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Titolare per concorso, una scelta ponderata

LA PROFESSIONE

Titolare per concorso, una scelta ponderata

Da destra, Mirko Meloni con i co-titolari Biancamaria Meli, Anna Iannone e Matteo Marziali.

Mirko Meloni, co-titolare a Trescore Balneario (Bg), assieme a tre colleghi ha partecipato con successo all’assegnazione di una nuova sede. Pur con le molte sfide necessarie al nuovo ruolo, i quattro soci confermano: hanno realizzato il loro sogno

12 gennaio 2023

di Claudio Buono

Varato nel gennaio 2012 dal Governo Monti, il decreto legge “Cresci Italia” ha abbassato il quorum di popolazione previsto per l’apertura di nuove farmacie: una ogni tremila abitanti circa, con un aumento di circa 5mila esercizi. Ed è tra i vincitori del concorso straordinario per l’assegnazione di nuove sedi che troviamo il dottor Mirko Meloni, titolare della farmacia Albarotto di Trescore Balneario (Bergamo), dal quale ci facciamo raccontare la sua storia.

Innanzitutto: che cosa l’ha spinta a concorrere per l’assegnazione di una nuova farmacia?

In verità è un desiderio che coltivavo già da tempo. La mia decennale esperienza come farmacista – sia come libero professionista sia come direttore presso una farmacia comunale – mi ha spinto dunque a cogliere al volo l’occasione di aprire una sede ex novo. Una scelta che non ho compiuto da solo: con un mio collega di università e altre due colleghe farmaciste con le quali avevo già lavorato nella medesima sede abbiamo deciso di unire le forze e di presentare la domanda per il concorso attraverso la piattaforma messa a disposizione da Regione Lombardia. Come vede, la nostra richiesta ha avuto un esito positivo e oggi siamo quattro titolari – ci siamo infatti costituiti come società di farmacisti di cui io svolgo le funzioni di direttore tecnico – che hanno finalmente realizzato il loro sogno.

Com’è stato l’impatto con questa nuova realtà?

Mi sono trovato fin da subito a mio agio, anche se gli impegni sono risultati indubbiamente maggiori e più gravosi. Oggi infatti la gestione di una farmacia richiede competenze che vanno ben oltre la mera attività al banco e che implicano, fra l’altro, anche conoscenze economiche, giuridiche, tecnologiche. Vanno prese insomma decisioni di carattere aziendale che fanno sì che il titolare sia manager della propria attività, un aspetto, questo, su cui concordano pure i miei colleghi. A mio favore gioca però l’esperienza acquisita in passato anche in funzioni direttive, un aspetto del curriculum che si sta rivelando utile per affrontare le problematiche di questa nuova realtà. Aggiungo che il fatto di doversi mettere alla prova in prima persona quotidianamente costituisce un plus, a livello di crescita professionale, che da dipendente o da libero professionista non si può di certo ottenere.

Qual è stata l’accoglienza per la nuova farmacia?

A conti fatti positiva. Tenga presente che abbiamo aperto quasi in concomitanza con l’arrivo della pandemia: un evento, questo, che ha stravolto molte logiche, facendo sì che la farmacia diventasse un punto di riferimento fondamentale per la popolazione. Per cui, se in precedenza le aperture di concorso potevano suonare come un campanello d’allarme per qualcuno – parlo chiaramente di timori dovuti all’aumento della concorrenza – in emergenza Covid la presenza di un presidio in più ha consentito di sopperire, come nel nostro caso, all’impennata di richieste di assistenza primaria da parte dei cittadini. E questo a maggior ragione in una Provincia come quella in cui operiamo, dove la carenza di medici è piuttosto rilevante.

Se ne deduce che ciò abbia portato a un’ulteriore fidelizzazione della clientela?

Senza dubbio. Già durante il periodo emergenziale abbiamo ottenuto il riconoscimento e l’apprezzamento da parte dei nostri clienti per i sacrifici e l’impegno sostenuti. Tutto questo ha rafforzato la nostra immagine di una farmacia sempre più al servizio dei cittadini.

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