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Imprenditori tecnologici, possibilmente aggregati

FOCUS FARMACIA

Imprenditori tecnologici, possibilmente aggregati

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Con il contributo di

Dompé

Per essere vincenti anche nella “fase 2”, per le farmacie non ci sarà spazio per le vie di mezzo. Posizionamento polarizzato, guidato da fiuto imprenditoriale, una possibile ricetta vincente. A colloquio con Erika Mallarini, Healthcare management professor and Retail Lab director, Sda Università Bocconi.

ATTENZIONE: Data l’emergenza Covid-19, questa intervista è stata realizzata in remoto tramite software di videochiamata. Ciò può comportare talvolta problemi di connessione indipendenti dalla nostra volontà: ce ne scusiamo con il nostro ospite e con i lettori.

Clicca play per guardare la video intervista, a cura di Carlo Buonamico (durata: 11 minuti)

30 aprile 2020

di Carlo Buonamico

  • Come è stata affrontata la fase 1 nelle farmacie?

Con estremo coraggio e competenza. Per gestire una situazione di emergenza sanitaria serve senso di responsabilità, anzi serve poter credere nei fondamenti della propria professione, avere capacità tecniche e essere dotati di flessibilità. La farmacia ha più volte dimostrato di possedere queste qualità.

  • La farmacia saprà gestire allo stesso modo la fase 2?

Purtroppo, la nuova fase di convivenza con il virus richiede qualità diverse rispetto a quelle che si sono rese necessarie nella prima fase. Spalle forti sotto il profilo economico finanziario che le piccole medie imprese come le farmacie non hanno, innanzitutto. La sanità pubblica sarà al collasso e i cittadini avranno decisamente meno risorse economiche. Con l’Osservatorio sui consumi privati in sanità (Ocps) della mia università abbiamo condotto uno studio che mostra che, nonostante ci sarà più sensibilità verso la salute, non ci saranno soldi né pubblici né privati per garantirne la sostenibilità. Ci attendiamo il collasso di gran parte delle cliniche e poliambulatori privati, nonostante abbiamo una forza finanziaria maggiore delle farmacie.

  • Come la farmacia può rispondere a questa crisi economica?

In un unico modo: con l’aggregazione. Ma credo che non lo farà. L’alternativa è trovare soluzioni diverse. I cittadini e il pubblico hanno scoperto i canali digitali e indietro non si torna. E-commerce, video consulto, video terapia, video monitoraggio… consiglio e prodotti certificati hanno preso il posto di Dr. Google o di Amazon. Si è finalmente capita la potenzialità della telemedicina e della salute virtuale di qualità. Su questo bisogna riflettere seriamente.

  • Dopo il contributo che la farmacia ha dato e continua a dare al Sistema salute, non possiamo aspettarci finalmente il suo vero riconoscimento come presidio socio-sanitario territoriale?

Degli eroi ci si dimentica subito. Vi dico solo che già si sta discutendo nelle Agenzie di tutela salute (Ats) su come recuperare il ruolo del controllo di gestione post crisi che ha ridato autonomia di spesa ai medici…eroi sì, ma solo in corsia. Per il resto tutti al proprio posto. E che vogliamo dire del fatto che il contagio viene assimilato all’infortunio sul lavoro? Mettiamo i titolari a rischio di sentenze penali per fare il loro lavoro? La scarsa sensibilità alla tutela dell’impresa farmacia la dimostrano già fatti concreti. Ad esempio, l’Inail con la circolare n. 13 del 3 aprile ha assimilato il contagio da Covid-19 all’infortunio sul lavoro. Aggravando così, pesantemente, le responsabilità del titolare. 

  • Quale sarà allora la percezione che i cittadini avranno della farmacia?

I cittadini hanno paura dei focolai e la farmacia ritenuta è uno di questi. Anche più pericolosa degli ospedali, non avendo chiare procedure a parte il distanziamento.

  • E quindi? Quali sono le parole d’ordine della fase 2?

Non pensavo che lo avrei mai detto, ma i posizionamenti possibili sono polarizzati. Niente ibridi. Posizionamento di prezzo o tecnologico, come stanno studiando gli altri erogatori di servizi sanitari. Parole d’ordine: digital e aggregazione.

  • Si sente di dare un consiglio alla farmacia per l’immediato futuro?

Se allo scoppio dell’epidemia sono servite flessibilità e competenza, per sopravvivere alla fase 2 non occorre solo la managerialità tipica dei farmacisti. Bisogna saper anticipare i tempi ed essere lungimiranti. In altre parole, occorre avere o imparare la dote dell’imprenditorialità, unita alla capacità di definire una strategia. In bocca al lupo.

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