Controllo diabete: la Lombardia punta sulle farmacie
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Controllo diabete: la Lombardia punta sulle farmacie
A breve il via libera alla distribuzione in farmacia dei dispositivi di ultima generazione per il monitoraggio della glicemia. Ai Mmg il compito della prescrizione, ai farmacisti la distribuzione e la formazione al paziente. Annarosa Racca: «Una piccola ma significativa rivoluzione»
8 maggio 2025
di Claudio Buono
È un passo importante nella gestione dei pazienti diabetici quello annunciato dalla Direzione generale Welfare della Regione Lombardia nel corso di un forum promosso di recente a Palazzo Pirelli dalla rivista di politica sanitaria Italian Health Policy Brief (IHPB), con il supporto non condizionante di Abbott, sul tema “Prossimità in Lombardia: innovare nella gestione del diabete”. Il convegno ha visto la partecipazione dei massimi vertici istituzionali della Regione, di esponenti della comunità scientifica e delle associazioni dei pazienti, e ha rappresentato un momento di confronto e discussione che ha messo al centro le potenzialità offerte dalla distribuzione per conto nell’ambito delle cure di prossimità e il ruolo che, in questo senso, possono svolgere proprio le farmacie.
Parola d’ordine: semplificazione
A seguito di un ordine del giorno del Consiglio regionale dello scorso anno, la Giunta si accinge a dare il via libera alla distribuzione in farmacia dei dispositivi di ultima generazione per il monitoraggio della glicemia. L’obiettivo è aumentare la capillarità sul territorio per raggiungere quante più persone possibili affette da diabete, mettendo loro a disposizione gli strumenti tecnologici utili per tenere sotto controllo i valori glicemici, rendere più accessibile il percorso di cura e migliorare la qualità di vita. Si tratta, nello specifico, di due tipologie di piccoli sensori – il Flash glucose monitoring (Fgm) e il Continuos glucose monitoring (Cgm) – che potranno essere ritirati direttamente in farmacia e che, a seconda della prescrizione medica ricevuta, una volta applicati sulla pelle a mo’ di cerotto misurano in continuo la concentrazione di glucosio nel sangue.
In Lombardia record di pazienti diabetici
Il progetto che, stando a quanto comunicato dai rappresentanti istituzionali, sarà operativo a breve, non per caso nasce in Lombardia. Con una platea di oltre 560mila pazienti diabetici (equivalenti al cinque per cento della popolazione italiana colpita da questa patologia) e circa 50mila nuovi casi registrati ogni anno, la Regione è infatti al primo posto tra le aree più colpite del Paese, mentre, secondo i dati elaborati dall’ATS Città Metropolitana di Milano, nel solo capoluogo lombardo sono oltre 180 mila le persone con diagnosi di diabete.
Integrare le figure professionali
Tale quadro epidemiologico richiede scelte organizzative e gestionali che poggino sul contributo integrato delle diverse figure impegnate nel percorso di cura. In particolare, i medici di medicina generale, a oggi primo riferimento di risposta sanitaria, in futuro prescriveranno l’uso dei device per il monitoraggio della glicemia, mentre i farmacisti ne cureranno la distribuzione e il supporto all’utilizzo. Il loro ruolo sarà cruciale per esprimere al massimo della potenzialità la politica di prossimità promossa dalla Regione.
Il sostegno delle associazioni
«Avere a portata di mano presidi tecnologici di monitoraggio della glicemia nelle farmacie, o addirittura tramite consegna a domicilio, sarà un grande vantaggio e semplificherà la vita dei pazienti», ha affermato Maria Luigia Mottes, presidente del Clad, Coordinamento Lombardia associazione diabetici. «Strumenti come l’Fgm e il Cgm devono diventare una prerogativa per chiunque soffra di diabete, a prescindere da età e tipo di malattia. Inderogabile rimane la necessità di formazione della persona che gestirà il presidio terapeutico in funzione del suo stato metabolico e imprescindibile lo stanziamento di risorse economiche per accedere all’innovazione».
Un’impostazione condivisa e apprezzata
Annarosa Racca, presidente Federfarma Lombardia, ha ribadito il ruolo attivo delle farmacie nel garantire da sempre la dispensazione di farmaci e presìdi per il diabete. «Il coinvolgimento delle farmacie rappresenterà una piccola ma significativa rivoluzione, inserita però in un percorso intrapreso già da tempo, con l’obiettivo di ridurre i tempi di presa in carico e abbattere le barriere di accesso alle cure».
«La scelta di Regione Lombardia evidenzia il valore dell’apporto dei farmacisti di comunità nel percorso di cura del paziente cronico», ha dichiarato Andrea Mandelli, presidente Fofi. «La capillarità e la costante presenza sul territorio delle farmacie non solo facilita l’accesso all’assistenza, ma si combina con la relazione di fiducia con il cittadino che consente un approccio proattivo alla salute, che abbraccia educazione sanitaria e aderenza terapeutica, elementi fondamentali per il controllo del diabete e la prevenzione delle complicanze».
«A guidare la Regione Lombardia deve essere proprio il concetto di prossimità», ha ribadito Silvia Scurati, coordinatrice dell’Intergruppo consiliare “Diabete, obesità e stili di vita”. «Per questo urge un approccio integrato e multidisciplinare che coinvolga diverse figure sanitarie in sinergia con le associazioni dei pazienti, che attraverso la loro esperienza guidano le scelte per migliorare la qualità di vita di chi affronta questa patologia».
Per Stefano Genovese, responsabile dell’Unità di diabetologia, endocrinologia e malattie metaboliche presso l’Irccs Cardiologico Monzino e referente scientifico dell’Intergruppo consiliare “Diabete, obesità e stili di vita”, «la delibera della Regione Lombardia rappresenta uno sviluppo importante nel percorso di miglioramento dell’assistenza sanitaria alle persone affette da diabete semplificandone le vita».
Da parte sua, Marco Alparone, assessore al Bilancio e Finanza della Regione Lombardia, ha sottolineato che «è fondamentale orientare l’efficientamento dell’assistenza sanitaria non solo alla sostenibilità economica ma anche alla semplificazione della vita quotidiana del paziente diabetico, facilitando al massimo l’accesso alle terapie e agli strumenti di controllo della patologia».