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n. 73 6/2025

EDITORIALE

n. 73 6/2025

Idee chiare

C’è una frase che ci ha colpito particolarmente durante la lunga chiacchierata con Lorenzo Clerici, Group customers and Channel director di Phoenix Pharma Italia: «Siamo interessati a partnership in rete solo con titolari che hanno le idee chiare e una visione precisa del proprio futuro».

Il futuro del canale in fondo è tutto in quelle due parole: idee chiare.

La farmacia sta cambiando profondamente, più di qualcuno rimpiange il passato ma non si tornerà indietro. E andare avanti significa essere al passo con i tempi, con le innovazioni tecnologiche, con le richieste della propria squadra.

Nei tantissimi commenti – mai così tanti – che nei giorni dello sciopero ci sono stati ai post che abbiamo pubblicato su LinkedIn, uno dovrebbe essere oggetto di riflessione da parte di tutta la categoria: “Se il titolari non saranno obbligati, non utilizzeranno mai strumenti di welfare aziendale”. Leggendolo abbiamo provato una grande tristezza. Primo perché non è la verità, conosciamo tanti titolari che fanno davvero squadra e probabilmente i loro collaboratori non hanno scioperato il sei novembre. Poi però quella frase indica evidentemente che un disagio esiste, se molti titolari davvero ritengono che lo stipendio da contratto dei farmacisti sia adeguato allora è un problema serio. 

Forse qualcosa da imparare dalle reti c’è. Innanzitutto perché ci sono reti e reti, “il laboratorio” delle farmacie di proprietà ha un grande valore se non nasce esclusivamente per questioni finanziarie: purtroppo i gruppi piccoli e grandi creati solo a questo scopo, che non vedono l’ora di disfarsi delle farmacie, non si contano più. E non fanno bene al sistema. 

Idee chiare. Come si compete con questi colossi che a breve saranno ceduti ad altri fondi? «Non sono un problema le reti di proprietà – ci ha detto di recente una titolare – i farmacisti sono tutti scontenti nella farmacia vicino alla mia, perdono in continuazione clienti». Verità? Narrazione? Illusione? C’è rete e rete anche di proprietà, sicuramente. Come c’è network e network. Mai come oggi abbiamo la consapevolezza che senza rete non si possa andare da nessuna parte, che strumenti innovativi come quelli basati sull’intelligenza artificiale siano di difficile applicazione per il singolo, così come il rapporto con l’industria sia destinato a cambiare e le aziende guardino con sempre maggior interesse ai network strong, che ne traggono vantaggio.

Cambierà anche il rapporto con la distribuzione intermedia: i farmacisti per anni si sono illusi che lo spirito cooperativistico bastasse a salvaguardare il sistema e purtroppo non è stato così e ci sono colossi con i piedi più d’argilla di altri.

Non ha alcun senso guardarsi indietro ma per proiettarsi nel futuro bisogna conoscere, confrontarsi, capire come si stanno muovendo i colleghi più illuminati, che magari acquistano la seconda e la terza farmacia invece di lamentarsi di come è cambiato il lavoro nella prima.

Idee chiare su quanto dà (e quanto toglie anche) un network strong, su come affrontare la rivoluzione del back office con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, la sfida dell’e-commerce con l’omnicanalità. E la gestione della squadra con welfare e incentivi alla produttività, la messa a terra della farmacia dei servizi senza compromettere il conto economico, la consapevolezza di quale sia il profitto minimo e quello a cui ambire, l’Ebitda di sussistenza e le potenzialità della propria realtà. Si può illudersi di fare tutto questo da soli, senza competenze specifiche? Servono idee chiare anche su questo.

 

LAURA BENFENATI

Direttore Responsabile, farmacista e giornalista professionista, da anni direttore delle più note riviste del settore

28 Novembre 2025