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n.60 – 4/2023

EDITORIALE

n.60 – 4/2023

Pensieri positivi sulla professione

Una diciannovenne neodiplomata ci ha raccontato che si iscriverà a Farmacia perché «le piace prendersi cura delle persone». Nella semplicità della sua affermazione, ha colto il senso di un mestiere che, come ci ha raccontato in un’interessante intervista su iFarma Digital n. 27 Paola Minghetti, presidente del Comitato di Direzione della Facoltà di Scienze del farmaco dell’Università degli Studi di Milano, ha perso appetibilità: «L’attrattività di un corso di laurea non è soltanto dovuta al corso di studi ma anche alla professione: forse bisognerebbe riuscire a far capire meglio già al liceo il ruolo sanitario importante del farmacista, che probabilmente in parte sfugge». Non è insomma colpa della troppa chimica del corso di laurea – peraltro finalmente ridimensionata con la riforma che entrerà in vigore quest’anno – se non ci si iscrive a Farmacia, ma del fatto che all’esterno si conosce ancora troppo poco il valore reale della professione.
In effetti, anche leggendo i social in cui i farmacisti scrivono, si colgono infinite lamentele su come è cambiato il lavoro, in peggio. Una bella eccezione c’è stata negli ultimi giorni nel gruppo Farmacisti colleghi confrontiamoci, in cui un titolare romano, Guido Torelli, ha scritto: “Il bisogno di salute è qui e ora. La scelta di essere sul territorio, di conoscere le persone, il loro nome e le loro storie, di portar loro rispetto ti consente di evitare, in parte, il problema del commerciale spinto e di avere più ritorni. A quel più però hai il dovere di dare un valore, in termini di conoscenza professionale, formazione continua, dotazione tecnologica e gamma di servizi e prodotti offerti dalla farmacia. Tutto questo richiede passione e la stessa passione deve essere una dote di tutta la farmacia, deve passare attraverso i collaboratori. Abbiamo, con mia moglie che è socia e collega, lavorato molto su questo aspetto con il nostro staff, che è giovane e fedele, lo dico con orgoglio. Abbiamo cercato di dar loro certezze, prevedibilità del futuro, garanzie di rispetto massimo dal punto di vista contrattuale. Abbiamo chiesto tanto in termini di disponibilità soprattutto alla formazione, all’erogazione di qualità, abbiamo ovviamente premiato lo sforzo e l’impegno. Il collaboratore, il capitale umano, è la risorsa massima”.
Anche il dottor Torelli, come la futura farmacista, sottolinea l’importanza della cura e non soltanto dei clienti-pazienti della sua farmacia ma anche della squadra.
Tutti possiamo dare il nostro contributo con pensieri positivi sul mestiere di farmacista: noi di iFarma negli ultimi mesi ci siamo molto concentrati sull’impresa più che sulla professione – consapevoli del fatto che le due anime del farmacista titolare sono strettamente connesse – ora vi vorremmo chiedere un piccolo sforzo: raccontateci con entusiasmo il vostro mestiere. 

Scrivete a direttore@ifarma.net perché non vi siete pentiti di esservi laureati in farmacia, quali sono stati i momenti di maggior soddisfazione, mandateci un aggettivo per definire la professione, raccontateci un episodio particolare che ne incarna il senso.
Raccoglieremo e divulgheremo sui social i “Pensieri positivi sulla professione del farmacista”
Buona estate a tutti dalla redazione di iFarma e iFarma Digital

LAURA BENFENATI

Direttore Responsabile, farmacista e giornalista professionista, da anni direttore delle più note riviste del settore

27 Luglio 2023