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Un futuro aperto al nuovo. E la tecnologia aiuta

DIGITAL PHARMACY FORUM

Un futuro aperto al nuovo. E la tecnologia aiuta

Digital Pharmacy Forum

Se la farmacia è uno dei riferimenti di salute più apprezzati dai cittadini è anche merito della capacità dei colleghi di trovare soluzioni smart e vocate ai servizi di prossimità. Ecco cosa hanno raccontato i farmacisti al Digital Pharmacy Forum di ottobre

11 novembre 2021

di Mariasandra Aicardi

Il Digital Pharmacy Forum del 28 ottobre organizzato da iFarma si è chiuso come sempre con una tavola rotonda con i farmacisti, moderata dal direttore della rivista, Laura Benfenati. Protagonisti di questa edizione sono stati Giacomo Battistella, Serena Carmina, Antonio Coletti, Alessandro Grilli e Silvia Pagliacci, invitati a dare un feedback sulle risorse digitali da loro utilizzate.

Soluzioni digitali secondo le proprie necessità

Serena Carmina, da Courmayeur, ha investito in un sistema di telemedicina di H&S, del gruppo CGM, con Ecg e holter, e l’ha ben comunicato, richiamando in farmacia nuova clientela. Sul tema on line e social commenta: «Alla mia età non ho una mentalità né una cultura digitale; perciò sto cercando una collaborazione con un social media manager. Sfortunatamente queste figure non sono mai dei farmacisti, per cui i contenuti sono io a doverli fornire, e il tempo non basta mai».
Anche Alessandro Grilli (di Napoli) si è avvalso di professionisti – la web agency Rif Raf – per il suo sito di e-commerce e anche per la comunicazione social. «Può essere redditizio anche per la singola farmacia?», chiede Laura Benfenati. «Prima di tutto occorre un controllo di gestione maniacale ed essere disposti a investire 100-150mila euro», dice Grilli. «Per avere visibilità sul web e per superare tutti i competitor devi abbassare i prezzi, e alla fine ti ritrovi margini scarsissimi. Meglio investire in telemedicina o in servizi di estetica, avvalendosi di personale professionale».
Antonio Coletti (di Fornacette, Pi) ha la fortuna di avere un figlio informatico che lo aiuta. Ha iniziato a vendere on line due anni fa tramite la piattaforma di Amazon: un esperimento fatto con investimento zero e con margine zero, che però ha dato molta visibilità alla farmacia.
Per Giacomo Battistella, Pieve di Soligo (Treviso), la tecnologia è neutra, né buona né cattiva, dipende sempre da che uso se ne fa. «Dopo aver notato che la mia farmacia era molto cercata su Google Maps da parte di persone che poi chiamavano per prenotare i tamponi, ho deciso di creare una app che ci sgravasse dall’impegno al telefono. Perciò ho chiesto aiuto a un gruppo di informatici della mia zona, che l’ha sviluppata in modo che la prenotazione del tampone fosse gestita totalmente dal cliente, con un grande risparmio di tempo da parte nostra».
«Siamo quelli che hanno reagito meglio alla pandemia», dice Silvia Pagliacci (di Perugia), che ricorda il gradimento altissimo della farmacia da parte dei cittadini rispetto ad altri servizi. «Il Covid ha avuto il merito di farci sviluppare il digitale per stare più prossimi alla gente. Qui in Umbria, per esempio, siamo partiti con dei servizi che sul territorio erano venuti a mancare. Abbiamo una app che porta la farmacia fisica a casa del cittadino, Contacta pharmacy, e una macchina, Farmacash, che nasce per le farmacie rurali e fa da cassa intelligente, dove depositare e prelevare contante, effettuare pagamenti di ticket e con il sistema PagoPA, nonché rilasciare assicurazioni sanitarie e polizze per i viaggi. Anche il farmacista può depositare l’incasso in tutta sicurezza grazie a un sistema brevettato, e i soldi vanno direttamente nel conto corrente».

Una visione meno miope del ruolo della farmacia 

«Oggi il rapporto tra il cittadino e il farmacista è diventato più intimo di quello medico-paziente», afferma Coletti: «Abbiamo brontolato per la stampa del green pass, ma è un servizio indispensabile. Anch’io ho la telemedicina per le idoneità degli sportivi, ho eliminato il sistema di prenotazione per i tamponi, aumentando il numero degli infermieri a quattro, e ho messo tre operatrici a inserire i dati sulla piattaforma per poter fare 60-80 tamponi all’ora. Così ho potuto lasciare i farmacisti al banco per servire i clienti e la farmacia intatta nell’esposizione dei prodotti».
Giacomo Battistella, dal canto suo, racconta le caratteristiche della piattaforma Carepy, che utilizza per la delicata gestione dell’aderenza alla terapia. «Il sistema prepara i promemoria per i pazienti e ci avverte quando questi sono in procinto di terminare le scorte di farmaci, così noi li contattiamo». La piattaforma aiuta anche a programmare meglio gli acquisti, compresi quelli dei prodotti complementari alle terapie prescritte dal medico.
«Il cambiamento non ci deve spaventare», rassicura Silvia Pagliacci, che si augura per il futuro della farmacia una maggiore apertura al nuovo. “Come sarebbe andata la malattia in Italia se l’attività dei tamponi in farmacia l’avessero proposta subito, nel 2020?” si chiede, e spera che questa visione miope non si riproponga con il Pnrr. Si augura che nasca una rete in grado di collegare le farmacie e che sia davvero utile ai cittadini, che serva loro a recuperare tempo: «Perché far viaggiare i diabetici per andare ai Centri diabetologici? Colleghiamo la farmacia al Centro diabetologico, piuttosto!».

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