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Stabilità apparente

L'INTERVISTA

Stabilità apparente

Elena Folpini

«In realtà i cambiamenti sono molti», ci dice Elena Folpini, direttore generale di New Line Ricerche di Mercato. «L’importante flessione del farmaco etico, il picco di categorie prima marginali, la modifica del processo prescrittivo. La farmacia dipende da variabili esogene non controllabili»

4 febbraio 2021

di Carlo M. Buonamico

Clicca play per guardare l’intervista nel formato video (durata: 12 minuti c.ca)

La pandemia ha mostrato come la farmacia dipende da variabili esogene non controllabili. Parte delle dinamiche del 2020, come la multicanalità, saranno presenti anche quest’anno. Grandi effetti si vedranno con la diffusione della ricetta elettronica e con le mutate dinamiche relazionali paziente-medico-farmacista. L’opinione di Elena Folpini, direttore generale di New Line Ricerche di Mercato.

Il 2020 per la farmacia ha rappresentato un anno del tutto particolare, dai picchi di domanda di vitamine e farmaci presunti curativi del Covid nei mesi iniziali dell’emergenza, alle nuove dinamiche di acquisto. Quali sono i dati più rilevanti di questo mercato?

Il dato più importante è l’apparente stabilità. Basti penare che la chiusura del 2020 ha visto il fatturato della farmacia in flessione del 2,2 per cento a fronte di una diminuzione ancora più limitata in termini di confezioni vendute. Gli stessi valori mostravano, nel 2019, un fatturato completamente flat e una flessione a confezioni molto simile. Verrebbe da pensare che una pandemia, che di fatto ha ribaltato i nostri riferimenti consueti, abbia di fatto impattato di soli due punti percentuali sul fatturato della farmacia. In realtà, dietro questa apparente stabilità, notiamo molte variazioni. Non soltanto rispetto ai singoli mercati, ma anche alle singole aziende che competono nello stesso mercato e ai loro brand, ai canali e soprattutto alle singole farmacie.
Una prima macro-divisione riguarda il farmaco da prescrizione, che ha chiuso con l’importante flessione del -3,4 per cento, e i presidi per la protezione individuale che hanno mostrato un fatturato flat, ma con una crescita quasi del 4 per cento in termini di confezioni. A dimostrazione che prodotti a basso prezzo sono stati venduti in grande quantità. Ci sono poi segmenti che hanno riguardato la prevenzione, pensiamo a vitamine e minerali, che hanno segnato una crescita del 6,5 per cento del fatturato. Senza dimenticare la categoria degli immunostimolanti, poco rilevante in passato, che nel 2020 ha registrato ben il +70 percento.

Si tratta di un fatto isolato o di diverse dinamiche che costituiranno un trend anche in questo 2021 appena iniziato?

Il 2020 ci ha mostrato in modo molto nitido come la farmacia dipenda da variabili esogene non controllabili. Ne è un esempio la sindrome influenzale. Le misure di distanziamento e di protezione individuale ne hanno di fatto impedito molto la diffusione. E così, tutte le categorie sia di farmaco da prescrizione sia di medicinale da automedicazione ne hanno e ne stanno risentendo molto. Ancora, il contingentamento degli spazi espositivi ha influito molto su una categoria come la cosmetica.
Alcuni esempi possono aiutare a comprendere meglio. Se costruiamo un paniere con farmaci da prescrizione nell’area degli antidolorifici e dei gastrointestinali riscontriamo una flessione del fatturato prossima al 10 per cento. Mentre tutto il mondo della prescrizione di farmaci per malattie croniche ha mantenuto una sostanziale stabilità. D’altra parte, osserviamo che categorie, come quella dei sanitari, che hanno risposto a una domanda del mercato, hanno raggiunto una crescita di quasi il 50 per cento a confezioni.
Immaginiamo che, quando le barriere alla socialità saranno ridimensionate, la domanda ritorni ad assumere le caratteristiche ante-pandemia. Probabilmente con livelli leggermente inferiori, perché si sono affacciati in modo significativo anche canali competitor della farmacia. La pandemia, infatti, ha accelerato l’accesso alla multicanalità che era già in nuce alla fine del 2019 e che si è poi fortemente consolidato. E da questo non si tornerà indietro.

A questo punto, non posso non porle una domanda sulle vendite on line: di che numeri stiamo parlando per il 2020?

L’attitudine al consumo di medicinali e prodotti della farmacia attraverso un approccio multicanale non cambierà. Naturalmente penso a tutta l’area out-of-prescription che riguarda il canale farmacia e parafarmacia delle realtà che sono state autorizzate alla vendita on line. Il fatturato di questo canale ha superato i 700 milioni di euro a fine 2020, in crescita di oltre l’80 per cento. Una crescita che non ha riguardato solo gli e-retailer puri, ma anche la fascia di farmacie e parafarmacie che segue a essi quanto a investimenti in questo canale. Categorie come la cosmetica e gli integratori hanno visto un importante aumento della loro incidenza, quasi raddoppiata in un anno, andando parzialmente a compensare le perdite registrate dal canale fisico. Certamente osserveremo una crescita dell’on line, anche in ragione di un allargamento dell’offerta e dell’ampliamento del numero di operatori, ma con una pendenza della curva che tenderà a rientrare perché l’accesso al canale fisico si pensa riprenderà nei prossimi mesi.

Analizziamo ora le dinamiche del business della farmacia: secondo le vostre rilevazioni cosa ci può dire relativamente al numero di scontrini emessi e al loro valore? E che confronto possiamo fare rispetto al passato?

Lo scontrino è uno degli indicatori più diretti del traffico in farmacia. Abbiamo registrato un sensibile calo, quasi il 7 per cento, del numero medio mensile di scontrini emessi dalle farmacie. A fronte di ciò, però, i dati indicano una crescita dell’8 per cento del valore del singolo scontrino. Ciò si spiega perché chi si reca in farmacia acquista, oltre a quanto prescritto dal medico, diversi presidi e altri prodotti che possano limitare la frequenza di visita alla farmacia. L’elemento “traffico in farmacia” è stato uno dei fenomeni maggiormente impattati dalla pandemia. E ha mostrato i suoi effetti in modo diverso sulle diverse farmacie: singole farmacie fortemente penalizzate perché driver-to-store consolidati come scuole, uffici, stazioni e aeroporti hanno smesso di funzionare come prima e farmacie posizionate in zone periferiche con forte attenzione alle categorie commerciali che sono state molto penalizzate. Ciò non evidenzia altro che una diversa dinamica della domanda, minore frequenza degli acquisti ma più cospicui e una ridistribuzione del traffico sul territorio davvero importante.

Infine, ci può dire quale potrebbe essere il principale elemento che caratterizzerà il mercato della farmacia nel 2021?  

Uno degli elementi chiave da tenere sotto controllo quest’anno è la diffusione della ricetta elettronica dematerializzata anche in fascia C. Cambierà fortemente la relazione tra paziente, medico e farmacista. Ci sarà un orientamento a una maggiore selezione della farmacia di riferimento e ciò si rifletterà in un nuovo modo di relazionarsi con lo spazio fisico, e avrà effetto sulle vendite complementari e sul modo in cui le farmacie si organizzeranno per rispondere a questa nuova esigenza. Pensiamo che la prescrizione rimarrà il principale driver di ingresso in farmacia. Un cambiamento del processo prescrittivo a monte avrà un impatto molto importante.

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