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Un pilastro insostituibile

L’ATTUALITÀ

Un pilastro insostituibile

Questa è la farmacia secondo tutti gli esponenti politici presenti all’assemblea pubblica di Federfarma. Lo si vedrà presto nei fatti, perché ci sono quattro punti inderogabili per la sostenibilità del sistema, presentati dal presidente Marco Cossolo

15 settembre 2022

di Laura Benfenati

I tanti, tantissimi ringraziamenti ai farmacisti e la riconoscenza da parte dei politici di tutti gli schieramenti all’assemblea pubblica di Federfarma di mercoledì sera a Roma, per quanto fatto durate la pandemia con i tamponi, i vaccini, la presenza costante, danno ragione a quanto detto dal presidente della Fofi Andrea Mandelli in apertura: «Siamo passati da una percezione positiva del cittadino, che c’è sempre stata, a quella della politica, che considera oggi il farmacista un professionista capace di risolvere i problemi della popolazione. Senza la farmacia la prossimità non esiste». Molto c’è però ancora da fare perché questo ruolo così prezioso sia potenziato, perché non si perda tutto quello che è stato costruito fino a qui. Lo ha sottolineato il segretario di Federfarma Roberto Tobia: «Dobbiamo rendere strutturale la farmacia dei servizi nel Servizio sanitario. Le istituzioni hanno colto le peculiarità della nostra rete, che sono rappresentate da prossimità e innovazione, ma è necessaria la sostenibilità dell’azienda farmacia».

Quattro punti inderogabili

E perché la farmacia possa svolgere sempre di più una funzione sanitaria attiva di prossimità, all’insegna della continuità con quello che è stato fatto in pandemia, il presidente di Federfarma Marco Cossolo ha posto quattro temi fondamentali all’attenzione dei decisori politici e a chi avrà la responsabilità di Governo: «Si tratta di quattro punti su cui ci giochiamo il ruolo oppure la marginalizzazione e su cui siamo all’ultimo miglio: piena attuazione della farmacia dei servizi omogeneea sul territorio, rinnovo della convenzione in fretta, nuova remunerazione, nuove norme proconcorrenziali perché quelle che ci sono dopo il 2017 sono prooligopolistiche e rendono difficile competere con le catene». I quattro punti sono declinati in pratica in un incremento della Dpc per tutti i farmaci per cui non è indispensabile la distribuzione diretta, nella conclusione rapida del lunghissimo percorso della nuova convenzione, nella nuova remunerazione. Cossolo ha voluto puntualizzare che se quest’ultima non sarà presente nella legge di Bilancio sarà soltanto per volontà politica, perché le coperture ci sono: la spesa convenzionata ha risparmiato 600 milioni e la nuova remunerazione ne costa 242. In cambio i farmacisti si impegnano per l’erogazione di prestazioni di telemedicina, a garantire dispensazione dei farmaci e dispositivi a domicilio ai pazienti inseriti nei programmi di assistenza domiciliare, alla raccolta dati ai sensi dell’articolo 34 del Dl 73/2021, all’attivazione di applicativi, grazie a Promofarma, per la gestione del paziente cronico (supporto alle attività di monitoraggio aderenza alla terapia, screening, tracciamento delle prestazioni e consumi). Per quel che riguarda l’ultimo dei quattro punti inderogabili, il presidente di Federfarma ha spiegato: «Avevo già dubbi sulla legge 124/2017, ma oggi è chiaro che rischia di trasformarsi da norma proconcorrenziale a norma prooligopolistica. Le catene hanno diverse potenzialità rispetto ai singoli titolari. Vogliamo quindi creare strumenti che permettano pari opportunità competitive: la possibilità per il singolo titolare di acquisire una seconda farmacia, quella del work for equity adatto a coinvolgere i giovani, l’agevolazione all’ingresso del “capitale paziente” in farmacia attraverso partecipazioni di minoranza».

Le priorità per le rurali

Il pericolo catene riguarda in particolare le farmacie rurali, quelle più fragili, con scarso bacino di utenza, lontane dalle altre strutture sanitarie, dai servizi essenziali e dagli ambulatori dei medici. E con minore capacità di autofinanziamento per agganciarsi a processi evolutivi della professione. Lo ha ribadito con forza il presidente del Sunifar Gianni Petrosillo: «La competizione interna colpisce di più le farmacie deboli e la distribuzione diretta penalizza i cittadini delle aree in cui operano le rurali. Abbiamo bisogno di un rafforzamento di queste farmacie»

Petrosillo ha ricordato il pasticcio del decreto di agosto dell’Agenzia per la coesione territoriale e la sospensione dei finanziamenti previsti dal Pnrr a oltre 900 rurali sussidiate che non si trovano nelle aree interne: «Non possiamo lasciarle nel guado, stiamo lavorando per cercare una soluzione, speriamo di risolvere la questione in queste settimane altrimenti sarà compito del nuovo Governo». Altre priorità per le rurali: un freno alla distribuzione diretta; una nuova remunerazione con criteri premianti per le piccole farmacie; equità e uniformità per la determinazione dell’indennità di residenza con pari indennità per pari disagio; soluzioni al problema della carenza dei medici, trasformando, per esempio, le ricette in piano terapeutico, misure che non eludono il controllo del prescrittore.

Unanime, come dicevamo, il riconoscimento dei politici nei confronti dell’istituzione farmacia e molti gli argomenti trattati, dalla salute tema di sicurezza nazionale al rischio della proletarizzazione delle professioni sociali, dall’utilizzo del Mes sanitario per fare un grande piano di prevenzione all’importanza di non tornare indietro nei finanziamenti al Servizio sanitario, come se non si fosse imparato nulla dalla pandemia. «Grazie per il lavoro straordinario fatto in questi anni difficili. Le risorse che si investono nella salute non sono un costo ma un investimento nella qualità della vita delle persone», ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza. «Voi avete fatto fino in fondo il vostro dovere. E quando difendere e rappresentare un interesse di parte coincide con l’interesse del Paese si diventa più forti. Oggi lo siete, la farmacia è una ricchezza della comunità dove il cittadino incontra il Ssn con fiducia». Capiremo molto presto se le tante parole di plauso ascoltate in assemblea si tradurranno in realtà e se il nuovo Governo – qualunque esso sia – di fronte a nuove emergenze economiche, metterà al centro della sua azione la salute dei cittadini e con essa anche la tutela della rete di sanità territoriale, di cui le farmacie sono pilastro insostituibile.

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