Negli uffici stampa di mezzo mondo si sostiene che a una critica non si debba rispondere perché significa dare due volte una notizia. Non ho mai condiviso questa posizione e, visto che non siamo in un ufficio stampa ma in una testata, ai commenti dei lettori ci fa molto piacere rispondere. Su LinkedIn nei giorni scorsi ne è arrivato uno particolarmente aggressivo da parte di una farmacista barese, Velia Rizzo, che al post di solidarietà nei confronti del presidente di Federfarma Marco Cossolo per le minacce di morte ricevute da un no vax, ha replicato con un duro attacco alla nostra testata e al suo direttore. “Come può pensare di pubblicare articoli sul mondo della farmacia quando non ha possibilità di essere obiettiva sull’argomento? Le farmacie indipendenti, quelle non inglobate nel sistema dei capitali – come quelle del suo Editore – sono in contrasto con le scelte di puro interesse economico dei vertici… il suo Editore è nella holding, lei lavora per il suo giornale e insieme fate propaganda alle vostre aziende…”.

Dirigo da 23 anni testate del settore farmacia – da Tema Farmacia a Punto Effe a iFarma – e ho avuto tre Editori diversi. Ciascuno di loro ha ricevuto telefonate di lamentele per questo o quell’articolo, per un’intervista, per un commento, un post, un convegno che era meglio non fossi io a moderare. Tutti e tre gli Editori mi hanno sempre sostenuto e lasciato carta bianca sulla linea editoriale delle riviste, anche perché l’indipendenza del direttore dall’Editore, e dai suoi altri eventuali interessi, è un caposaldo del contratto giornalistico. Il direttore assunto regolarmente come giornalista – e lo sottolineo perché non in tutti i giornali di categoria accade – è garanzia dell’indipendenza della testata. Se questa situazione venisse meno, è legittimo motivo di risoluzione del contratto (articolo 32 Cnlg). La nota vicenda di Indro Montanelli a Il Giornale, quando Silvio Berlusconi scese in politica, ce lo ricorda.

Ismaele Passoni, il mio Editore e fondatore di tutte le tre testate che ho citato, è oggi il presidente di Neo Apotek, una delle reti che sta acquistando farmacie e ha di recente fatto una partnership importante con Apoteca Natura, network che seguiamo fin dagli esordi e del quale abbiamo scritto molto in passato e continueremo a farlo. Come del resto di tutte le altre reti di farmacia, alle quali dedichiamo un forum ad hoc, Network’s road e periodiche interviste, notizie, articoli. L’ho scritto mille volte, ma ci tengo a ribadirlo: l’unica linea editoriale delle testate che ho diretto è stata “dalla parte della farmacia, sempre”. E quella sarà finché farò questo mestiere. Credo che chiunque nel nostro piccolo mondo lo possa confermare.

Ho fatto sì il tifo per le reti di farmacie, quelle dei farmacisti, e sull’aggregazione ho scritto una miriade di editoriali in questi 23 anni. Proprio perché sono dalla parte dei farmacisti, speravo che la “rete delle reti” potessero costruirla loro: ne avevano sia il tempo sia la capacità. Non è accaduto e sono arrivati altri player dopo la legge del 2017. Ne stanno arrivando altri, nell’on line – basti pensare all’entrata in Atida di efarma – cambierà moltissimo ed essere dalla parte dei farmacisti oggi significa anche, come abbiamo fatto in questi ultimi anni, parlare di digitalizzazione, di tecnologia, di customer experience, di redditività dei servizi. Significa condividere quello che ci dice su questo numero il presidente della Fofi: «Cambiare e potenziare il nostro ruolo è oggi importante per rimanere centrali nella dispensazione dei farmaci. Bisogna essere costanti, determinati e avere un progetto».

Un progetto che magari comporta – per garantire attività sempre più complesse – l’entrata in un network, come già hanno fatto molti titolari senza rinunciare alla loro indipendenza. Essere dalla parte della farmacia significa anche aver compreso questo, tanti anni fa, tanti editoriali fa.