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Reset ma non troppo

L'INTERVISTA

Reset ma non troppo

Andrea Cicconetti

Strada spianata alle elezioni di Federfarma Roma per il Consiglio uscente, dopo il ritiro della lista di opposizione di Mondo Farmacia? «Nessuna strada è spianata. La voce è degli elettori» ci dice Andrea Cicconetti, capolista della #ListaReset

8 ottobre 2020

di Laura Benfenati

Continui colpi di scena a Roma, in vista delle elezioni del sindacato, convocate l’11-12 e 13 ottobre: si è ritirata la lista cosiddetta di “opposizione” che faceva capo allo storico presidente Franco Caprino e alla sua associazione Mondo Farmacia ed è stato formalmente richiesto al Consiglio uscente di posticipare le elezioni. Ne parliamo con Andrea Cicconetti, già segretario di Federfarma Roma e capolista nella #ListaReset, che ci dice che tecnicamente l’assemblea elettiva è stata convocata e quindi le elezioni si terranno quando è stato programmato. 

Innanzitutto, cosa è successo ai vertici del sindacato romano? Quali sono state le motivazioni per cui colui che era considerato “l’uomo nuovo”, e che aveva un grande seguito, ha dato le dimissioni?

Ai vertici del sindacato romano non è successo assolutamente nulla. Le dimissioni del presidente Contarina sono state una sua scelta personale ampiamente motivata in una lettera aperta. A Vittorio va dato il grande merito di aver ricostruito il legame tra la base e il Consiglio direttivo dell’associazione sindacale e di aver creato una squadra che, sotto la sua guida, ha portato a risultati eccellenti.

Perché avete convocato in tutta fretta le elezioni e non avete deciso, come da statuto, che uno dei consiglieri sarebbe diventato presidente?

Come abbiamo detto più volte ai colleghi, il vice presidente può subentrare in caso di impedimento o di assenza del presidente, ma può gestire solamente l’ordinaria amministrazione. Il senso di responsabilità e la volontà di attivare il percorso democratico previsto dallo statuto ci ha indotto a seguire la strada delle elezioni.

Quali sono i risultati che rivendicate in questi cinque anni?

I risultati sono tantissimi. Ne ricordo solo alcuni. I principali riguardano sicuramente il pagamento regolare e nei tempi stabiliti dalla Convenzione della Dcr e il miglioramento delle condizioni per la Dpc e la WebCare, che in realtà noi siamo riusciti a rendere più remunerativa per le farmacie. Ricordo anche la stipula di un’assicurazione gratuita per le farmacie rurali sussidiate, l’istituzione del fondo di solidarietà per le piccole farmacie e del fondo post-Covid per le farmacie in difficoltà. Non va dimenticata, infine, l’attività di beneficenza promossa da Federfarma Roma, che ha consentito non solo di distribuire 400.000 euro a ospedali e organizzazioni senza scopo di lucro, ma anche di rinsaldare i rapporti con le Istituzioni. Aggiungo ancora: la pubblicità e la promozione dell’immagine delle farmacie su Sky e Mediaset, l’abbassamento della quota associativa, la costituzione come parte civile contro i rapinatori, convenzioni per beni di consumo a prezzi calmierati, distribuzione gratuita di mascherine per i farmacisti in periodo lockdown e tante altre iniziative…

Come è cambiata Federfarma Roma durante il vostro mandato: quali gli aspetti positivi e quali gli obiettivi non raggiunti?

Il principale elemento di cambiamento è stato il miglioramento dei servizi offerti alle farmacie dall’associazione e della comunicazione nei confronti delle farmacie stesse. Questo risultato è stato ottenuto anche grazie all’ottimizzazione degli uffici con la valorizzazione delle risorse umane a disposizione. Di fondamentale importanza anche il ritorno di Federfarma Roma all’interno del Consiglio di Presidenza di Federfarma nazionale con ruoli apicali. Questo ci ha permesso di svolgere un ruolo significativo nella definizione delle politiche sindacali a livello nazionale, con importanti risvolti a livello locale. A livello di gestione politica dell’Associazione, mi piace sottolineare l’impegno a favore di una maggiore collegialità nelle decisioni che, a livello concreto, si è tradotta nella trasformazione dell’ufficio di presidenza in una sala riunioni con un unico grande tavolo, sempre aperta a tutti. Più che di obiettivi non raggiunti, parlerei di questioni aperte in merito alle quali abbiamo costruito i presupposti per una soluzione a breve e medio termine. Ci sono, infatti, temi che richiedono più di un mandato per essere risolti, quali per esempio la dematerializzazione totale delle ricette con eliminazione della onerosa stampa del promemoria effettuata in farmacia e l’implementazione del Fascicolo sanitario elettronico nonché la farmacia dei servizi.

Quali sono i vostri obiettivi per il prossimo mandato?

Purtroppo, stiamo tuttora scontando gli effetti negativi della legge 405 del 2001 che ha introdotto la distribuzione diretta e il meccanismo di abbassamento dei prezzi dei medicinali equivalenti. Il nostro obiettivo principale, in collaborazione con Federfarma nazionale, è quello di arginare questo processo e di riportare in farmacia il maggior numero possibile di farmaci. In questa stessa ottica, supportiamo il lavoro del Consiglio di Presidenza per la definizione di una remunerazione delle farmacie sui farmaci erogati in regime convenzionale. Parallelamente, puntiamo a far partire la sperimentazione della Farmacia dei servizi, rimettendo in moto la macchina dopo il blocco dovuto al Covid-19.

A che punto siete con il rinnovo degli accordi Webcare e Dpc?

I tavoli con la Regione sono aperti su entrambi i fronti. È un momento difficile, ma c’è un’ampia disponibilità al dialogo da parte della Regione che, a tutt’oggi, a dimostrazione dell’attenzione che riserva alle farmacie, è l’unica che ha permesso, grazie al nostro assiduo lavoro, la somministrazione del vaccino antinfluenzale in farmacia. Le trattative sono tutte ancora da “costruire” e valutare.

A proposito dell’ordinanza sulla vaccinazione in farmacia: quali saranno i prossimi step per renderla possibile?

Nei prossimi giorni avremo un incontro tecnico-operativo con la Regione Lazio per stabilire in che modo dovremo avere il vaccino antinfluenzale e come lo potremo dispensare al pubblico. In quell’occasione si definiranno anche le linee guida per la somministrazione del vaccino nelle farmacie, che è facoltativa, per i colleghi che decideranno di farla.

Il presidente di tutti rimarrà un bel sogno? Non si riesce proprio a creare coesione e collaborazione con “l’opposizione”?

Il presidente di tutti non è un sogno, ma una realtà. Anche in questo nuovo mandato il presidente sarà il presidente di tutti i titolari di farmacia romani, in quanto li rappresenterà tutti nei vari tavoli e nei rapporti con i vari stakeholders di settore. La dialettica tra maggioranza e opposizione fa parte del normale confronto democratico ed è proprio dal confronto che possono nascere idee e proposte positive per tutti. Da parte nostra, abbiamo cercato di inserire nella nostra lista i rappresentanti di tutte le anime della farmacia romana, dai colleghi con maggiore esperienza professionale e sindacale ai giovani neo-titolari più rappresentativi. In ogni caso è la base a decidere quali devono essere i suoi rappresentanti, in base alle candidature presentate. Di certo, nell’ipotesi in cui la nostra lista perdesse le elezioni, non abbandoneremmo certo il campo, proponendoci come opposizione fattiva e collaborativa.

La lista, o meglio la vostra squadra, è sempre la stessa?

Sì e no. Sì, perché la lista ha tutti i componenti che hanno fondato nel 2015 il movimento Reset e che ha dato una svolta epocale con un profondo rinnovamento del sindacato romano. Mi permetto di chiamare questi colleghi “saggi” proprio perché forti delle loro esperienze anche in altri ambiti della professione. Nel contempo ci siamo preoccupati di dare spazio in particolare ai giovani, grazie alla presenza del presidente di Agifar Roma anche segretario Fenagifar e al past president Agifar. Oltre a loro abbiamo aumentato la compagine rurale all’interno della lista, a conferma che crediamo sempre di più nell’istituzione della farmacia rurale come primo presidio capillarmente presente sul territorio. In ultimo, ma non perché meno importanti, abbiamo aumentato le quote rosa, senza appunto dimenticarci che la maggior parte dei titolari sono colleghe.

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