Una nuova narrazione sull’obesità

L'INIZIATIVA

Una nuova narrazione sull’obesità

Presentata ieri a Roma la campagna “Perdere peso non dipende solo da te. Il tuo corpo può fare resistenza”, promossa da Lilly con il patrocinio dell’Associazione Amici Obesi Onlus

30 gennaio 2025

di Laura Benfenati

Una palestra impossibile e una testimonial speciale come Noemi: è stata presentata ieri a Roma la campagna “Perdere peso non dipende solo da te. Il tuo corpo può fare resistenza”, promossa da Lilly con il patrocinio dell’Associazione Amici Obesi Onlus per cambiare la narrazione sull’obesità. La cantante ha raccontato che a Sanremo 2018, quando non era magra come adesso, era stata accostata sui giornali in modo offensivo a Michelle Hunziker e aveva sofferto: «Quell’episodio mi ha ferito molto ed è stato un campanello d’allarme: guardando quell’immagine ho visto la mia sofferenza, volevo vivere il mio corpo in modo diverso e quello è stato il primo passo verso me stessa. La corretta informazione e il superamento dei pregiudizi su questa patologia possono cambiare le cose e creare una società più empatica e consapevole, in cui ogni persona possa sentirsi compresa e supportata nel proprio percorso».

In piazza dei Cinquecento, davanti alla stazione Termini, è stata installata The Impossible Gym: «La palestra impossibile, con attrezzi bloccati da nastri gialli, rappresenta la resistenza del corpo che ostacola la perdita di peso e le difficoltà che le persone obese vivono ogni giorno», ha detto Elias Khalil, presidente e amministratore delegato Italy Hub di Lilly. «Oggi iniziamo un percorso con vari stakeholder per cambiare la narrazione su questa patologia. Dietisti e dietologi terranno per una settimana nella Palestra impossibile masterclass per il pubblico e misureranno il Bmi: con questa campagna vogliamo accrescere la consapevolezza su questa malattia cronica complessa, e rompere gli stereotipi che affliggono i pazienti, dando loro voce».

L’obesità non è una colpa

Iris Zani, presidente dell’Associazione Amici Obesi, ha sottolineato quanto il paziente obeso avverta i limiti fisici del proprio corpo nella quotidianità, i limiti psicologici e anche i limiti non tangibili, quei complessi meccanismi che regolano la fame e la sazietà e che si oppongono al calo dei chili in eccesso e al mantenimento nel tempo del peso raggiunto: «La maggior parte delle persone è convinta che l’obesità sia una responsabilità e una colpa dell’individuo, questo purtroppo è dovuto in parte alla mancanza di un riconoscimento ufficiale come malattia. Importante è il ruolo della stampa e dei media per modificare una rappresentazione della persona con obesità, ancora troppo stigmatizzata e legata a stereotipi obsoleti e discriminanti».

Nuove opportunità terapeutiche

Rocco Barazzoni, presidente della Società italiana obesità (Sio) ha raccontato che le persone affette da obesità presentano alterazioni dei meccanismi che regolano fame e sazietà, alterazioni legate a fattori genetici, endocrini e ambientali: «È una malattia cronica, sistemica e recidivante con complicazioni gravi e ci sono più di 200 patologie associate. La mancanza di consapevolezza di tutto ciò nella società, nel personale sanitario e nei pazienti, che si sentono colpevoli, ostacola la soluzione del problema».

Barazzoni ha spiegato che questa patologia è una vera e propria epidemia, un’emergenza globale con un miliardo di persone che ne sono affette nel mondo, il 10 per cento della popolazione: «Il numero di persone affette da obesità ha superato quello delle persone con malnutrizione. In questo momento però stiamo vedendo opportunità terapeutiche inimmaginabili fino a pochi anni fa, soluzioni farmacologiche che consentono di raggiungere obiettivi prima appannaggio della terapia bariatrica».

Certo per cambiare la narrazione su questa patologia serve anche la politica: Stefano Benigni, membro XII Commissione Affari sociali, Camera dei deputati, ha ricordato quanto l’obesità rappresenti una delle sfide più urgenti per la salute pubblica: «L’istituzione del Fondo strutturale per la prevenzione e la cura dell’obesità nella Legge di Bilancio rappresenta un passo decisivo per migliorare l’accesso e la continuità delle cure, sviluppare percorsi regionali di prevenzione e sostenere ricerca e formazione per i professionisti della salute. Questa patologia costa 13 miliardi all’anno, una società in salute è più produttiva: il Fondo deve essere solo l’inizio di un percorso più ampio per colmare i gap diagnostico-terapeutici e creare una rete integrata che migliori la qualità della vita dei pazienti».

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