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Aderenza terapeutica, un indicatore per misurarla

LA SANITÀ

Aderenza terapeutica, un indicatore per misurarla

aderenza terapeutica

La proposta dell’associazione Italia Longeva per standardizzare la rilevazione della corretta applicazione delle cure negli over 65. Per assicurare ai cittadini appropriatezza ed equità terapeutica e garantire un significativo risparmio al Ssn

18 marzo 2021

di Claudio Buono

Più di otto milioni di over 65 risultano affetti da almeno una malattia cronica e circa due milioni di anziani sono costretti ad assumere come minimo una decina di farmaci al giorno. È quanto rileva l’expert opinion paper “L’aderenza nella governance della long-term care: proposta di indicatore sintetico”, promosso da Italia Longeva (l’associazione nazionale per l’invecchiamento e la longevità attiva del ministero della Salute) e condiviso con la direzione generale della Programmazione sanitaria del ministero della Salute.
Risulta evidente, quindi, che l’aderenza terapeutica rappresenta un fattore chiave per garantire una vecchiaia attiva e il più possibile in salute e, al contempo, la tenuta del Sistema sanitario nazionale, ma purtroppo la sua corretta applicazione è sempre stata un problema particolarmente rilevante tra i senior, ora fortemente amplificato dalla pandemia da Covid-19.

L’indicatore sintetico di aderenza

Per dare una risposta concreta alla questione, misurando in modo standardizzato a livello nazionale l’aderenza terapeutica nelle malattie croniche, Italia Longeva lancia perciò la proposta di un “indicatore sintetico di aderenza” da integrare nel Nuovo sistema di garanzia dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), che ne unifichi la misurazione attraverso un benchmarking virtuoso tra le Regioni. Il progetto è stato presentato di recente nel corso del virtual workshop “La misurazione dell’aderenza nella governance della long-term care: key player a confronto”, alla presenza dei decisori e dei principali attori del sistema salute a livello centrale e regionale. Con il paper di Italia Longeva è stata realizzata una revisione sistematica della letteratura degli ultimi dieci anni, volta a identificare e valutare gli indicatori di aderenza alle terapie per le patologie croniche nella popolazione italiana. Inoltre, sono state analizzate le evidenze disponibili sui costi associati alla non-aderenza e sull’efficacia delle azioni tese a ridurla, nell’ottica di stimare i potenziali risparmi per il Ssn.

Strategie costo-efficacia e i risparmi per il Ssn

Il documento individua diverse azioni da mettere in campo: tra quelle che si sono rivelate in grado di incidere in maniera significativa sulla riduzione dei costi sanitari rientrano gli interventi educativi rivolti ai pazienti e al personale sanitario, l’utilizzo di farmaci in associazione fissa o di poli-pillole che consentano di semplificare la terapia, il coinvolgimento delle farmacie e del personale sanitario, la riduzione della spesa out-of-pocket e il monitoraggio tramite interventi ad hoc.
Dallo studio emerge che qualora si raggiungessero livelli ottimali di aderenza alle terapie (pari almeno all’80 per cento) per alcune tra le più diffuse malattie cardiovascolari come l’ipertensione e le dislipidemie, le casse dello Stato beneficerebbero di un risparmio superiore a 1,4 miliardi di euro. Per Federico Spandonaro, presidente di Crea Sanità, Università degli studi di Roma Tor Vergata, «un aumento dell’aderenza, sebbene comporti un incremento dei costi farmaceutici, determina una riduzione più che proporzionale dei costi sanitari diretti totali, dovuti principalmente alla riduzione delle visite mediche e dei ricoveri ospedalieri».

Focus sul fenomeno

«L’aderenza al trattamento farmacologico – afferma Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva – deve essere considerata un parametro essenziale per garantire la salute della popolazione, in particolare degli anziani, e per rendere più efficiente il nostro sistema sanitario». Il tema in questione è assente tra gli attuali 88 criteri da rispettare per garantire l’adempimento dei Lea e dunque assicurare ai cittadini appropriatezza ed equità delle cure. «Se ne parla da anni – prosegue Bernabei – ma a oggi non esiste uno strumento di valutazione valido per tutte le patologie e facilmente implementabile dalla Valle d’Aosta alla Sicilia. Solo misurando l’aderenza è possibile ricomprenderla nel nuovo Sistema di garanzia che, fissato un livello standard di adempimento, potrà rivelarsi un potente meccanismo di incentivazione per le Regioni a investire in azioni concrete e migliorare lo stato di salute dei propri cittadini. Il vero passo in avanti è dunque la proposta di un indicatore sintetico quale strategia standardizzata di misurazione dell’aderenza in tutto il Paese, in grado di darci un’istantanea della qualità dell’assistenza sanitaria e di correggere il tiro laddove necessario».

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