n. 69 1-2/2025

EDITORIALE

n. 69 1-2/2025

Reti e alleanze per intravedere un futuro

Ammetto di esserci rimasta male. In una ricognizione dei colleghi-amici farmacisti veneti per un evento che iFarma stava organizzando nella mia Regione ho scoperto che più di qualcuno di loro, da cui non me lo sarei mai aspettata, ha venduto la farmacia.

Era già accaduto un paio di anni fa: compagni di università, amici di infanzia, quindi non ultrasessantenni, avevano optato per “mollare”, cambiare vita. Magari senza appendere il camice al chiodo, ma continuando a stare al banco senza le responsabilità e i vincoli che gestire un’azienda comporta. Fare il libero professionista in farmacia, quando è possibile farlo, è sicuramente remunerativo e comporta meno sacrifici che fare il titolare di farmacia.

Al netto delle motivazioni strettamente personali di certe scelte – figli che hanno intrapreso strade diverse, stanchezza, voglia di fare altro – il dubbio che sorge è quanto futuro i colleghi intravedono per la farmacia o almeno per quella che conosciamo oggi.
I rappresentanti di categoria magnificano le sorti della farmacia dei servizi – peraltro sotto attacco non solo giornalistico ma anche di altre professioni – e continuano a snocciolare i numeri di fatturato che crescono. E i margini? I servizi in convenzione rendono oppure no? La narrazione che portano traffico in farmacia è sufficiente?
Lo sarà in futuro?

Un titolare ci ha scritto che ha fatto una decina di colloqui a collaboratori di farmacie vicine che si sono proposti per cambiare posto di lavoro, chiedendo anche la remunerazione a tempo pieno per 24 ore. La questione dei “referti” che vanno firmati comporterà responsabilità civili e penali? E se sì, l’azienda farmacia potrà sopportarle? In che modo la singola farmacia gestirà la concorrenza sempre più agguerrita sul cosmetico, gli integratori e i parafarmaci di Amazon and Co., destinata a crescere con le generazioni di nativi digitali? Come, da solo, un titolare potrà gestire tutto quello che stanno allestendo le reti evolute investendo risorse, attività di persone competenti e tempo in attività di marketing? Leggete a pagina 18 cosa sta facendo Benu Farmacia e, nell’articolo a pagina 8 sulla loyalty che “solo il 42 per cento dei farmacisti indipendenti ha messo in campo iniziative di marketing inerenti la carta fedeltà, contro il 100 per cento di quelle dei grandi circuiti”.

Tra l’altro tutte queste vendite di farmacie rischiano di smantellare il sistema se il mercato darà spazio a nuovi soggetti forti. Oppure, come ha sottolineato in un interessante post su Linkedin Luca Sartoretto Verna, titolare dell’omonima azienda: “Immaginiamo per un attimo che una delle principali catene di farmacie in Italia chiuda i battenti, gli investitori scappano, nessuno è più interessato a rifinanziarla, scoppia la bolla speculativa… in primo luogo assisteremmo a un effetto domino sul valore degli esercizi, tutti… le comunità locali pagherebbero un prezzo altissimo…nelle aree rurali se nessuno rileva quelle sedi, interi paesi perderebbero l’unico presidio sanitario vicino”. Sartoretto Verna suggerisce due possibili soluzioni: trasformare la farmacia in un hub di servizi personalizzati (remunerativi, aggiungiamo noi) e fare rete, “allearsi con altri professionisti per condividere costi, competenze, rischi”.

Le opportunità nel settore salute sono molte, ne parliamo ampiamente su questo numero: la popolazione invecchia, la riorganizzazione della medicina territoriale tarda ad arrivare e le farmacie rimangono il presidio sanitario di prossimità più capillare che c’è, è questa la loro forza. Va ampliata però la rete di connessioni intra ed extra categoria, non ha alcun senso cercare lo scontro su competenze e ruoli con altri professionisti, vanno create alleanze. Alla presentazione di Cosmofarma – appuntamento dall’11 al 13 aprile a Bologna – Andrea Fortuna, Partner PwC Italia, Health Pharma & Life Sciences Leader, ha raccontato: «Il 55 per cento dei Ceo Health italiani dichiara che la propria azienda non sarà sostenibile nel medio lungo termine, per una serie di minacce esterne, per cui il modello di business deve cambiare. Restare fermi non è più un’opzione, occorre reinventarsi».

Di un farmacista ci sarà sempre bisogno sul territorio, facciamo in modo che ci sia sempre bisogno anche di una farmacia.

LAURA BENFENATI

Direttore Responsabile, farmacista e giornalista professionista, da anni direttore delle più note riviste del settore

13 Marzo 2025