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Quando l’alternativa c’è

I FARMACI

Quando l’alternativa c’è

Contro nausea e vomito esiste più di una soluzione, anche tra i farmaci che agiscono a livello centrale: è importante tenerlo presente, per poter offrire sempre una valida risposta a chi ne ha bisogno

26 gennaio 2023

di Giada Mei

In questo periodo storico in cui alcuni farmaci risultano temporaneamente carenti in farmacia¹ può essere prezioso avere un quadro ampio delle diverse opportunità a disposizione, al fine di offrire la migliore risposta a chi ne ha bisogno, senza indulgere su efficacia e tollerabilità. È il caso anche degli antiemetici, farmaci fondamentali per gestire sintomi notoriamente invalidanti come nausea e vomito, dipendenti da varie cause come infezioni virali o batteriche, deficit dell’apparato vestibolare o trattamenti farmacologici come la chemioterapia.

Com’è noto, gli antiemetici più comuni, in grado di agire a livello centrale, sono rappresentati dai cosiddetti antagonisti della dopamina. La loro attività si esplica appunto attraverso l’antagonizzazione dei recettori dopaminergici D2 presenti a livello della Chemoreceptor Trigger Zone (Ctz), anche conosciuta come area postrema, che rileva le sostanze emetogene presenti in circolo e invia le informazioni al centro del vomito, modulandone l’attività. Oltre alla diffusa e molto conosciuta metoclopramide, è disponibile da diverso tempo un altro farmaco della stessa famiglia delle benzamidi: si tratta di alizapride, meno nota al pubblico e molto impiegata a livello ospedaliero, che in alcuni contesti sperimentali è risultata tre volte più potente di metoclopramide².

Uno studio in aperto realizzato coinvolgendo bambini con vomito associato a infezione gastrointestinale acuta o otorinolaringoiatrica, reflusso gastroesofageo o attacco di malaria, ha mostrato come, sotto trattamento con questo farmaco, il vomito si sia completamente risolto nel 71,4 per cento dei casi³. L’efficacia valutata in base alla frequenza di episodi di vomito, ai cambiamenti di peso e al giudizio clinico dei ricercatori è stata considerata eccellente o buona nell’81,6 per cento dei casi; il valore terapeutico di questo farmaco, valutato mediante una scala analogica, si è rivelato significativo per questa indicazione³.

In alcuni studi clinici di confronto, alizapride ha fornito risultati paragonabili se non superiori alla metoclopramide. Per esempio, in uno studio in doppio cieco in pazienti trattati con chemioterapia antimitotica, sono stati evidenziati 24 risultati definiti buoni o eccellenti e 4 nulli con alizapride vs 16 risultati buoni o eccellenti e 13 nulli con metoclopramide, mostrando quindi un maggiore effetto da parte di alizapride⁴.
Un altro studio di confronto, sempre in pazienti in trattamento chemioterapico, ha dimostrato un’analoga risposta con alizapride e metoclopramide (quest’ultima somministrata ad alte dosi), in termini di controllo degli episodi di vomito⁵.
Gli effetti secondari tra i due farmaci sono sostanzialmente sovrapponibili e solitamente di lieve entità. Come metoclopramide, alizapride è controindicata nei pazienti affetti da malattia di Parkinson (entrambi possono esacerbare la malattia) o da epilessia (potrebbero favorire la comparsa di convulsioni) e nelle donne in gravidanza. Alizapride richiede prescrizione medica e la dose raccomandata è di 2-4 compresse al giorno.

 

FONTI

1) https://www.aifa.gov.it/farmaci-attualmente-carenti
2) Bleiberg H. Cancer Chemother Pharmacol 1988; 22: 316-20
3) Kassi M. Ann Pediatr 1990; 37: 131-4.
4) Oberling F. Ann Gastroenterol Hepatol 1984; 20: 59-61
5) Seng KT et al. Br J Clin Pharmac 1994; 38: 282 – 4

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