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“Sindrome primaverile”, cambiare senza fatica

L'AZIENDA

“Sindrome primaverile”, cambiare senza fatica

stagioni

L'arrivo della bella stagione è un periodo di intensi cambiamenti che possono arrecare disturbi all’organismo, che spesso reagisce con segnali fastidiosi. Come affrontare questo momento? Se ne è parlato nell'evento on line “I tuoi alleati anche nel cambio di stagione”, promosso da Alfasigma

13 maggio 2021

di Claudio Buono

Come aiutare l’organismo durante il cambio di stagione? La sindrome primaverile comporta spesso svariati sintomi come stanchezza eccessiva, difficoltà di concentrazione, senso di debolezza generale, ansia, irritabilità, insonnia. «Molte persone in questo periodo si sentono costantemente scariche e demotivate, come se mancasse loro il carburante necessario per portare avanti le tante attività quotidiane», afferma la biologa nutrizionista Maria Luisa Cravana. In questo periodo delicato, l’intestino si deve assestare rispetto a nuove abitudini, con possibili alterazioni della microflora batterica. «Il legame tra cambio di stagione e disturbi digestivi è acclarato», spiega Paolo Orsi, gastroenterologo. «In questo periodo si manifestano aspetti psicosomatici e anche alterazioni di alcuni neurotrasmettitori che agiscono sia direttamente sia indirettamente sul nostro intestino. Non di rado si verificano intensificazione dei fastidi nei soggetti già predisposti e nuovi casi di alterazioni e disbiosi all’apparato gastrointestinale». Aggiunge Orsi: «Gli sbalzi termici, caratteristici del periodo, possono provocare altresì un abbassamento delle difese immunitarie. Questo perché intestino e sistema immunitario sono strettamente collegati tra loro. Basti pensare che circa il 70 per cento delle cellule immunitarie dell’organismo è situato proprio nell’intestino».

Microbiota e aerobiome

Ma non sono solo le cellule intestinali a interagire con il sistema immunitario. Secondo Patrizia Brigidi, docente di Biotecnologia delle fermentazioni presso il dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche dell’Università di Bologna, «sono circa 39 trilioni i batteri, virus e funghi che abitano il nostro intestino e costituiscono il microbiota intestinale. Si tratta di un’entità univoca e personale, diversa in ognuno di noi: una moltitudine dinamica che varia con l’età, la dieta, l’ambiente e, chiaramente, con le stagioni». «Anche l’aria che respiriamo influenza il microbiota intestinale – prosegue l’esperta – e questo per via di una nuvola di microrganismi che ci circonda (l’aerobiome) che cambia in base a temperatura e umidità, risentendo così della stagionalità. Studi recenti, inoltre, dimostrano che nelle regioni del mondo in cui vi sono forti cambi climatici il microbiota è più variabile rispetto ad altri luoghi».

Alimentazione e integratori, ottimi alleati

Fattore chiave che influenza la composizione del microbiota intestinale è l’alimentazione, che se corretta gioca un ruolo molto importante nel prevenire i fastidi di stagione, diversamente li aggrava. «Per mantenere l’equilibrio intestinale – suggerisce la dottoressa Brigidi – è bene consumare abitualmente cibi fermentati come yogurt e miso, fibre e cereali integrali, mentre è da evitare il consumo eccessivo di carne, fritti, cibi piccanti e speziati, cioccolato, formaggi stagionati, bevande gassate e alcol». Altri due fattori importanti per prevenire questi disturbi sono praticare un’attività fisica regolare e condurre uno stile di vita sano. L’aiuto esterno dell’integrazione alimentare diventa inoltre strategico, in particolare per quanto riguarda i probiotici, per aiutare a ripristinare l’equilibrio del microbiota intestinale, e quelli a base di carnitina, per combattere la stanchezza fisica e mentale. «Per disturbi gastroenterici, reflusso, mal di testa, stanchezza e spossatezza, quelli di cui più si lamentano i pazienti-clienti della mia farmacia in questo periodo, l’approccio con integratori alimentari è il primo consiglio che do al banco, in quanto spesso risolutivo e facilmente gestibile da parte di tutti», fa sapere Carolina Carosio, presidente Fenagifar. Che aggiunge: «Privilegiare le caratteristiche intrinseche dei prodotti, in termini di qualità formulativa e di azioni fisiologiche, è sempre la scelta vincente, sia per il professionista che dispensa il consiglio sia per il paziente che ne usufruisce».

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