Farmaci e tossicità: monito di Garattini all’evento Sitox

IL CONGRESSO

Farmaci e tossicità: monito di Garattini all’evento Sitox

L’intervento del farmacologo e i dati sulle intossicazioni nel nostro Paese hanno evidenziato l’importanza di un approccio multidisciplinare nella gestione dei farmaci. Fondamentale il ruolo di medici, farmacisti e operatori sanitari nella prevenzione

20 febbraio 2025

di Rossella Gemma

La narrazione sui farmaci mette spesso in risalto i benefici, trascurando un’analisi approfondita dei potenziali effetti avversi. È questo il tema su cui ha posto l’accento Silvio Garattini, presidente e fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, durante la sua lectio magistralis in apertura del XXII Congresso nazionale della Società Italiana di Tossicologia (Sitox), che si è tenuto a Bologna dal 10 al 12 febbraio.

«La medicina è ormai diventata un mercato – ha ammonito Garattini – e, come tale, tende a evidenziare gli aspetti positivi dei farmaci, nascondendo o minimizzando quelli negativi. Tuttavia, i medici devono sempre valutare attentamente il rapporto tra benefici e rischi prima di prescrivere un farmaco». Il monito di Garattini ha evidenziato un punto nevralgico anche per il mondo della farmacia, chiamato a un ruolo di responsabilità nell’informazione e nella corretta gestione del farmaco, ponendo sempre il paziente e la sicurezza al centro dell’attenzione.

Più attenzione all’inclusione negli studi clinici

Uno dei temi centrali del suo intervento ha riguardato l’inclusione dei pazienti negli studi clinici controllati. Garattini ha sottolineato come gli anziani, che rappresentano la fascia di popolazione che utilizza il 70 per cento dei farmaci, siano spesso esclusi dalle sperimentazioni, che tendono a coinvolgere soggetti tra i 20 e i 65 anni. Una problematica analoga si riscontra per i bambini, raramente inclusi negli studi clinici nonostante abbiano un metabolismo in fase di sviluppo e reazioni diverse rispetto agli adulti. «Spesso si calcola semplicemente la dose in base ai milligrammi per chilogrammo, trattando i bambini come piccoli adulti, ma il loro organismo ha caratteristiche specifiche che possono rendere alcuni farmaci meno sicuri o efficaci», ha evidenziato Garattini, aggiungendo che anche la popolazione femminile non è adeguatamente rappresentata nei trial clinici rispetto a quella maschile.

A margine del congresso, il Consiglio direttivo della Sitox ha deciso di conferire a Silvio Garattini il titolo di socio onorario, un riconoscimento per il suo contributo straordinario alla ricerca biomedica e alla divulgazione scientifica in Italia. «Siamo estremamente lieti di conferire questa onorificenza al professor Garattini, che premia un percorso encomiabile e il suo ruolo di primo piano nella ricerca e nella comunicazione scientifica», ha dichiarato Orazio Cantoni, presidente della Sitox.

CAV, punti di riferimento fondamentali

Nel corso del congresso, è emerso un quadro preoccupante sulle intossicazioni in Italia. Con circa mezzo milione di avvelenamenti acuti ogni anno, i dieci Centri Antiveleni (CAV) italiani si confermano una risorsa essenziale per la tutela della salute pubblica, consentendo di evitare accessi ospedalieri non necessari e ottimizzando il trattamento dei pazienti ricoverati. I farmaci rappresentano la causa principale delle intossicazioni (circa il 50 per cento dei casi), seguiti dai prodotti per uso domestico (29-30 per cento) e dagli alimenti (5-6 per cento), con un picco autunnale dovuto al consumo di funghi velenosi.

I CAV operano 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, offrendo supporto immediato a cittadini e strutture sanitarie. Secondo Carlo Locatelli, past president Sitox e responsabile della UO Tossicologia del Centro Antiveleni Maugeri di Pavia, il 30-40 per cento degli avvelenamenti riguarda bambini, il 30 per cento gli anziani, spesso per errori nella somministrazione di farmaci, e il restante 30-40 per cento interessa persone di giovane-media età, includendo casi di autolesionismo e abuso di sostanze. Durante il congresso si è discusso della necessità di rafforzare la rete dei CAV attraverso investimenti in formazione, tecnologie avanzate e modelli organizzativi più efficienti, per garantire una risposta sempre più tempestiva alle emergenze tossicologiche.

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