Cosmetica Italia, la seconda Indagine congiunturale 2024
IL MERCATO
Cosmetica Italia, la seconda Indagine congiunturale 2024
Presentati a Milano i dati relativi al secondo semestre dello scorso anno. Spesa in aumento per i cosmetici, considerati ormai beni essenziali. Bene la farmacia, terzo canale a valori, con una crescita del 6 per cento nel 2024 e una previsione del 5,7 per il 2025
27 febbraio 2025
di Stefania Cifani
Un comparto in salute, e con buone prospettive di crescita. È questo il profilo del settore cosmetico che emerge dai risultati della 48a Indagine congiunturale, relativa al secondo semestre 2024, presentata questa settimana a Milano dal Centro Studi di Cosmetica Italia.
La spesa cosmetica procapite media è in aumento in tutti i Paesi considerati, ma soprattutto negli Usa e in Europa. Secondo le analisi, il cosmetico si configura come un bene essenziale e legato alla quotidianità, che non dipende da variabili socioeconomiche; infatti, osservando come la spesa cosmetica incida sul Pil dei principali mercati mondiali, non emergono differenze sostanziali. E per il 2025 si confermano i trend di crescita di fine 2024.
Secondo Benedetto Lavino, presidente di Cosmetica Italia, lo scenario «induce a un cauto ottimismo legato alle performance del mercato interno e alle dinamiche positive delle esportazioni italiane, che hanno un peso importante per i valori totali di fatturato. Le esportazioni, con 7,9 miliardi di euro (+12,5 per cento rispetto al 2023), cresceranno di ulteriori 8,5 punti percentuali nel corso del 2025 confermando l’apprezzamento di cui gode il cosmetico Made in Italy sui mercati internazionali».
Mercato italiano e canali distributivi
In Italia il mercato della cosmesi vale, per il 2024, 16,5 miliardi di euro (+9,2 per cento rispetto al 2023); e per il 2025 si stima un aumento del 6,9 per cento, che porterà il valore del fatturato a 17,7 miliardi di euro. Per quanto riguarda i consumi di cosmetici da parte degli italiani, si registra una crescita del 6,7 per cento nel 2024, per un valore totale di 13,4 miliardi di euro; per il 2025 le previsioni indicano un aumento del 5,7 per cento, e un totale consumi di 14,1 miliardi di euro.
Se quello della Grande distribuzione, o Mass market, con 5,5 miliardi di consumo e un aumento del 5,1 per cento rispetto al 2023, è il canale distributivo leader, per altri canali – profumeria, e-commerce e farmacia – i risultati sono positivi e le previsioni suggeriscono un andamento crescente.
«Il dettaglio sull’andamento dei singoli canali distributivi indica per il canale farmacia un aumento del 6 per cento nel 2024, per un valore di circa 2,1 miliardi di euro; le previsioni per il 2025 danno una proiezione di 2,4 miliardi, corrispondenti a un aumento del 5,7 per cento» precisa Gian Andrea Positano, responsabile Centro Studi di Cosmetica Italia.
A doppia cifra i risultati, rispetto al 2023, per il canale profumeria (+10,2 per cento) ed e-commerce (+10,8 per cento), con valori pari a 2,8 e 1,2 miliardi di euro rispettivamente. Le previsioni per il 2025 sono altrettanto positive, con un aumento atteso del 10 per cento per l’e-commerce e del 6,6 per cento per la profumeria.
Focus imprese
L’indagine ha esaminato anche le dinamiche industriali interne al comparto. Spiega Positano: «Il 38 per cento (+34 rispetto al semestre precedente) degli operatori in ambito cosmetico si posiziona mediamente su dichiarazioni di investimento in aumento. In aumento anche i costi di produzione, che risentono dell’aumento dovuto del rincaro energetico, ai costi di trasporto e alla reperibilità di alcune materie prime». Rispetto al semestre precedente, a livello industriale crescono gli investimenti in macchinari e impianti, ricerca e sviluppo, manutenzione e occupazione.
Ma il focus di questa edizione è stato l’uso dei dati come leva strategica per la competitività e l’innovazione nel settore cosmetico italiano. Commenta Positano: «Abbiamo dedicato un approfondimento dell’Indagine congiunturale a una materia strettamente collegata ai temi dell’innovazione e quindi della competitività industriale. Le imprese intervistate hanno confermato la crescente attenzione all’utilizzo e alla raccolta dei dati anche attraverso i nuovi strumenti digitali. Emerge uno scenario molto dinamico per quanto riguarda la capacità di interpretare e utilizzare l’enorme massa di informazioni a disposizione delle imprese. Esistono ampie opportunità di ulteriore qualificazione e utilizzo dei Big Data a dimostrazione di nuovi confini strategici alla portata delle imprese».


