornalista professionista, da anni direttore delle più note riviste del settore

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30 Giugno 2020