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Morire o salvarsi da soli?

LA VOCE DELLA BASE

Morire o salvarsi da soli?

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Non è uno scoop: la farmacia non è più quella di una volta. Per trovare un futuro a questa nuova entità, la farmacia dei servizi, occorre combattere. Ma tutti assieme, o si rischia di soccombere in un clamoroso silenzio

8 settembre 2022

di Aldo Cacco,
farmacista a Mogliano Veneto (TV)

Ho un amico che guida un’importante realtà industriale del mondo della farmacia italiana. È un imprenditore di successo, ma anche un farmacista, con una farmacia di proprietà della sua famiglia da più generazioni, tanto che potrebbe entrare, avendone i titoli, nel ristretto numero degli Hénokiens, il club mondiale delle imprese centenarie.

Io invece sono farmacista titolare dal 2000, un lattante della professione se devo pensare a suo padre, ai suoi nonni, bisnonni e trisnonni che hanno potuto tramandare la loro professione di generazione in generazione.

Questo aspetto dell’impresa familiare non è così raro nella storia della farmacia italiana. I vecchi farmacisti non avevano bisogno di pensare di salvarsi da soli, già lo facevano perché non avevano bisogno di niente e di nessuno. La farmacia di una volta era un’entità forte che si perpetuava autonomamente.

Poi arrivarono le Asl, i farmaci da banco, la politica, i servizi in farmacia con la misurazione della pressione a fare da battistrada, nonostante l’ostracismo dei medici. Poi arrivarono tante altre cose, alcune delle quali non sono più solo storia ma attualità.

Ma a che serve un storia dietro le spalle se non si ha un futuro davanti a sé? Il passato ci deve dare la coscienza delle nostre capacità, dell’importanza e dell’orgoglio per come eravamo.

Se sarà farmacia dei servizi…

Perché questo preambolo? Mago Aldo, sei chiamato a predire il futuro? Non sono così bravo, tutt’altro, sono solo un vecchio farmacista di provincia. Sicuramente, però, la farmacia cambierà e quindi anche i figli di farmacisti, con una storia familiare centenaria, o di pochi anni come la mia, dovranno ripensare a come realizzare le loro idee in modo diverso.

Se sarà farmacia dei servizi, dovrà affrancarsi dalle emergenze come quella per i tamponi legati al passaporto verde, che portano euro, ma nulla di più?

Se sarà farmacia dei servizi, dovrà essere quella che esalta le caratteristiche del farmacista esperto del farmaco? Forse meno vaccinatore ma più prescrittore? E il fascicolo sanitario elettronico? E il deblistering?

Se sarà farmacia dei servizi, dovrà essere quella del farmacista costantemente aggiornato sui progressi della farmacologia? Un esempio è dato dalla notizia di alcuni mesi fa, della fluvoxamina nella cura del Covid-19, una spesa di pochi euro contro le migliaia degli anticorpi monoclonali.

Se sarà farmacia dei servizi, dovrà esaltare il ruolo del farmacista, sempre presente, anche nei momenti di difficoltà e di panico.

Morire o salvarsi da soli

Bene ha fatto Laura Benfenati a intitolare in questo modo un suo editoriale sulla rivista iFarma. “Salvarsi da soli” mi ha fatto ricordare il titolo di un libro molto bello, Ognuno muore solo, di Hans Fallada. Perché il nostro destino, se non vogliamo morire da soli, sarà proprio quello di salvarci tutti assieme.

I Dompé Talks ci hanno dato molte idee da elaborare per rendere più efficiente il nostro lavoro. Con tutto questo materiale a disposizione saremo pronti per lo sbarco a Omaha Beach e morire tutti assieme. O combattere, e salvarci tutti assieme.

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