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Il sindacalista perfetto

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Il sindacalista perfetto

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Quali competenze non possono mancare a un bravo rappresentante di categoria? Mettetevi alla prova con il nostro questionario.

04 aprile 2019

di Teresa Atripaldi con la collaborazione di Giuseppe Impellizzeri, Quintino Lombardo, Arturo Saggese e Francesco Schito

Come essere bravi rappresentanti sindacali delle farmacie? Al di là delle attitudini personali, bisogna ricordare che l’impegno sindacale è una seconda attività che si affianca alla conduzione della propria azienda e sottrae tempo alla vita personale. Non si tratta, quindi, di un semplice passatempo, bensì di un impegno a tutto tondo che richiede passione e preparazione. Per mostrare le competenze indispensabili, quelle che fanno la differenza tra l’essere un rappresentante sindacale qualsiasi e uno veramente capace, iFarma ha intervistato due sindacalisti del calibro di Marco Nocentini Mungai e Franco Gariboldi Muschietti. A fare il punto sulla “cassetta degli attrezzi” di chi aspira a impegnarsi in prima persona nell’attività sindacale è Giuseppe Impellizzeri, a lungo direttore di Federfarma. Inoltre sono stati coinvolti esperti di vari campi inerenti al settore delle farmacie per realizzare un questionario con il quale i lettori potranno mettersi alla prova per testare le proprie capacità e conoscenze.

Marco Nocentini Mungai, presidente di Federfarma Toscana
Franco Gariboldi Muschietti, presidente di Farmacieunite

PASSIONE E IDEE

Marco Nocentini Mungai vanta un’esperienza sul campo lunga e articolata. È il 1986 quando entra a far parte del Consiglio di Federfarma Firenze e nel 1992 ne diventa il presidente. È stato a lungo nel Consiglio di presidenza del sindacato nazionale ai tempi di Siri, con il ruolo di tesoriere. Attualmente è a capo di Federfarma Toscana e Firenze. Di fronte a un impegno così intenso nel sindacato – con una pausa “sabbatica” al 2001 al 2004 – una domanda che nasce spontanea è che cosa abbia convinto il titolare di farmacia Marco Nocentini Mungai a dedicare gran parte del suo tempo per sostenere la propria professione e i colleghi farmacisti? “Senza dubbio la passione. La passione e la voglia di dimostrare all’esterno che la farmacia non era quella che si dipingeva. Per usare un’espressione calcistica: “L’attaccamento ai colori della squadra, che in questo caso è la farmacia, già allora troppo ingiustamente bastonata”. Anche Franco Gariboldi Muschietti si è avvicinato al mondo sindacale da molti anni. Dal 1998 ha svolto diversi incarichi in Federfarma, diventando presidente provinciale, regionale e, infine, ricoprendo il ruolo di tesoriere nazionale, per poi fondare insieme a un gruppo di colleghi trevigiani Farmacieunite, di cui è a tutt’oggi il presidente. “Non condividevamo – spiega Muschietti – in quel periodo, le iniziative di Federfarma e abbiamo dato vita a un nuovo sindacato, anche perché siamo convinti che la pluralità sindacale sia un valore aggiunto”. Per svolgere quest’attività fondamentale ci si trova a tavoli negoziali dove, secondo Muschietti, è importante arrivare con delle proposte, al fine di evitare che altri scelgano il da farsi. Lo sviluppo delle idee fa parte dell’innovazione del sindacato, ci racconta il presidente. Una certezza maturata dal ricordo di come si sono svolti alcuni avvenimenti decisivi per il settore, negli anni passati. Essere partecipanti attivi, quindi, del meccanismo d’evoluzione della farmacia diventa il punto vitale di un’azione sindacale efficace.

Un altro aspetto fondamentale è l'aggiornamento continuo: un buon rappresentante di categoria deve, tutti i giorni, informarsi sulle novità che si presentano sia politiche sia normative

I FONDAMENTI DELL’ATTIVITÀ

Quali sono i capisaldi su cui costruire proposte e idee? “Servono più cose, non una soltanto”, dice Nocentini Mungai. Ci vogliono buone competenze di tipo professionale nella parte normativa e in quella economica del sistema. Conoscere bene l’attività di direzione e di gestione della farmacia – prosegue il presidente toscano – è il primo passaggio per non correre il rischio di rappresentare qualcosa che non si conosce al meglio”. Un altro aspetto fondamentale è l’aggiornamento continuo. “Un buon rappresentante di categoria deve – tutti i giorni – informarsi sulle novità che si presentano, sia politiche sia normative, relative al settore”, dichiara Nocentini Mungai. “È evidente che un sindacalista deve essere a conoscenza di tutto ciò che concerne il settore per affrontare interlocutori pubblici spesso molto preparati”, aggiunge Muschietti. L’aggiornamento oltre a essere quotidiano deve riguardare proprio tutti gli aspetti che ruotano attorno a una farmacia: dalle modifiche tecniche inerenti farmaci e prodotti a quelle normative, come la sicurezza e la privacy. “In questi trent’anni di carriera sindacale, le competenze regionali sono aumentate in maniera enorme – dice Nocentini Mungai – e sono cresciuti di conseguenza i confronti con l’ente pubblico a livello di Regione, di Asl e di Comune”“Spesso ci troviamo di fronte a interlocutori preparati in maniera puntuale su argomenti specifici, mentre noi dobbiamo avere una conoscenza molto ampia della farmacia”.

IL LAVORO DI SQUADRA E I CONSULENTI ESTERNI

Riorganizzare le risorse dell’associazione è un altro aspetto basilare. “Abbiamo delle risorse umane, e non solo, fantastiche – afferma Gariboldi Muschietti – e dobbiamo sfruttare questa possibilità. Anche nel nostro piccolo, con 600 farmacie associate sparse tra le Regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e qualche simpatizzante in giro per l’Italia, possiamo attingere dalle capacità dei dirigenti, ma anche da quelle degli iscritti: bisogna coinvolgerli in maniera totale”. Non si deve dimenticare quanto conta “il saper lavorare in gruppo – ammette Nocentini Mungai – perché l’attività sindacale è un’attività condivisa con i nostri direttivi e con gli associati attraverso le assemblee. È ovvio – aggiunge – che bisogna avere l’umiltà di sapersi avvalere di consulenti esterni quando è necessario”. Un altro punto importante che un buon sindacalista non deve scordare è proprio questo: capire fin dove può condurre una negoziazione in modo autonomo e quando serve coinvolgere specialisti della materia particolare. “Il farmacista deve sapere di tutto – dichiara Nocentini Mungai – ma non è un tuttologo”.

UNA COMUNICAZIONE EFFICACE

Il lavoro di coinvolgimento degli iscritti deve essere costante. “Informare gli associati con circolari e notiziari su tutto ciò che riguarda il settore farmacie è un servizio che il sindacato deve obbligatoriamente svolgere”, dichiara Gariboldi Muschietti. “Molto spesso la base non conosce a sufficienza le problematiche discusse a livello di vertice – precisa – quindi ai farmacisti sembra impossibile che accadano dei fatti, mentre i dirigenti, discutendone quotidianamente, li interpretano in altro modo”. Questa capacità di coinvolgimento di tutti gli associati si rivela utile ai fini dell’attività sindacale. “Interessando gli iscritti – dice il presidente di Farmacieunite – se si dovesse fare un’azione molto forte nei confronti del nostro interlocutore di turno si è più compatti, perché tutti sono a conoscenza dei problemi e delle eventuali conseguenze”. La collegialità delle decisioni è un punto di forza dell’associazione guidata da Gariboldi Muschietti. “Se dietro a me ho un’assemblea che mi ha dato il mandato di dire determinate cose – ammette – ho molta più forza nel portare avanti le nostra proposta. Con l’appoggio dell’assemblea, il rappresentante sindacale può affrontare serenamente il confronto con il suo interlocutore”.

C'è una sorta di precondizione di carattere culturale: è necessario avere una conoscenza profonda del settore in cui si opera, in particolare dell'evoluzione storica della farmacia

SAPER PRENDERE LE DECISIONI

Il presidente di Federfarma Toscana, nella disamina sulle caratteristiche di un buon sindacalista, avverte che non si deve incorrere nel rischio di non decidere. Cadere in una sorta d’immobilismo è un pericolo che “si corre in strutture sindacali come le nostre”, osserva. “Ascoltati tutti, si deve decidere: alla fine si deve arrivare alla sintesi e a una posizione sindacale precisa. Sulla base di quella, poi, è possibile andare avanti, modificandola se fosse necessario in funzione delle circostanze”. Nei confronti dell’ente pubblico è necessario tenere atteggiamenti differenti in funzione della situazione. “Ci sono momenti storici caratterizzati da molta collaborazione – racconta Nocentini Mungai – e ci sono momenti storici in cui devi fare sindacato puro: quando è necessario fare opposizione a certi provvedimenti. In ogni caso le conseguenze di certe scelte sindacali si vedono solo al passare del tempo”.

POSIZIONI CHIARE E COERENTI

“L’esperienza di sindaco nella mia città mi ha consentito di comprendere cose importanti ai fini dell’attività successiva nell’associazione”, dice Gariboldi Muschietti. Mi sono reso conto che il confronto e il compromesso, nel senso buono della parola, sono fondamentali. Ho capito che è preferibile evitare di chiudere le porte a qualcuno, ma che è più proficuo trovare un punto d’incontro con l’interlocutore. Sono convinto che anche nelle fasi più difficili un punto di convergenza si possa individuare. Il dialogo, talvolta, deve essere duro, perché si parte da punti di vista diversi e si deve aprire il confronto, per arrivare a conquistare anche la fiducia di chi ci sta di fronte. Con le Regioni abbiamo le porte aperte perché abbiamo dato segnali di coerenza, onestà e trasparenza”. Il lavoro di negoziazione deve condurre a una soluzione che soddisfi entrambe le parti: ottimizzare l’efficienza e ottenere la sostenibilità del sistema per la parte pubblica, e per le farmacie trovare il giusto ruolo all’interno del Sistema sanitario, mantenendo in ordine i conti economici delle aziende. Nocentini Mungai su questo punto sembra più intransigente: “Ci sono momenti in cui si devono prendere posizioni dure, è tassativo prenderle, di fronte a certe proposte può essere che la risposta sia solo “no”. Ci sono momenti, invece, in cui si deve trattare. Questo va valutato caso per caso, ritengo che cercare sempre la trattativa, in talune situazioni, sia sbagliato”. Ma la differenza rispetto a quanto sostenuto da Gariboldi Muschietti diventa più sfumata, quando aggiunge che non bisogna “mai interrompere il rapporto con l’altra parte, perché contemporaneamente si possono trovare degli accordi su iniziative che favoriscono i cittadini”. Anche lui concorda con il collega sul fatto che, anche nelle fasi più dure delle trattative con la parte pubblica, non viene mai meno il rispetto reciproco tra le persone che si trovano in posizioni contrapposte. “È fondamentale”, conclude Nocentini Mungai, “tenere una posizione chiara e coerente di ciò che rappresenti. In genere, l’interlocutore apprezza chiarezza e onestà”.

IN CONCLUSIONE

Un’ottima preparazione tecnica, la voglia di dedicare parte del proprio tempo alla crescita comune, una buona dose d’intuito, alcune doti politiche e la capacità di avere una visione della piega che potrebbero prendere gli avvenimenti appaiono elementi indispensabili per mettersi al servizio delle associazioni sindacali di categoria con profitto. “È un mestiere per cui bisogna essere un po’ portati, ma che s’impara”, dice il presidente di Federfarma Toscana. “Lo scopri però a posteriori che ci sei portato, all’inizio non lo sapevi”, conclude con un sorriso.

LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI DEL SINDACALISTA

Impellizzeri

Affiancando il lavoro di diversi presidenti nazionali del sindacato dei titolari di farmacia in qualità di direttore generale di Federfarma, Giuseppe Impellizzeri ha saputo mettere in ordine le principali attitudini che, nei momenti critici, potrebbero rivelarsi la carta in più per chi ricopre un ruolo di vertice nell’associazione.

  • Accanto al mix di attitudini e competenze che dovrebbero caratterizzare la fisionomia di un rappresentante sindacale c’è una sorta di precondizione di carattere culturale: è necessario aver maturato una conoscenza profonda del settore in cui si opera in tutti i suoi aspetti, prima di iniziare a operare nell’associazione. Innanzitutto la conoscenza dell’evoluzione storica della farmacia. Infatti, la farmacia ha conservato nel tempo una sorta di minimo comune denominatore in termini di ruolo e funzioni, di cui bisogna essere consapevoli, in modo da poterli adeguare alle modificate necessità della società, in coerenza con il contesto socio economico.
  • In concreto un buon rappresentante sindacale deve possedere la capacità di vision. Si tratta di saper guardare lontano e di essere in grado di elaborare uno scenario: le due cose insieme permettono a un sindacalista di considerare il futuro e di vedere quali possano essere gli sviluppi della farmacia in termini coerenti alla sua missione e adeguati allo Zeitgeist , il cosiddetto “spirito del tempo”.
  • Serve inoltre una grande capacità di mediazione, attraverso cui si esprime la sensibilità politica. Una proposta per avere successo deve contemperare le esigenze di più soggetti: il cittadino e l’amministrazione sanitaria, in particolare le Regioni che chiedono efficacia, efficienza e sostenibilità.
  • Conta anche poi essere in grado di produrre una proposta con il tempismo giusto.
  • È indispensabile capacità di ascolto, non solo nei riguardi degli associati, ma anche verso gli interlocutori esterni. È necessario essere in grado di relazionarsi con soggetti diversi dalla propria categoria, sapendo adeguare il proprio linguaggio.
  • Si deve riuscire a sviluppare un buon lavoro di squadra e a motivare i propri collaboratori.
  • Fondamentale è la capacità di negoziare. Troppo spesso i rappresentanti sindacali hanno una formazione di carattere “binario”: dicono sì o no. La negoziazione prevede, al contrario, delle formule intermedie tra i due estremi.
  • La capacità di parlare in pubblico si rivela utilissima.
  • Oggi è particolarmente importante essere in grado di fronteggiare le forme di concorrenza sempre più numerose e incalzanti, quali: parafarmacie, Gdo, distribuzione diretta delle strutture pubbliche, e-commerce e catene di farmacie gestite dal capitale.

“Tutte le caratteristiche elencate potrebbero rientrare in un momento di formazione organizzato dal sindacato”, termina Impellizzeri. A questo proposito sembra che Ordine dei Farmacisti piemontesi e Federfarma Torino stiano puntando a sviluppare una scuola di formazione: è recente la pubblicazione di un bando per 20 posti al “Master Coaching x pharmacist”, un corso di tre anni che si rivolge proprio a farmacisti che vogliano ricoprire incarichi di rappresentanza nelle associazioni di categoria. La strada è aperta per chi ambisca a diventare “il sindacalista perfetto”.

IL QUESTIONARIO

E ora mettetevi alla prova: ecco una serie di domande alle quali, secondo i nostri consulenti, un sindacalista perfetto non può non saper rispondere

Domanda n. 1
Un sindacalista leader nazionale dei titolari di farmacia si rende improvvisamente conto che il contratto di lavoro che lega le farmacie al Servizio sanitario nazionale non è stato rinnovato da circa vent’anni nella parte normativa, mentre la parte economica è stata riformata in peius attraverso ripetuti interventi legislativi. Quali delle seguenti iniziative si potrebbero proporre alla base per indurre Governo e Regioni a intervenire per risolvere tale difficile situazione?
a) Spegnere le insegne di tutte le farmacie per esprimere visibilmente il malumore della categoria;
b) Posizionare un grande monitor nella vetrina di ciascuna farmacia per attrarre l’attenzione dei passanti, facendovi apparire a intervalli regolari messaggi sindacali per sensibilizzare la popolazione verso i gravi problemi della categoria;
c) Accogliere ogni cliente che rivolga una qualsiasi richiesta al farmacista fischiettando, prima di rispondere, l’inno dell’Internazionale socialista, esponendo poi diffusamente le ragioni del malcontento della categoria;
d) Sospendere ogni trattativa tendente a rinnovare il Ccnl dei lavoratori dipendenti delle farmacie per coinvolgerli attivamente nella sofferenza dei loro datori di lavoro;
e) Attivare in sequenza e a oltranza tutte le forme di protesta compatibili con la normativa sul diritto di sciopero, per lo meno fino alla convocazione dei rappresentanti sindacali per l’avvio di una negoziazione.

Domanda n. 2
I diversi e variegati fattori di cambiamento che incombono sulla farmacia (Per esempio: tecnologie informatiche e tecniche di vendita, nuovi soggetti imprenditoriali, operatori professionali con ambizioni recenti, moderne esigenze di sostenibilità, valore attribuito alla concorrenza) dei quali Amazon è l’esempio più vistoso hanno tutti un comune obiettivo: annullare o quantomeno scavalcare la pianta organica. Tale istituto assicura la dislocazione capillare degli esercizi e, conseguentemente, determina la forte interrelazione diretta e personale del farmacista con gli utenti residenti nella sede. E allora è obiettivo del sindacalista la difesa della pianta organica, la cui conservazione è tutt’altro che garantita. Con quali strumenti?
a) Sostenere l’intervento della farmacia e dei suoi operatori volto alla presa in carico dei pazienti cronici residenti nell’ambito della sede farmaceutica e in collegamento con la casa della salute. Assicurare la verifica dell’aderenza, la somministrazione periodica di questionari per monitorare lo stato di salute, la consegna domiciliare in caso di necessità. Tali prestazioni dovrebbero essere contemplate nella normativa convenzionale, per prevederne la remunerazione, anche in rapporto al numero e alla qualità dei dipendenti coinvolti;
b) Riservare sconti particolari ai residenti nella sede;
c) Ritirare e/o ospitare le prescrizioni rilasciate a favore dei pazienti residenti;
d) Reperire locali, in prossimità della propria sede, per ospitare ambulatori medici;
e) Erogare servizi vari a pagamento quali ritiro di analisi e consegna a domicilio, reperimento infermieri, fisioterapisti e badanti.

Domanda n. 3
A cosa corrisponde il primo margine commerciale della farmacia?
a) Al reddito al lordo delle imposte;
b) All’Ebitda;
c) Allo sconto medio applicato dal fornitore tipo al netto degli sconti Ssn;
d) Al reddito al netto delle imposte;
e) Allo sconto medio applicato dal fornitore tipo al lordo degli sconti Ssn.

Domanda n. 4
Resta sempre valido l’assunto che la capacità di generare valore di una farmacia sia legata al fatturato?
a) Solo se il fatturato legato al comparto commerciale è superiore a quello derivante dal Ssn;
b) Sì, sempre;
c) No, si valuta la redditività della farmacia;
d) Solo se il fatturato derivante dal Ssn è superiore a quello legato al comparto commerciale;
e) No, si valuta l’incidenza dei soli costi fissi.

Domanda n. 5
Un momento peculiare della vita di un’organizzazione sindacale è l’assemblea dei delegati, il più alto momento deliberativo e un’importante occasione di formazione sindacale. Pertanto l’organizzazione complessiva e la conduzione dei lavori rappresentano uno degli impegni più rilevanti del responsabile. Come operare in concreto?
a) Incentrare i lavori sulla relazione del massimo responsabile. Di solito in questo caso la relazione è analitica e tende a resocontare in dettaglio sugli interventi attuati dall’organizzazione sindacale e sugli esiti scaturiti. In generale, punta a mostrare prospettive di segno positivo, ottimistico, evitando accuratamente di evidenziare o anche solo di soffermarsi su possibili diffcoltà e ostacoli che potrebbero profilarsi all’orizzonte. Nel successivo dibattito si tenderà a privilegiare, sia nel posizionamento sia nella durata, gli interventi di tipo “amichevole”;
b) Inserire all’interno dei lavori assembleari autorevoli ospiti esterni in qualità di testimonial, così come la lettura di messaggi provenienti da autorità impossibilitate a partecipare, può assumere un peso rilevante nell’orientare il dibattito. Più in generale, questa modalità ha il fine di favorire la percezione diffusa di un’attività sindacale gestita con effcacia e foriera di esiti positivi;
c) Collocare la data dell’assemblea dopo un’iniziativa di successo, che sarà illustrata accuratamente in tutti i suoi dettagli durante i lavori, ha una valenza strategica nel determinare il buon esito dell’assemblea. Altrettanto utile, inoltre, pilotare il dibattito successivo favorendo gli interventi “elogiativi” e comprimendo quelli critici;
d) Fondamentale è la fase preparatoria: va assicurata ai componenti dell’assemblea l’approfondita informazione sugli argomenti posti all’o.d.g. È quindi necessario diramare con congruo anticipo tutti i documenti inerenti gli argomenti sui quali deliberare. Inoltre è opportuno prevedere che gruppi interessati ad approfondire singoli argomenti possano riunirsi nella giornata antecedente l’incontro. I lavori sono aperti da una relazione introduttiva del responsabile della conduzione assembleare, seguita per ciascuno dei singoli argomenti da una sintetica esposizione del responsabile del gruppo, corredata di slide chiare ed essenziali nei contenuti. Su ciascun argomento seguiranno gli interventi dei singoli delegati che, nel frattempo, avranno maturato la massima consapevolezza circa le conseguenze delle delibere da assumere. In questa fase è di fondamentale importanza la conduzione dei lavori che deve, tra l’altro, garantire a ciascun delegato la possibilità di esprimere con chiarezza, ma sinteticamente, il proprio pensiero. A conclusione dei lavori deve, altresì, essere redatto un ordine del giorno o una deliberazione assembleare che recepisca il “meglio” delle relazioni e del dibattito e che possa essere diffusa a tutti coloro che non hanno avuto modo di partecipare;
e) Puntare sulla scelta di una location elegante e curare nei dettagli gli aspetti di carattere logistico e organizzativo per influenzare comportamenti e percezioni dei delegati sindacali. Servizi quali reception e registrazione dei partecipanti, assicurati da hostess specializzate, nonché la consegna di un kit assembleare arricchito da gadget forniti da eventuali sponsor, possono rendere più gradevole la partecipazione ai lavori. Un coffee break, posizionato a metà della sessione, e un lunch di qualità possono essere abilmente utilizzati per essenzializzare (vale a dire assottigliare), se necessario, i tempi del dibattito.

Domanda n. 6
Da almeno 13 anni Assofarm ha individuato una diversa remunerazione non più basata sul solo prezzo del farmaco. Perché la Federazione nazionale delle Farmacie comunali ritiene fondamentale evolvere il sistema remunerativo del Ssn al farmacista?
a) Perché lo stabilisce una direttiva Ue del 2006, il cui mancato adeguamento ha già comportato per l’Italia una rilevante procedura d’infrazione;
b) Da una parte perché il fatturato dei farmaci Ssn tende a calare per via dell’avvento dei generici, dall’altra perché occorre trovare una soluzione che valorizzi l’atto professionale-consulenziale invece di quello meramente dispensativo del prodotto-farmaco;
c) Le farmacie comunali italiane ritengono che questa sia la risposta più coerente al progressivo calo quantitativo di farmaci erogati dal Ssn. Di fronte a una diminuzione di singoli prodotti dispensati, il costo distributivo deve basarsi su nuovi criteri;
d) Lo ritiene lo strumento più efficace per contrastare l’avanzamento dell’ecommerce dei farmaci. Una remunerazione che spinge il farmacista verso un rapporto consulenziale gli permetterà di essere percepito come un valore aggiunto rispetto all’on line;
e) L’ha ritenuta la risposta più efficace prima ai farmaci nella Gdo e oggi all’entrata delle grandi catene di farmacie previste nell’ultima legge sulla concorrenza.

Domanda n. 7
Perché il rinnovo della convenzione Regioni-Farmacie è considerato da queste ultime uno snodo strategico per il rilancio del settore?
a) Una nuova convenzione che evolva il sistema distributivo attraverso i servizi cognitivi e che privilegi la Dpc rispetto alla Diretta darebbe certezza e stabilità economica alla farmacia territoriale, rafforzando peraltro il suo ruolo di servizio al cittadino e diventando un effettivo e irrinunciabile presidio del Ssn;
b) È una questione d’immagine: le risorse pubbliche sono così scarse che è improbabile un mutamento dei valori retributivi, mentre una nuova convenzione comunicherebbe ai cittadini che lo Stato crede nelle farmacie;
c) È questione di dignità professionale. Nessun professionista al mondo lavorerebbe senza contratto aggiornato per un periodo di tempo così lungo;
d) Le farmacie ritengono che una convenzione che privilegi i singoli presidi indipendenti e le aziende comunali possa essere l’unico vero argine a un probabile dilagare delle grandi catene multinazionali;
e) La nuova convenzione dovrebbe creare le condizioni normative per invertire il trend discendente delle scontistiche applicate dalle Regioni ai farmaci convenzionati.

Domanda n. 8
Da quale provvedimento normativo, in deroga alla convenzione farmaceutica, è stata prevista la distribuzione diretta di taluni medicinali agli assistiti da parte delle aziende sanitarie e la cosiddetto “distribuzione per conto”?
a) Dalla legge di riordino del servizio farmaceutico n. 362/1991;
b) Dal cosiddetto “decreto Bersani”, cioè dal decreto legge n. 223/2006;
c) Dal decreto legislativo n. 153/2009, nell’ambito della nuova disciplina dei servizi in farmacia;
d) Dal decreto legge n. 347/2001;
e) Dal cosiddetto “decreto Monti”, cioè dal decreto legge n. 1/2012.

Domanda n. 9
Tra le seguenti, qual è la corretta e più completa definizione di “farmacia rurale”?
a) Farmacia situata in un comune con popolazione non superiore a 3.300 abitanti;
b) L’unica farmacia di un comune con popolazione non superiore a 5.000 abitanti;
c) Farmacia ubicata in un comune, frazione o centro abitato con popolazione non superiore a 5.000 abitanti, inclusa quella ubicata in un quartiere periferico della città, purché congiunto a questa con discontinuità di abitati;
d) Farmacia ubicata in un comune, una frazione o un centro abitato con popolazione inferiore a 3.300 abitanti, purché non si tratti di una farmacia istituita ex art. 11, comma 1, lettera b), del decreto legge n. 1/2012 (farmacia di un centro commerciale, un aeroporto civile a traffico internazionale ecc.);
e) Farmacia ubicata in un comune, frazione o centro abitato con popolazione non superiore a 3.000 abitanti, calcolata con esclusivo riferimento alla località o agglomerato rurale in cui è ubicata la farmacia, prescindendo dalla popolazione della sede farmaceutica prevista dalla pianta organica.

Domanda n. 10
In forza della Direttiva 2011/62/UE dell’862011, che modifica il Codice europeo dei medicinali per uso umano, negli Stati membri:
a) È sempre consentita la vendita on line dei medicinali, dispensabili con o senza ricetta;
b) È sempre vietata la vendita on line dei medicinali etici, mentre può essere consentita la vendita dei prodotti parafarmaceutici;
c) Può essere vietata la vendita on line dei medicinali etici, mentre deve essere consentita la vendita dei medicinali dispensabili senza ricetta medica;
d) È sempre consentita la vendita on line dei prodotti parafarmaceutici, mentre può essere o meno consentita la vendita di medicinali etici e dei medicinali dispensabili senza ricetta medica;
e) Deve essere vietata la vendita on line dei medicinali etici, mentre può essere consentita la vendita dei medicinali dispensabili senza ricetta medica e dei prodotti parafarmaceutici.

LE RISPOSTE
1.e, 2.a, 3.c, 4.c, 5.d, 6.b, 7.a, 8.d, 9.c, 10.c

Pubblicato su iFarma – Aprile 2019

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