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Un successo degno dei vecchi tempi

COSMOFARMA

Un successo degno dei vecchi tempi

Tantissimi colleghi in fiera e ai convegni. La notizia? La rete dei farmacisti ipotizzata dal presidente di Federfarma Marco Cossolo per convincerli a non vendere alle catene

19 maggio 2022

a cura della Redazione

Tanta, tanta gente in giro per gli stand tutti tre i giorni e nelle sale ai molti convegni, un indubbio successo questa venticinquesima edizione di Cosmofarma, “Incontri Ri-avvicinati”: 350 le aziende partecipanti, oltre 60 gli appuntamenti convegnistici formativi e informativi, molte le novità presentate soprattutto in ambito tecnologico.

«Quest’anno abbiamo festeggiato la 25esima edizione di Cosmofarma e “Incontri Ri-avvicinati”, claim con il quale abbiamo voluto accompagnare questa edizione, non è stato solo un auspicio, ma una realtà», ha spiegato Francesca Ferilli, direttore generale di Bos Srl. «Siamo già al lavoro per la prossima Cosmofarma che sarà dal 5 al 7 maggio 2023».

Il barometro clienti

Come di consueto Doxapharma ha presentato il Barometro Clienti delle farmacie. Tutti gli intervistati (mille su un campione rappresentativo della popolazione) hanno dichiarato di avere una farmacia di riferimento e uno su tre si rivolge sempre alla stessa. I clienti ritengono le farmacie affidabili nella preparazione e nella disponibilità del personale, unico neo i servizi digitali che non raggiungono ancora la sufficienza.  Per quel che riguarda i servizi attuali nelle farmacie, in una scala tra uno e dieci il voto dato è 6,7 ma il 45 per cento degli intervistati dà una valutazione tra 8 e 10. E la farmacia del futuro? Secondo i clienti deve evolvere nella direzione del polo vaccinale, comodo e affidabile. «Sono due le parole chiave in questo momento nel settore: stabilizzazione strategica», ha detto Gadi Schoenheit, vice presidente di Doxapharma. «Il farmacista ha intravisto la strada di un suo posizionamento nell’ambito del Ssn e ha cominciato a organizzarsi in questo senso». Il presidente di Federfarma Marco Cossolo, intervenuto al convegno, si è chiesto quanti dei colleghi abbiano in realtà sposato i servizi perché hanno capito la visione che c’è dietro a quel progetto di farmacia e quanti invece abbiano soltanto sfruttato i tamponi come metadone del bilancio. «E anche il Pnrr è un bel banco di prova, quei fondi li dobbiamo prendere tutti, ricordiamoci che stiamo discutendo la nuova remunerazione delle farmacie».

La sfida prossimità

La prossimità è ormai diventata elemento chiave del nostro quotidiano, come ha sottolineato il sociologo Francesco Morace alla Business Conference, così come l’empatia, la relazione, la potenza dei legami deboli, le persone che fanno la differenza quando abbiamo bisogno. «Il farmacista è mediatore culturale dell’esigenza dei cittadini, dispensa ma interpreta la prossimità perché senza di lui la prossimità non esiste», ha detto il presidente della Fofi Andrea Mandelli. E il fatto che i fondi destinati alle farmacie siano nella Missione 5, quella della coesione territoriale, ha sottolineato l’ex ministro Carlo Cottarelli, è un segnale forte perché la farmacia non è più solamente il luogo dove si dispensa il farmaco ma un centro di servizi: «Certo, piccolo è bello ma più in grande si possono fare molte più cose, l’aggregazione è sicuramente una ricetta per il futuro».

«Abbiamo studiato, abbiamo fatto tamponi, somministrato tre milioni di vaccini, ci siamo aggiornati, abbiamo stampato green pass», ha elencato Mandelli al convegno “Riorganizzazione della sanità territoriale: il ruolo del farmacista e della farmacia nell’assistenza di prossimità”, promosso da Fofi, Federfarma, Fondazione Cannavò e Utifar. «Se i medici vanno negli hub, chi starà in ospedale? Vogliamo un ulteriore allungamento delle liste di attesa? Nel DM 71 è ben delineata la trasformazione dei professionisti della salute, è una pietra miliare per ripartire. E con la dispensazione del Paxlovid abbiamo dimostrato di poter distribuire tutti i farmaci che non hanno bisogno di particolare attenzione ospedaliera, con grande beneficio dei pazienti».

Un passaggio culturale inevitabile

«Abbiamo creato una professione nuova e più gratificante», ha detto Marco Cossolo, «consolidiamo questa crescita. Non dobbiamo però creare un modello prooligopolista ma proconcorrenziale. Uno dei nostri obiettivi quindi è mettere le farmacie indipendenti nelle stesse condizioni di fare i servizi delle farmacie in catena». Cossolo ha riassunto i ruoli previsti per il farmacista dal DM 71: dispensazione farmaci, prestazioni servizi sanitari, tamponi e vaccinazioni, test diagnostici con prelievo di sangue capillare e ha ribadito che nel testo è scritto con chiarezza che nelle case della salute non si dispensa il farmaco. «Si stanno inoltre definendo ora le linee guida per la telemedicina in farmacia, le nostre priorità sono sicuramente la convenzione e il cambio di remunerazione e stiamo lavorando su norme che possano aiutare i farmacisti che vogliono vendere a trovare alternative costruttive coinvolgendo i più giovani». Sono passaggi culturali difficili, soprattutto per le rurali, come ha sottolineato il presidente del Sunifar Gianni Petrosillo: «Ci sarà un tempo, probabilmente vicino, in cui questi servizi vi chiederanno di farli e allora sì, se non saremo pronti, ci saranno farmacie di serie A e B. Conviene a tutti sfruttare subito i fondi che il Pnrr ci mette a disposizione per ampliare i servizi».

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